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Porto d’armi improprie: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per porto d’armi improprie (una mannaia). L’ordinanza stabilisce che se non è riconosciuta l’attenuante della lieve entità del fatto, non si può applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità. Il ricorso è stato ritenuto generico e infondato.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Porto d’armi improprie: la Cassazione chiarisce i limiti della non punibilità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 46885/2024, è tornata a pronunciarsi su un tema delicato e di grande attualità: il porto d’armi improprie. La decisione offre importanti chiarimenti sul rapporto tra la circostanza attenuante della lieve entità e la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, delineando un principio rigoroso che limita le possibilità di difesa in questi casi. L’analisi di questa ordinanza è fondamentale per comprendere quando il porto di oggetti comuni, ma potenzialmente offensivi, integra un reato e quali sono le reali possibilità di evitare una condanna.

Il Fatto: Il Porto Ingiustificato di una Mannaia

Il caso ha origine dalla condanna, confermata in primo e secondo grado, di un individuo ritenuto responsabile della contravvenzione prevista dall’art. 4 della legge n. 110 del 1975. L’imputato era stato trovato in possesso di una mannaia in metallo al di fuori della propria abitazione, senza essere in grado di fornire un giustificato motivo per tale porto. Sentendosi ingiustamente condannato, l’uomo ha presentato ricorso per Cassazione, sperando di ottenere un esito a lui più favorevole.

I Motivi del Ricorso e la questione del porto d’armi improprie

La difesa dell’imputato si basava su due argomentazioni principali. In primo luogo, si lamentava il mancato riconoscimento della circostanza attenuante della ‘lieve entità’ del fatto, prevista dal terzo comma dell’art. 4 della legge n. 110/1975. In secondo luogo, si chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per ‘particolare tenuità del fatto’, disciplinata dall’art. 131-bis del codice penale, che avrebbe portato a un proscioglimento completo.

L’obiettivo era chiaro: dimostrare che il fatto, per le sue modalità concrete, fosse talmente lieve da non meritare né la qualifica di reato grave, né una sanzione penale.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte Suprema ha respinto integralmente il ricorso, dichiarandolo inammissibile con motivazioni nette e precise, che ribadiscono principi consolidati in materia.

La Genericità del Primo Motivo

Riguardo alla richiesta di applicazione dell’attenuante della lieve entità, i giudici hanno definito la censura come una ‘mera petizione di principio assertiva e semplicemente confutativa’. In altre parole, il ricorrente si era limitato a contestare la valutazione dei giudici di merito senza addurre nuovi e specifici elementi. La Cassazione ha ricordato che le corti di primo e secondo grado avevano già escluso l’attenuante sulla base di elementi fattuali concreti, la cui rivalutazione non è consentita in sede di legittimità.

Il Nesso tra Lieve Entità e Particolare Tenuità del Fatto

Il punto cruciale della decisione riguarda il secondo motivo di ricorso. La Corte ha ribadito un principio fondamentale: il mancato riconoscimento della circostanza attenuante della lieve entità del fatto impedisce automaticamente la possibilità di invocare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Citando una precedente sentenza (Cass. n. 13630/2019), la Corte ha spiegato che se il fatto non è considerato ‘di lieve entità’ ai fini della specifica norma sul porto d’armi improprie, non può logicamente essere ritenuto ‘di particolare tenuità’ ai sensi della norma generale dell’art. 131-bis c.p. I due concetti, sebbene distinti, sono strettamente collegati: la valutazione negativa sul primo preclude quella positiva sul secondo.

Le Conclusioni: Inammissibilità e Condanna alle Spese

Sulla base di queste considerazioni, il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Tale esito comporta non solo la conferma definitiva della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende. La decisione rappresenta un importante monito: la difesa basata sulla tenuità del fatto in casi di porto di armi od oggetti atti ad offendere deve essere supportata da elementi concreti e non può prescindere da una valutazione positiva sulla lieve entità del reato specifico.

È possibile ottenere l’assoluzione per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) per il porto d’armi improprie se non viene riconosciuta l’attenuante della lieve entità?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il mancato riconoscimento della circostanza attenuante della lieve entità per il porto abusivo di un’arma impropria impedisce di poter dichiarare l’esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per due ragioni: il primo motivo era generico e si limitava a contestare la decisione dei giudici di merito senza nuovi argomenti; il secondo motivo si basava su un principio giuridico infondato, poiché la mancata concessione dell’attenuante della lieve entità preclude l’applicazione della non punibilità per tenuità del fatto.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. La sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, al versamento di una somma alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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