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Permesso sorveglianza speciale: limiti e requisiti

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo sottoposto a sorveglianza speciale a cui era stato negato un permesso per visitare il figlio in carcere. La decisione conferma che un permesso sorveglianza speciale può essere concesso solo per motivi familiari di eccezionale gravità, urgenza e necessità assoluta, che devono essere specificamente provati, soprattutto in presenza di una qualificata pericolosità sociale del richiedente.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Permesso Sorveglianza Speciale: Quando Prevalgono i Diritti Familiari?

Ottenere un permesso sorveglianza speciale per allontanarsi dal comune di residenza è un’eccezione rara, governata da regole ferree. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18246 del 2025, torna a ribadire la necessità di requisiti stringenti, anche quando in gioco ci sono i legami familiari. Il caso analizzato riguarda la richiesta di un uomo, sottoposto a sorveglianza speciale, di poter visitare il figlio detenuto in carcere. Una richiesta apparentemente legittima, ma che si è scontrata con la rigorosa interpretazione della legge e la valutazione della pericolosità sociale del soggetto.

I Fatti del Caso

Un uomo, soggetto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel proprio comune, presentava un’istanza al Tribunale per essere autorizzato a recarsi presso un istituto penitenziario situato in un’altra città. Lo scopo era quello di effettuare un colloquio con il figlio, attualmente detenuto. Il Tribunale di Caltanisetta rigettava la richiesta. Contro tale provvedimento, l’uomo proponeva ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge e una carenza di motivazione, sostenendo che la decisione ledesse il diritto fondamentale al mantenimento delle relazioni familiari.

La Decisione della Corte

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. La decisione del Tribunale di negare il permesso è stata considerata corretta e in linea con l’orientamento consolidato della giurisprudenza di legittimità. La Corte ha sottolineato che le esigenze di tutela della sicurezza pubblica, alla base della misura di prevenzione, impongono un’interpretazione molto restrittiva delle deroghe all’obbligo di soggiorno.

Le Motivazioni: Il Rigoroso Bilanciamento tra Sicurezza e Diritti

Il cuore della pronuncia risiede nell’interpretazione dell’art. 12 del D.Lgs. 159/2011. Questa norma consente di autorizzare un allontanamento temporaneo solo in presenza di ‘gravi e comprovati motivi’ di salute o di famiglia che rendano ‘assolutamente necessario ed urgente’ lo spostamento. La giurisprudenza, come ribadito dalla Corte, interpreta questa disposizione stricto iure, ovvero in senso stretto. Le eccezioni sono ammesse solo se rispondono a criteri di gravità e urgenza previsti espressamente dalla legge.

Nel caso specifico, due fattori sono stati decisivi per il rigetto:
1. La Pericolosità Sociale: Il Tribunale aveva correttamente valorizzato l’elevata pericolosità del richiedente, definito come soggetto con ‘pericolosità sociale qualificata dal vincolo associativo’. Questo elemento ha imposto una valutazione ancora più rigorosa delle esigenze di prevenzione.
2. La Genericità dell’Istanza: La richiesta di permesso era stata giudicata assolutamente generica. L’istante non aveva esplicitato le ragioni specifiche che rendevano il colloquio con il figlio ‘indifferibile ed assolutamente necessario’. Non basta invocare il diritto ai rapporti familiari; è indispensabile dimostrare perché quel contatto, in quel preciso momento, sia improrogabile e indispensabile, al punto da giustificare un’eccezione alla misura di sicurezza.

Conclusioni

La sentenza in esame offre un’importante lezione pratica: chi si trova in regime di sorveglianza speciale e intende chiedere un permesso sorveglianza speciale per motivi familiari deve preparare un’istanza estremamente dettagliata e circostanziata. Non è sufficiente manifestare il desiderio di vedere un parente, anche se detenuto. È obbligatorio fornire prove concrete che attestino la gravità, l’urgenza e l’assoluta necessità dell’allontanamento, dimostrando che la situazione non può essere risolta in altro modo o in un altro momento. In assenza di tali elementi, le esigenze di salvaguardia della sicurezza pubblica prevarranno inevitabilmente sul diritto personale.

Una persona in sorveglianza speciale può ottenere un permesso per visitare un parente detenuto?
Sì, ma solo in circostanze eccezionali. La legge richiede che vi siano ‘gravi e comprovati motivi di famiglia che rendano assolutamente necessario ed urgente l’allontanamento’, e la semplice volontà di mantenere i legami familiari non è di per sé sufficiente.

Quali sono i requisiti per ottenere un permesso di allontanamento durante la sorveglianza speciale?
I motivi devono essere gravi, comprovati, e tali da rendere lo spostamento assolutamente necessario e urgente. L’istanza deve specificare in dettaglio le ragioni dell’indifferibilità, dimostrando perché l’incontro non possa essere rimandato o sostituito da altri mezzi di comunicazione.

Perché la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso in questo caso?
La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile perché la richiesta di permesso era generica e non provava la necessità e l’urgenza del colloquio. Inoltre, la decisione è stata influenzata dall’elevata pericolosità sociale del richiedente, che imponeva una valutazione ancora più severa delle esigenze di sicurezza pubblica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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