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Porto di coltello: inammissibile ricorso in Cassazione

Un individuo condannato per il porto di coltello a serramanico ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando un’errata valutazione dei fatti e il mancato riconoscimento della particolare tenuità del fatto. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, poiché i motivi erano generici e riproponevano questioni di fatto già correttamente decise nei gradi precedenti. Di conseguenza, la condanna è stata confermata con l’aggiunta del pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Porto di Coltello: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio dei limiti del giudizio di Cassazione in materia penale, in particolare per il reato di porto di coltello. La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: il ricorso non può essere una semplice riproposizione delle stesse argomentazioni già valutate e respinte nei precedenti gradi di giudizio, soprattutto se queste si concentrano sulla ricostruzione dei fatti.

I Fatti del Caso

Un soggetto veniva condannato in primo grado per il reato previsto dall’art. 4 della legge 110/1975, per aver portato con sé un coltello a serramanico di 18 cm (con lama di 8 cm) senza un giustificato motivo. La Corte d’Appello, pur confermando la colpevolezza, riformava parzialmente la sentenza concedendo il beneficio della sospensione condizionale della pena.
Non soddisfatto, l’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi a due principali motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso: Porto di Coltello e Tenuità del Fatto

Il ricorso si basava su due argomenti principali:
1. Violazione di legge e vizio di motivazione: La difesa sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nel ritenere sussistente il reato, travisando le prove a disposizione.
2. Mancato riconoscimento della particolare tenuità del fatto: Si contestava la decisione dei giudici di merito di non applicare l’esimente di cui all’art. 131-bis del codice penale, che avrebbe escluso la punibilità per la minima offensività della condotta.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, analizzando separatamente entrambi i motivi e ritenendoli entrambi infondati.

Inammissibilità del Primo Motivo: Critiche di Fatto non Ammesse

La Cassazione ha chiarito che il primo motivo di ricorso si risolveva in critiche non consentite in sede di legittimità. L’imputato, infatti, non contestava una errata applicazione della legge, ma proponeva una diversa interpretazione dei fatti, lamentando che le sue giustificazioni sul possesso del coltello non fossero state adeguatamente considerate. La Corte ha sottolineato che tali argomentazioni erano mere ‘doglianze in punto di fatto’, già vagliate e motivatamente respinte dalla Corte d’Appello. Il giudizio di Cassazione non è una terza istanza di merito e non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici che hanno analizzato le prove.

Inammissibilità del Secondo Motivo: La Non Applicabilità della Particolare Tenuità

Anche il secondo motivo è stato giudicato inammissibile. La Corte ha osservato che la doglianza era una semplice reiterazione di quanto già discusso e deciso in appello. La Corte territoriale aveva infatti fornito una motivazione congrua sul perché la condotta non potesse essere considerata di ‘particolare tenuità’. In particolare, erano state prese in considerazione le ‘circostanze spazio-temporali del fatto’, elementi che evidentemente portavano a escludere una minima e trascurabile offensività della condotta di porto di coltello.

Le Conclusioni: Le Conseguenze di un Ricorso Generico

La decisione finale della Corte di Cassazione è stata la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Questa pronuncia comporta non solo la definitività della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questo caso insegna che per accedere al giudizio di legittimità è necessario formulare censure specifiche sulla violazione di norme di diritto o su vizi logici manifesti della motivazione, e non limitarsi a riproporre le medesime questioni fattuali già esaminate nei gradi di merito. Un ricorso generico o fattuale è destinato a essere dichiarato inammissibile.

Per quale motivo il ricorso per il porto di coltello è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano generici, si limitavano a criticare la ricostruzione dei fatti e riproponevano argomentazioni già adeguatamente esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. Tali critiche non sono ammesse nel giudizio di Cassazione.

È possibile contestare la valutazione delle prove davanti alla Corte di Cassazione?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità e non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, non può riesaminare le prove o sostituire la propria valutazione dei fatti a quella dei giudici dei gradi precedenti.

Perché non è stata applicata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
La particolare tenuità del fatto non è stata riconosciuta perché la Corte d’Appello aveva già valutato la condotta non di minima offensività, tenendo in considerazione le specifiche circostanze di tempo e di luogo in cui il porto del coltello è avvenuto. La Cassazione ha ritenuto tale valutazione adeguatamente motivata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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