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Porto d’armi: esclusa la tenuità del fatto

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un individuo condannato per porto d’armi. La richiesta di applicare la non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) è stata respinta a causa di elementi oggettivi di gravità: le dimensioni significative della lama, il porto dell’arma in un luogo pubblico vicino a un parco giochi e la totale implausibilità della giustificazione fornita. La sentenza sottolinea che, in presenza di tali fattori, il reato non può essere considerato di lieve entità.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Porto d’armi: niente tenuità del fatto con lama grande vicino a un parco giochi

La recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un caso emblematico di porto d’armi e tenuità del fatto, stabilendo criteri rigorosi per l’applicazione della causa di non punibilità prevista dall’art. 131-bis del codice penale. Con una decisione netta, i giudici hanno confermato che la gravità del comportamento, desunta da elementi oggettivi, preclude l’accesso a questo beneficio, anche per reati di natura contravvenzionale.

I fatti del caso e l’appello in Cassazione

La vicenda trae origine dalla condanna inflitta dalla Corte d’Appello di Messina a un giovane per il reato di porto abusivo d’arma. L’imputato, ritenendo la condanna ingiusta, ha presentato ricorso per Cassazione, basando la sua difesa principalmente su due argomenti.

Il primo motivo, ritenuto inammissibile, verteva su una presunta mancata conoscenza della norma penale. Il secondo, e più rilevante, contestava la mancata applicazione dell’articolo 131-bis c.p., che esclude la punibilità quando il fatto è di ‘particolare tenuità’. Secondo la difesa, la condotta doveva essere considerata minima, sia per l’esiguità del pericolo concreto che per la presunta negligenza dell’imputato.

La valutazione su Porto d’armi e tenuità del fatto

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. I giudici hanno sottolineato come la sentenza impugnata avesse già correttamente evidenziato l’assenza dei presupposti per l’applicazione della causa di non punibilità. La valutazione non deve basarsi su percezioni soggettive di ‘negligenza’ o su un’astratta ‘esiguità del pericolo’, bensì su concreti elementi fattuali che delineano la gravità della condotta.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione su tre elementi oggettivi e inequivocabili che dimostravano la non tenuità del fatto:

1. Le dimensioni della lama: L’arma portata dall’imputato era un coltello con una lama di ‘non modeste dimensioni’. Questo dettaglio, lungi dall’essere trascurabile, indica una maggiore potenzialità offensiva.
2. Il contesto del porto: La condotta si è svolta in un luogo pubblico, e per di più in prossimità di un parco giochi frequentato da bambini. Questo elemento aumenta significativamente la gravità del comportamento, poiché espone a un potenziale pericolo una categoria di persone particolarmente vulnerabili.
3. L’implausibilità della giustificazione: La Corte d’Appello aveva già qualificato come ‘assolutamente implausibile’ la giustificazione fornita dall’imputato per il porto dell’arma. La mancanza di una ragione valida e credibile ha ulteriormente pesato nella valutazione negativa.

La Cassazione ha concluso che gli argomenti del ricorrente costituivano un mero ‘dissenso’ rispetto alla valutazione dei giudici di merito e non sollevavano questioni di legittimità meritevoli di esame. Pertanto, il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. non è automatica ma richiede un’attenta valutazione della gravità complessiva del reato. Nel contesto del porto d’armi, fattori come le caratteristiche dell’arma e il luogo in cui viene portata assumono un’importanza decisiva. Portare un coltello di dimensioni rilevanti vicino a un’area frequentata da bambini è una condotta che, secondo la Corte, non può mai essere liquidata come un ‘fatto di particolare tenuità’. La decisione serve da monito, confermando che la pericolosità sociale di certe condotte osta all’applicazione di istituti premiali, e comporta, in caso di ricorso infondato, la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Quando il porto di un’arma come un coltello non può essere considerato un fatto di ‘particolare tenuità’?
Secondo questa ordinanza, non può essere considerato tale quando sussistono elementi oggettivi che ne dimostrano la gravità, come le dimensioni non modeste della lama, il fatto di portarla in un luogo pubblico sensibile come un parco giochi per bambini, e l’assoluta implausibilità della giustificazione fornita.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le argomentazioni presentate erano considerate un mero dissenso rispetto alla valutazione dei fatti già correttamente operata dalla Corte d’Appello. Il ricorrente non ha sollevato valide questioni di diritto, ma ha tentato di ottenere una nuova e diversa valutazione del merito della vicenda, cosa non consentita in sede di legittimità.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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