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Pluralità di truffe: reati distinti o unico crimine?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21116/2024, ha annullato una condanna per truffa aggravata, stabilendo un principio fondamentale sulla pluralità di truffe. La Corte ha chiarito che raggirare più persone con promesse di lavoro costituisce una serie di reati distinti e non un’unica truffa collettiva. Questa distinzione è cruciale per il calcolo della prescrizione, che deve essere valutata per ogni singolo episodio criminoso. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione alla luce di questo principio.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pluralità di truffe: la Cassazione chiarisce quando più raggiri sono reati distinti

Con la recente sentenza n. 21116 del 2024, la Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso complesso che solleva importanti questioni sulla qualificazione giuridica di condotte fraudolente multiple. La decisione è fondamentale per comprendere la differenza tra un unico reato continuato e una pluralità di truffe distinte, una distinzione con notevoli conseguenze pratiche, soprattutto in materia di prescrizione. Il caso riguardava due imputati condannati per aver ingannato diverse persone con la promessa di un posto di lavoro in una struttura sanitaria in cambio di denaro.

I Fatti di Causa

Due individui erano stati condannati in primo e secondo grado per una serie di reati, tra cui truffe pluriaggravate e falsi in certificazioni. Secondo l’accusa, i due, di cui uno lavorava presso lo sportello accettazione di una clinica, avevano orchestrato un elaborato schema per ingannare numerose vittime. Promettevano loro un’assunzione presso la struttura sanitaria, inducendole a versare somme di denaro. La Corte d’Appello aveva parzialmente riformato la prima sentenza, ma aveva confermato l’impianto accusatorio principale. La difesa di uno degli imputati ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui la corretta qualificazione dei fatti come un’unica truffa o come episodi distinti.

L’analisi della Cassazione sulla pluralità di truffe

La Corte di Cassazione ha rigettato gran parte dei motivi di ricorso, ritenendoli infondati o volti a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. Ad esempio, ha confermato che il ruolo dell’imputato non era marginale ma parte di un piano criminoso condiviso. Ha inoltre confermato la qualifica di ‘incaricato di pubblico servizio’ per l’addetto all’accettazione della clinica convenzionata, data la natura pubblicistica delle funzioni svolte.

Tuttavia, la Corte ha accolto il motivo di ricorso cruciale relativo alla pluralità di truffe. I giudici di merito avevano erroneamente considerato tutte le condotte fraudolente come un’unica truffa commessa ai danni di più persone. La Cassazione ha invece stabilito che non vi erano elementi per sostenere l’esistenza di un’unica attività decettiva collettiva. Al contrario, ogni singolo raggiro, mirato a uno specifico individuo per ottenere la promessa assunzione, costituiva un episodio di truffa autonomo e distinto dagli altri.

L’impatto della pluralità di truffe sulla prescrizione

Questa riqualificazione giuridica ha un impatto determinante sul calcolo della prescrizione del reato. Se si fosse trattato di un’unica truffa, il termine di prescrizione sarebbe decorso dal compimento dell’ultimo atto della condotta criminosa complessiva. Configurando invece una pluralità di truffe, ogni reato è autonomo. Di conseguenza, la prescrizione deve essere calcolata separatamente per ciascun episodio, a partire dal momento in cui ogni singola truffa è stata consumata. Ciò potrebbe portare all’estinzione di alcuni dei reati contestati per decorrenza dei termini.

Le motivazioni

La motivazione centrale della Corte risiede nell’assenza di un nesso che unisca le diverse condotte in un’unica azione criminosa. I giudici hanno sottolineato che le specifiche truffe avevano come ‘mira’ singoli individui, ciascuno interessato alla propria assunzione. Non si è trattato di un’esecuzione prolungata di una truffa che ha coinvolto unitariamente più persone, ma di una serie di azioni distinte, ognuna con la propria vittima e il proprio sviluppo temporale. Di conseguenza, è logicamente e giuridicamente errato unificare questi episodi in un unico reato. L’affermazione dei giudici di merito, adottata come premessa per il calcolo della prescrizione, è stata definita ‘destituita di fondamento logico e giuridico’.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, rinviando il caso a un’altra sezione della Corte d’Appello di Napoli. Il nuovo giudice dovrà ricalcolare i termini di prescrizione per ogni singolo episodio di truffa, in base al principio stabilito dalla Suprema Corte. Questa sentenza riafferma un principio importante: la serialità di condotte illecite non implica automaticamente l’unicità del reato. È necessario analizzare la struttura di ogni singola azione per determinare se si tratti di episodi autonomi, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di procedibilità e di estinzione del reato.

Quando più raggiri a persone diverse costituiscono un unico reato di truffa?
Secondo la sentenza, quando le condotte hanno come ‘mira’ singoli interessati e non vi è un’attività decettiva collettiva o un’esecuzione prolungata che avvinca unitariamente più persone, si è in presenza di una pluralità di truffe distinte e non di un unico reato.

Un dipendente di una clinica privata convenzionata può essere considerato ‘incaricato di pubblico servizio’?
Sì. La Corte ha confermato che la qualifica non dipende dalla natura pubblica o privata del datore di lavoro, ma dalla natura dell’attività svolta. Se l’attività, come quella di accettazione e certificazione, è regolata da norme pubblicistiche e interloquisce con il pubblico, il dipendente assume la qualifica di incaricato di pubblico servizio.

Qual è la conseguenza del considerare le truffe come reati distinti invece che un unico reato?
La conseguenza principale riguarda la prescrizione. Per una pluralità di truffe, il termine di prescrizione deve essere calcolato separatamente per ogni singolo episodio criminoso, a partire dalla data di consumazione di ciascuno. Questo può portare all’estinzione per prescrizione di alcuni dei reati contestati, cosa che non accadrebbe se fossero considerati parte di un unico reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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