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Porto abusivo di armi: coltello nel bagaglio è reato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per porto abusivo di armi. L’imputato era stato trovato in possesso di un coltello riposto nella tasca di un giubbotto, a sua volta contenuto in un bagaglio. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che la collocazione dell’arma non ne escludeva la pronta utilizzabilità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Porto Abusivo di Armi: Quando un Coltello nel Bagaglio Diventa Reato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22779/2024, è tornata a pronunciarsi su un tema delicato e di grande attualità: il porto abusivo di armi. La decisione chiarisce un punto fondamentale: anche un coltello riposto all’interno di un bagaglio può integrare il reato, se l’arma risulta comunque ‘prontamente utilizzabile’. Analizziamo nel dettaglio questa importante pronuncia.

Il Caso in Esame: Dalla Condanna al Ricorso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo alla pena di tre mesi di arresto e 500,00 euro di ammenda. Il reato contestato era quello previsto dall’art. 4 della legge n. 110 del 1975, per aver portato con sé un coltello senza un giustificato motivo. La particolarità del caso risiedeva nella modalità di detenzione dell’arma: il coltello era stato trovato all’interno di una tasca di un giubbotto, che a sua volta era stato riposto dentro un bagaglio.

Sia il tribunale di primo grado che la Corte d’Appello di Genova avevano confermato la colpevolezza dell’imputato. Nonostante ciò, l’uomo ha deciso di presentare ricorso per Cassazione, lamentando carenze motivazionali nella sentenza d’appello e chiedendo un riesame nel merito della sua posizione, sostenendo implicitamente che la collocazione dell’arma ne escludesse la pericolosità immediata.

L’inammissibilità del ricorso per porto abusivo di armi

Il ricorso presentato alla Suprema Corte mirava a ottenere una nuova valutazione dei fatti, contestando l’interpretazione data dai giudici di merito. Tuttavia, la Cassazione ha un ruolo specifico: non è un terzo grado di giudizio dove si riesaminano le prove, ma un giudice di legittimità che verifica la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione delle sentenze precedenti. Il ricorso, proponendo una rivalutazione fattuale, è stato quindi ritenuto al di fuori dei poteri della Corte.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la sua decisione su un principio consolidato. I giudici hanno sottolineato che la Corte d’Appello aveva correttamente valutato la vicenda, rispettando le regole della logica e le risultanze processuali. Il cuore della motivazione risiede nel concetto di ‘pronta utilizzabilità’ dell’arma. Secondo la Suprema Corte, il giudice di merito ha ragionevolmente apprezzato che, nonostante il coltello fosse in una tasca di un giubbotto all’interno di un bagaglio, esso era comunque utilizzabile in tempi brevi. La modalità di custodia, quindi, non era tale da escludere la configurabilità del reato di porto abusivo di armi. La valutazione sulla facilità con cui l’arma poteva essere estratta e usata è una questione di fatto, la cui valutazione spetta al giudice di merito e non può essere ridiscussa in sede di legittimità se la motivazione è, come in questo caso, logica e coerente.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: per configurare il reato di porto abusivo di armi, non è necessario che l’arma sia tenuta in mano o nella tasca dei pantaloni. Ciò che conta è la sua potenziale e rapida disponibilità all’uso. La decisione serve da monito: la legge punisce il semplice atto di portare con sé un’arma senza giustificato motivo in un luogo pubblico, a prescindere dalle modalità con cui questa viene occultata, se tali modalità non ne impediscono di fatto un uso relativamente rapido. La conseguenza diretta per il ricorrente è stata non solo la conferma della condanna, ma anche l’ulteriore condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale in caso di inammissibilità del ricorso.

Portare un coltello in una borsa è considerato porto abusivo di armi?
Sì, secondo questa ordinanza può esserlo. Il fattore decisivo è la ‘pronta utilizzabilità’ dell’arma. Anche se il coltello si trova in una tasca di un indumento riposto in un bagaglio, il giudice può ritenere che sia sufficientemente accessibile per configurare il reato.

Perché il ricorso alla Corte di Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché, invece di contestare vizi di legittimità (cioè errori nell’applicazione della legge o motivazioni illogiche), chiedeva un riesame dei fatti e delle prove. La Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio di merito e non può rivalutare come si sono svolti i fatti, compito che spetta ai giudici dei gradi precedenti.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito dell’inammissibilità del ricorso?
A causa dell’inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato non solo a pagare le spese del procedimento, ma anche a versare una somma aggiuntiva di tremila euro alla Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un ricorso privo dei presupposti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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