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Porto di coltello in auto: quando è reato? Cassazione

La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un uomo condannato per violazione del foglio di via e per il porto di coltello in auto. La Corte ha ritenuto infondate le motivazioni sulla presunta assenza dell’obbligo di rientro e generiche quelle sulla giustificazione del possesso dell’arma, confermando la condanna.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Porto di Coltello in Auto e Foglio di Via: la Cassazione Spiega i Limiti

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un caso che intreccia due questioni di rilevante interesse penale: la violazione del foglio di via obbligatorio e il porto di coltello senza giustificato motivo. La pronuncia chiarisce importanti principi sulla validità delle misure di prevenzione e sulla configurabilità del reato di porto d’armi, anche quando l’oggetto si trova all’interno di un’automobile. Analizziamo insieme la decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Doppia Accusa per il Ricorrente

Il caso trae origine dalla condanna, confermata in appello, di un individuo per due distinti reati. Il primo riguardava la violazione dell’articolo 76 del cosiddetto Codice Antimafia (D.Lgs. 159/2011). L’uomo, infatti, era destinatario di un foglio di via obbligatorio che gli imponeva il divieto di fare ritorno nel Comune di Catanzaro, ma era stato sorpreso in quella città in tre diverse occasioni.

La seconda accusa si riferiva al reato di cui all’articolo 4 della legge 110/1975, per aver portato fuori dalla propria abitazione un coltello a serramanico senza un giustificato motivo. Quest’ultimo era stato rinvenuto all’interno della sua automobile.

La Difesa e i Motivi del Ricorso

Di fronte alla Suprema Corte, la difesa ha presentato un ricorso basato su due argomentazioni principali:

1. Sul foglio di via: Si contestava la validità del provvedimento, sostenendo che mancasse una specifica indicazione dell’obbligo di rientro nel Comune di residenza.
2. Sul porto del coltello: Si lamentava l’assenza di motivazione da parte dei giudici di merito sulla mancanza di una giustificazione per il porto dell’arma. Inoltre, si sottolineava che il coltello si trovava in un’automobile, un luogo “esposto al pubblico” ma non “pubblico”, e si richiedeva il riconoscimento dell’ipotesi di lieve entità del fatto.

Le Motivazioni della Decisione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo integralmente le argomentazioni difensive con motivazioni nette e precise.

La Validità del Foglio di Via Obbligatorio

Per quanto riguarda il primo motivo, la Corte ha ritenuto la censura manifestamente infondata. Dopo aver esaminato il fascicolo, i giudici hanno accertato che il provvedimento originale del Questore conteneva chiaramente sia il divieto di ritorno nel Comune di Catanzaro sia l’obbligo di rientrare a Lamezia Terme. La Corte ha specificato che il termine “rimpatrio”, utilizzato nel provvedimento, andava inequivocabilmente interpretato come l’ordine di tornare nella città di residenza, rendendo la doglianza del ricorrente priva di fondamento.

La Genericità dei Motivi sul Porto di Coltello

Anche il secondo motivo è stato giudicato inammissibile, ma per genericità. La Corte ha evidenziato come i giudici di appello avessero già ampiamente motivato sia sulla mancanza di un giustificato motivo per il porto di coltello, sia sulla non applicabilità dell’attenuante della lieve entità, data la gravità del fatto. L’argomentazione secondo cui il coltello era stato trovato in auto è stata considerata irrilevante e generica, poiché la difesa non aveva fornito alcuna prova di circostanze specifiche che potessero rendere lecita la detenzione dell’arma all’interno del veicolo.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza della Cassazione offre spunti di riflessione importanti. In primo luogo, ribadisce che i provvedimenti amministrativi, come il foglio di via, devono essere interpretati secondo il loro significato letterale e logico; termini come “rimpatrio” hanno un valore prescrittivo chiaro e non possono essere oggetto di interpretazioni elusive. In secondo luogo, la sentenza conferma un principio consolidato in materia di armi: il porto di coltello al di fuori della propria abitazione è reato se non supportato da un giustificato motivo, e l’onere di dimostrare tale motivo ricade su chi detiene l’arma. La circostanza che il coltello si trovi in auto non esclude di per sé la responsabilità penale. Infine, la decisione sottolinea l’importanza di formulare ricorsi specifici e non generici, che si confrontino puntualmente con le motivazioni della sentenza impugnata, pena la dichiarazione di inammissibilità.

Un foglio di via che ordina il ‘rimpatrio’ impone anche l’obbligo di rientrare nel Comune di residenza?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, la previsione del “rimpatrio” in un foglio di via obbligatorio deve essere intesa come un ordine di rientrare nel proprio Comune di residenza, oltre al divieto di ritorno nel Comune da cui si è stati allontanati.

Il porto di coltello all’interno di un’automobile è considerato reato?
Sì, il porto di un coltello a serramanico all’interno di un’automobile, senza un giustificato motivo, costituisce reato. La Corte ha specificato che anche se il veicolo è un luogo “esposto al pubblico” e non “pubblico”, il possesso ingiustificato dell’arma è comunque penalmente rilevante.

Perché un motivo di ricorso viene considerato ‘generico’ e quindi inammissibile?
Un motivo di ricorso è considerato generico quando non contesta specificamente le argomentazioni della sentenza impugnata o quando si limita a riproporre le stesse questioni già decise, senza fornire elementi nuovi o una critica puntuale delle motivazioni del giudice precedente. In questo caso, l’allegazione sul ritrovamento del coltello in auto è stata ritenuta generica perché non supportata dalla dimostrazione di circostanze che ne rendessero lecita la detenzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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