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Porto di coltello: la Cassazione nega la tenuità del fatto

Una giovane donna, condannata per porto di coltello multiuso, ha presentato ricorso in Cassazione chiedendo il riconoscimento della particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) e la sospensione condizionale della pena. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Ha ritenuto che le circostanze del caso, come il tentativo di sottrarsi al controllo e la vicinanza a un luogo con segni di effrazione, indicassero la strumentalità del coltello a commettere reati più gravi, escludendo così la tenuità. La sospensione della pena è stata negata perché non era stata richiesta nel precedente grado di giudizio.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Porto di Coltello: Quando le Circostanze Escludono la Tenuità del Fatto

Il reato di porto di coltello o di altri oggetti atti ad offendere è una delle contravvenzioni più comuni nel nostro ordinamento. Tuttavia, la sua valutazione non è sempre automatica e dipende fortemente dal contesto in cui avviene. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti su come le circostanze specifiche possano precludere l’applicazione di istituti favorevoli al reo, come la non punibilità per particolare tenuità del fatto prevista dall’art. 131-bis del codice penale. Analizziamo insieme il caso e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti: Un Controllo di Routine e la Scoperta del Coltello

Il caso ha origine dalla condanna inflitta dal Tribunale di Pescara a una giovane donna, colpevole del reato di porto fuori dalla propria abitazione di un coltello multiuso in metallo, lungo 9 centimetri. Il giudice di merito, pur riconoscendo l’ipotesi di lieve entità del fatto, aveva condannato l’imputata al pagamento di una ammenda di 1.000,00 euro. Insoddisfatta della decisione, la donna ha presentato ricorso per Cassazione, lamentando principalmente due aspetti.

Le Doglianze della Ricorrente: Tra Tenuità del Fatto e Sospensione della Pena

La difesa ha articolato il ricorso su due motivi principali:
1. Mancato riconoscimento della non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.): Secondo la ricorrente, il Tribunale avrebbe errato nel negare questo beneficio, basando la sua decisione su un’ipotesi (il presunto tentativo di furto) non supportata da prove. La difesa ha sottolineato la minima offensività del reato, le caratteristiche innocue del coltello, lo stato di incensuratezza dell’imputata e la sua condotta collaborativa al momento del controllo.
2. Mancata concessione della sospensione condizionale della pena: La difesa ha lamentato che il giudice non avesse concesso il beneficio della sospensione della pena, senza fornire una motivazione adeguata, nonostante la giovane età dell’imputata, la sua fedina penale pulita e l’atteggiamento collaborativo.

Il Porto di Coltello e la Valutazione del Giudice: Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambe le argomentazioni della difesa con motivazioni nette e precise.

La non applicabilità dell’art. 131-bis cod. pen.

Sul primo punto, la Suprema Corte ha stabilito che il motivo era manifestamente infondato. I giudici hanno chiarito che, per valutare la tenuità del fatto, non basta considerare solo l’oggetto in sé (il coltello), ma è necessario analizzare l’intero contesto dell’azione. Nel caso di specie, il Tribunale aveva correttamente valorizzato elementi fattuali significativi:

* L’imputata, in compagnia di un’altra persona, si era allontanata alla vista degli agenti per sottrarsi al controllo.
* Si stava dirigendo verso una porta che era stata forzata poco prima per accedere abusivamente a dei locali.

Queste circostanze, secondo la Corte, erano sufficienti a ritenere che il porto di coltello non fosse fine a se stesso, ma strumentale alla possibile consumazione di reati più gravi, come il furto. Questo “fine ulteriore” ha reso il fatto complessivamente più grave, escludendo la possibilità di considerarlo di “particolare tenuità”. Inoltre, le caratteristiche oggettive del coltello, dotato di lama appuntita e tagliente, hanno contribuito a rafforzare questa valutazione.

La richiesta tardiva della sospensione condizionale della pena

Anche il secondo motivo è stato giudicato manifestamente infondato. La Corte ha rilevato un vizio procedurale decisivo: la ricorrente non aveva mai chiesto la concessione della sospensione condizionale della pena durante il giudizio di merito. Secondo un principio consolidato, l’omessa pronuncia su tale beneficio costituisce un vizio della sentenza solo se l’applicazione era stata espressamente richiesta e rigettata. Non essendo stata avanzata alcuna richiesta, il Tribunale non aveva commesso alcuna omissione. La Cassazione ha ribadito che non è possibile chiedere per la prima volta in sede di legittimità la concessione di un beneficio che implica una valutazione discrezionale di merito, preclusa alla Suprema Corte.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: la valutazione di un reato come il porto di coltello non può essere astratta, ma deve essere calata nel contesto specifico. Le circostanze che accompagnano la condotta, come il luogo, l’orario e il comportamento del soggetto, sono elementi cruciali che il giudice deve considerare per determinare la reale offensività del fatto. La decisione sottolinea che anche il possesso di un oggetto apparentemente innocuo come un coltellino multiuso può assumere una connotazione di gravità se inserito in un quadro indiziario che suggerisce finalità illecite. Infine, la pronuncia serve da monito sull’importanza di formulare tutte le richieste e le istanze difensive nei tempi e nelle sedi processuali corrette, poiché le omissioni nel giudizio di merito non possono essere sanate in Cassazione.

Perché il porto di un piccolo coltello multiuso non è stato considerato un fatto di particolare tenuità in questo caso?
La Corte ha ritenuto che le circostanze concrete fossero indicative di un pericolo maggiore. L’imputata aveva tentato di sottrarsi al controllo della polizia e si stava dirigendo verso un locale con una porta appena forzata, elementi che hanno fatto presumere che il coltello fosse uno strumento per commettere reati più gravi, come il furto, escludendo così la lieve entità.

È possibile ottenere la sospensione condizionale della pena chiedendola per la prima volta in Cassazione?
No. La sentenza chiarisce che la sospensione condizionale della pena è un beneficio che deve essere richiesto durante il processo di merito (primo grado o appello). Se la richiesta non viene presentata in quella sede, non può essere avanzata per la prima volta davanti alla Corte di Cassazione, il cui compito è solo quello di verificare la corretta applicazione della legge, non di compiere nuove valutazioni sui fatti.

Una sentenza di condanna alla sola pena dell’ammenda è appellabile?
No. La Corte di Cassazione ha confermato che, in base all’art. 593 del codice di procedura penale, le sentenze che applicano la sola pena dell’ammenda non sono appellabili. L’unico mezzo di impugnazione previsto in questi casi è il ricorso diretto per Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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