LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Piccolo spaccio: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di stupefacenti, il quale chiedeva la riqualificazione del reato nella più lieve ipotesi di piccolo spaccio. La Corte ha stabilito che il ricorso era una mera riproposizione dei motivi d’appello e un tentativo inammissibile di ottenere una nuova valutazione dei fatti. La decisione conferma che la distinzione tra spaccio ordinario e piccolo spaccio si basa su una valutazione complessiva di elementi come la sistematicità e la portata dell’attività, che non può essere rimessa in discussione in sede di legittimità se la motivazione del giudice di merito è logica.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Piccolo Spaccio: I Limiti del Ricorso in Cassazione

L’ordinanza n. 38573/2024 della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui confini tra il reato di spaccio di stupefacenti e la sua attenuante del piccolo spaccio. La decisione sottolinea i limiti del ricorso per cassazione, ribadendo che la Suprema Corte non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge. Analizziamo insieme questo caso per capire quando un’attività di cessione di droga può essere considerata di lieve entità e quali sono i requisiti di ammissibilità di un ricorso.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine dalla condanna di un individuo da parte del GUP del Tribunale di Asti per molteplici episodi di cessione di sostanze stupefacenti, avvenuti tra il 2019 e il 2021. La Corte d’Appello di Torino, successivamente adita, aveva parzialmente riformato la sentenza: pur annullando un capo d’imputazione e assolvendo l’imputato da altri due, aveva confermato la sua colpevolezza per le restanti accuse, riducendo la pena.

Non soddisfatto della decisione, l’imputato ha presentato ricorso in Cassazione. Il suo unico motivo di doglianza riguardava la mancata riqualificazione dei reati nella fattispecie di piccolo spaccio, prevista dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990, che comporta una pena significativamente inferiore.

La Questione del Piccolo Spaccio nel Ricorso

La difesa sosteneva che le condotte contestate dovessero rientrare nell’ipotesi del piccolo spaccio. Questa fattispecie autonoma di reato si configura quando l’attività di spaccio presenta una minore portata complessiva. I giudici valutano diversi parametri, come la quantità e qualità della sostanza, le modalità dell’azione, i mezzi utilizzati e i potenziali guadagni, per determinare se l’offensività della condotta sia contenuta.

Il ricorrente, tuttavia, si è scontrato con una ferma opposizione da parte della Suprema Corte, che ha ritenuto il suo ricorso manifestamente inammissibile.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su due pilastri fondamentali.

1. Inammissibilità per Genericità e Ripetitività

In primo luogo, il ricorso è stato giudicato una mera riproposizione delle argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello. La giurisprudenza, consolidata anche a Sezioni Unite, stabilisce che il ricorso per cassazione non può limitarsi a ripetere le stesse doglianze, ma deve contenere una critica specifica e puntuale delle ragioni esposte nella sentenza impugnata. In assenza di un confronto argomentativo con la decisione di secondo grado, il ricorso risulta generico e, quindi, inammissibile.

2. Inammissibilità per la Richiesta di Rivalutazione dei Fatti

In secondo luogo, e in modo ancora più decisivo, la Corte ha evidenziato che la richiesta di qualificare il fatto come piccolo spaccio si traduceva in una pretesa di rilettura delle risultanze istruttorie. Il ricorrente, di fatto, chiedeva alla Cassazione di rivalutare le prove e di giungere a una conclusione diversa da quella dei giudici di merito. Questo compito, però, esula completamente dalle funzioni della Corte di Cassazione, che è giudice di legittimità e non di merito.

I giudici di secondo grado avevano già fornito una motivazione logica e completa per escludere il piccolo spaccio, valorizzando elementi concreti quali:
* La pluralità e sistematicità delle condotte;
* La tipologia della sostanza ceduta;
* La stabile dedizione dell’imputato al commercio illecito;
* Il suo ruolo di punto di riferimento nella zona per la vendita di vari tipi di stupefacenti.

Questi fattori, nel loro insieme, delineavano un’attività criminale non occasionale o di portata limitata, ma organizzata e prolungata, incompatibile con la nozione di lieve entità.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame ribadisce un principio cruciale del nostro sistema processuale: la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul fatto. Le valutazioni relative alla qualificazione giuridica di una condotta, come la distinzione tra spaccio e piccolo spaccio, sono rimesse al giudice di merito.

Questa decisione insegna che un ricorso per cassazione ha speranze di successo solo se si concentra su vizi di legittimità (come la violazione di legge o il vizio di motivazione palesemente illogica), e non se tenta di sollecitare una nuova e diversa interpretazione delle prove. Per l’imputato, la conseguenza è la condanna definitiva al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, a conferma che un ricorso infondato comporta costi certi.

Quando un’attività di spaccio può essere considerata ‘piccolo spaccio’?
Secondo la Corte, il piccolo spaccio si configura in ipotesi di minore portata complessiva dell’attività dello spacciatore, con ridotta circolazione di merce e denaro e potenzialità di guadagni limitati. Un’attività prolungata e rivolta a un numero indiscriminato di soggetti non rientra in questa categoria.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché costituiva una semplice riproposizione dei motivi già respinti in appello, senza un confronto critico con la sentenza impugnata, e perché chiedeva una nuova valutazione dei fatti, compito che non spetta alla Corte di Cassazione.

Quali elementi specifici ha considerato la Corte d’Appello per escludere il piccolo spaccio?
La Corte d’Appello ha escluso tale ipotesi basandosi sulla pluralità e sistematicità delle condotte di spaccio, la tipologia della sostanza, la stabile dedizione dell’imputato a tale commercio e il suo ruolo di punto di riferimento nella zona per la vendita di vari tipi di droga.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati