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Porto d’armi improprio: inammissibile ricorso Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per porto d’armi improprio, essendo stato trovato in possesso di un coltello a serramanico. La Corte ha stabilito che i precedenti penali dell’imputato, inclusa una condanna per lo stesso reato, impediscono sia il riconoscimento della particolare tenuità del fatto sia la concessione delle attenuanti generiche, confermando la decisione del Tribunale.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Porto d’armi improprio: Quando i Precedenti Escludono la Tenuità del Fatto

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20949/2024, ha affrontato un caso di porto d’armi improprio, chiarendo i limiti all’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) e delle attenuanti generiche in presenza di precedenti penali. La decisione sottolinea come la condotta abituale del reo sia un ostacolo insormontabile per l’accesso a tali benefici, ribadendo la natura del giudizio di legittimità.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo condannato dal Tribunale di Crotone per il reato di porto abusivo di armi. L’imputato era stato trovato in possesso di un coltello a serramanico al di fuori della propria abitazione, senza essere in grado di fornire alcuna giustificazione valida al momento del controllo. Il Tribunale, nel condannarlo, aveva qualificato il coltello come un’arma bianca impropria, il cui porto ingiustificato è sanzionato dall’art. 4 della legge n. 110/1975.

L’Impugnazione e i Motivi del Ricorso

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando due principali vizi della sentenza di merito:
1. La violazione di legge e il vizio di motivazione in relazione al mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale.
2. Il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, che avrebbero potuto comportare una riduzione della pena.

Secondo la difesa, il Tribunale non aveva adeguatamente valutato l’esiguità del pericolo e le concrete modalità della condotta, elementi che avrebbero dovuto condurre a una decisione più favorevole.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sul Porto d’armi improprio

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo le censure del ricorrente non consentite in sede di legittimità. Gli Ermellini hanno evidenziato che le argomentazioni difensive erano volte a ottenere una rivalutazione delle fonti di prova e a contestare il trattamento sanzionatorio, attività precluse al giudice di legittimità, il cui compito è limitato al controllo della corretta applicazione della legge e della logicità della motivazione.

Entrando nel merito delle ragioni addotte dal Tribunale, la Cassazione ha ritenuto la motivazione della sentenza impugnata del tutto immune da vizi. In particolare, è stato sottolineato che:

* Abitualità della condotta: I precedenti penali dell’imputato, tra cui una condanna per il medesimo reato, impedivano categoricamente il riconoscimento della non abitualità della violazione. Tale requisito è essenziale per l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. La reiterazione del medesimo illecito dimostra una tendenza a delinquere che è incompatibile con la “particolare tenuità del fatto”.
* Negazione delle attenuanti generiche: Gli stessi precedenti penali sono stati considerati una valida ragione per negare la concessione delle circostanze attenuanti generiche. Il giudice di merito ha logicamente dedotto da essi una maggiore capacità a delinquere del soggetto, giustificando così un trattamento sanzionatorio più rigoroso.

La Corte ha quindi concluso che il ricorso, tornando a insistere sulle modalità della condotta e sull’esiguità del pericolo, non faceva altro che riproporre questioni di merito già correttamente valutate dal Tribunale.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento ribadisce un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità: la presenza di precedenti penali specifici è un fattore determinante nella valutazione della personalità dell’imputato e può legittimamente escludere l’applicazione di istituti premiali come la particolare tenuità del fatto e le attenuanti generiche. La decisione serve da monito sul fatto che il giudizio in Cassazione non è un terzo grado di merito dove poter rimettere in discussione l’accertamento dei fatti. Per chi è accusato di porto d’armi improprio, questa pronuncia conferma che la valutazione della condotta passata è cruciale e che la reiterazione di comportamenti illeciti preclude la via a un trattamento sanzionatorio più mite.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure sollevate miravano a una rivalutazione delle prove e del trattamento punitivo, attività non consentite nel giudizio di legittimità della Corte di Cassazione, che può solo verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione.

Per quale motivo non è stata riconosciuta la particolare tenuità del fatto prevista dall’art. 131-bis c.p.?
La particolare tenuità del fatto non è stata riconosciuta a causa dei precedenti penali dell’imputato, tra cui una condanna per lo stesso reato. Questi precedenti hanno impedito di considerare la violazione come non abituale, requisito essenziale per l’applicazione di tale norma.

Il possesso di un coltello a serramanico costituisce reato?
Sì, secondo quanto emerge dalla decisione, il porto di un coltello a serramanico fuori dalla propria abitazione senza un giustificato motivo è considerato un reato di porto d’armi improprio, punito ai sensi dell’art. 4 della legge n. 110/1975.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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