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Porto d’armi improprio: Cassazione chiarisce il reato

Un uomo viene condannato per tentato furto aggravato e porto d’armi. La Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, chiarendo che il reato di porto d’armi improprio o proprio è autonomo e non viene assorbito dall’aggravante del furto, poiché tutelano beni giuridici diversi. La Corte sottolinea inoltre che un coltello a serramanico con blocco lama può essere qualificato come arma propria, rendendone il porto sempre illecito senza licenza. L’inammissibilità è stata dichiarata anche per motivi procedurali legati alla recente riforma.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Porto d’armi e furto aggravato: quando i reati coesistono

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10587/2024, è tornata a pronunciarsi su un tema di grande attualità: la relazione tra il reato di furto aggravato dall’uso o porto di un’arma e il reato autonomo di porto d’armi improprio o proprio. La decisione chiarisce che le due fattispecie possono coesistere, poiché tutelano beni giuridici differenti e non si escludono a vicenda. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Genova nei confronti di un individuo per i reati di tentato furto e porto illegale di un’arma. Nello specifico, l’imputato era stato trovato in possesso di un coltello a serramanico con sistema di blocco della lama durante il tentativo di commettere un furto. L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione, contestando sia la qualificazione del coltello come arma illecita sia la sussistenza dell’aggravante legata al porto dello stesso durante il furto.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il ricorrente ha articolato il suo appello su due motivi principali:
1. Violazione di legge sul porto d’armi: Si contestava la configurabilità del reato di cui alla L. 110/1975, ritenendo generica la motivazione sulla natura dell’oggetto.
2. Errata applicazione dell’aggravante del furto: Si denunciava una violazione dell’art. 625, comma 1, n. 3 c.p., sostenendo che l’aggravante del furto avrebbe dovuto assorbire il reato di porto d’armi.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambi i motivi per manifesta infondatezza e genericità, e aggiungendo una decisiva ragione di natura procedurale.

Sulla qualificazione del coltello e il porto d’armi improprio

In primo luogo, i giudici hanno ribadito un principio consolidato: un coltello a serramanico dotato di sistema di blocco della lama e punta acuta non è una semplice arma impropria, ma va qualificato come arma propria. La sua funzione non è quella di strumento di lavoro, ma quella di offesa alla persona. Di conseguenza, portarlo fuori dalla propria abitazione senza un’apposita licenza costituisce sempre reato. La Corte ha specificato che l’imputato aveva addirittura beneficiato di una qualificazione più mite del reato, ma la sostanza non cambiava: non avrebbe mai potuto portare con sé quell’oggetto.

Sulla coesistenza tra aggravante del furto e reato di porto d’armi

Il punto centrale della decisione riguarda il secondo motivo. La Cassazione ha chiarito che l’aggravante del furto (art. 625, n. 3 c.p.) e il reato di porto abusivo di armi (L. 110/1975) sono due fattispecie completamente autonome. L’aggravante è finalizzata a punire più severamente il furto quando l’autore, portando un’arma, dimostra una maggiore pericolosità e rende più agevole la sottrazione dei beni. Il reato di porto d’armi, invece, tutela un bene giuridico diverso: la sicurezza e l’ordine pubblico, prevenendo la circolazione illecita di oggetti pericolosi. Pertanto, non vi è alcun assorbimento: l’imputato risponde di entrambi i reati in concorso.

L’inammissibilità per ragioni procedurali

Infine, la Corte ha rilevato una causa di inammissibilità dirimente. A seguito delle modifiche introdotte dal D.Lgs. 150/2022 (la cosiddetta ‘Riforma Cartabia’), il ricorso per cassazione richiede specifici requisiti formali, tra cui la procura speciale ad impugnare e l’elezione di domicilio. Nel caso di specie, tali documenti non erano presenti in atti, rendendo l’impugnazione inammissibile a prescindere dal merito delle questioni sollevate.

Le conclusioni

L’ordinanza in commento offre due importanti spunti di riflessione. Sul piano sostanziale, conferma che chi commette un furto portando con sé un’arma risponderà di due distinti reati, senza che uno possa assorbire l’altro. Sul piano processuale, evidenzia il rigore delle nuove norme sull’ammissibilità delle impugnazioni, sottolineando l’importanza per i difensori di adempiere scrupolosamente ai nuovi oneri formali per non vedere preclusa la possibilità di un esame nel merito del ricorso.

Portare un coltello a serramanico è sempre reato?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, un coltello a serramanico con specifiche caratteristiche (come il blocco della lama) è classificabile come arma propria. Di conseguenza, portarlo fuori dalla propria abitazione senza un’apposita licenza costituisce reato, a prescindere dall’uso che se ne intende fare.

Se commetto un furto portando un’arma, rispondo di due reati separati?
Sì. La sentenza chiarisce che il reato di porto illegale di arma e il reato di furto aggravato dal porto della stessa arma sono autonomi e concorrono tra loro. Questo perché tutelano beni giuridici diversi: il primo l’ordine pubblico, il secondo il patrimonio e la sicurezza durante l’azione delittuosa.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile anche per motivi procedurali?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché non rispettava i nuovi requisiti formali introdotti dal D.Lgs. 150/2022 (Riforma Cartabia). Nello specifico, mancavano l’elezione di domicilio e la procura speciale per impugnare, documenti che ora sono obbligatori per la validità del ricorso in Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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