LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Persona offesa falsa testimonianza: chi può opporsi?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino contro un’ordinanza di archiviazione per il reato di falsa testimonianza. La Corte ha stabilito che l’unica persona offesa in questo tipo di reato è lo Stato, poiché viene leso l’interesse al corretto funzionamento della giustizia. Di conseguenza, il privato cittadino non ha la legittimazione per opporsi all’archiviazione. L’appello è stato quindi respinto con condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Persona Offesa Falsa Testimonianza: Solo lo Stato Può Agire

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un principio fondamentale del diritto processuale penale, chiarendo chi sia la persona offesa falsa testimonianza e, di conseguenza, chi abbia il diritto di opporsi a una richiesta di archiviazione. La decisione sottolinea come l’interesse protetto da questo reato sia il corretto funzionamento della giustizia, un bene che appartiene alla collettività e non al singolo individuo che si sente danneggiato dalla deposizione mendace. Analizziamo insieme la vicenda e le conclusioni dei giudici.

I Fatti del Caso: Il Ricorso Contro l’Archiviazione

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un privato cittadino, qualificatosi come parte offesa in un procedimento penale, avverso l’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) che aveva disposto l’archiviazione del fascicolo relativo a un’ipotesi di reato di falsa testimonianza. Il ricorrente, ritenendosi direttamente leso dalla presunta testimonianza non veritiera, aveva presentato opposizione alla richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero. Il GIP, tuttavia, aveva dichiarato inammissibile tale opposizione, portando il cittadino a impugnare questa decisione dinanzi alla Corte di Cassazione.

Persona Offesa Falsa Testimonianza: L’Analisi della Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la correttezza della decisione del GIP. I giudici hanno ribadito un orientamento consolidato, secondo cui i provvedimenti di archiviazione non sono, di regola, soggetti a impugnazione, salvo casi eccezionali di “abnormità” che non ricorrevano nella fattispecie.

Il punto cruciale della decisione riguarda l’identificazione della persona offesa falsa testimonianza. La Corte ha chiarito che il reato di falsa testimonianza lede l’interesse al corretto e leale svolgimento dell’attività giudiziaria. Questo bene giuridico appartiene allo Stato e non al privato cittadino, anche se quest’ultimo può aver subito conseguenze negative dalla deposizione. Pertanto, l’unico soggetto legittimato a essere considerato “persona offesa” è lo Stato.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su diversi pilastri argomentativi:

1. Non Impugnabilità del Provvedimento: In primo luogo, l’ordinanza di archiviazione è un provvedimento non soggetto a ricorso per cassazione, se non in casi eccezionali non ravvisabili nel caso di specie.

2. Identificazione della Persona Offesa: La motivazione centrale risiede nella corretta qualificazione giuridica della parte offesa. Richiamando una precedente sentenza (n. 20535 del 2018), la Corte ha affermato che nel delitto di falsa testimonianza, la persona offesa è esclusivamente lo Stato. Di conseguenza, il privato cittadino non ha la legittimazione a presentare opposizione alla richiesta di archiviazione, rendendo la sua azione processualmente inammissibile sin dall’inizio.

3. Irrilevanza della Trasmissione Atti al PM: La Corte ha inoltre precisato che la facoltà del giudice di trasmettere gli atti al Pubblico Ministero per valutare l’esistenza di un reato diverso da quello inizialmente ipotizzato non ha carattere decisorio e non pregiudica in alcun modo i diritti di difesa dell’eventuale indagato.

Le Conclusioni: Inammissibilità e Condanna alle Spese

In conclusione, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile de plano, ovvero senza la necessità di un’udienza, ai sensi dell’art. 610, comma 5-bis del codice di procedura penale. Questa decisione comporta non solo la conferma del provvedimento impugnato, ma anche conseguenze economiche per il ricorrente. A causa dei profili di colpa ravvisati nella proposizione di un ricorso palesemente inammissibile, il cittadino è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia riafferma un principio importante: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato nel rispetto delle regole processuali, e l’abuso dello strumento impugnatorio può comportare sanzioni.

Chi è la persona offesa nel reato di falsa testimonianza?
Secondo la Corte di Cassazione, l’unica persona offesa dal reato di falsa testimonianza è lo Stato, in quanto il reato lede il corretto funzionamento dell’amministrazione della giustizia.

Un cittadino privato può opporsi alla richiesta di archiviazione per il reato di falsa testimonianza?
No. Poiché il cittadino privato non è qualificato come “persona offesa” per questo specifico reato, la sua opposizione alla richiesta di archiviazione è inammissibile.

Cosa succede se si presenta un ricorso in Cassazione contro un’ordinanza di archiviazione non impugnabile?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende a causa della colpa nel presentare un’impugnazione non consentita dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati