LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Permesso premio: la nuova legge non è retroattiva

La Corte di Cassazione ha annullato il diniego di un permesso premio a un detenuto. La richiesta era stata presentata prima dell’entrata in vigore di una legge più restrittiva. I giudici hanno stabilito che le nuove norme non possono essere applicate retroattivamente a istanze pendenti, se al richiedente non viene data la possibilità di adeguare la propria domanda ai nuovi, più onerosi, requisiti probatori.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Permesso Premio e Nuove Leggi: la Cassazione Sancisce l’Irretroattività Sfavorevole

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14462/2025, affronta un tema cruciale nell’esecuzione della pena: l’applicazione di una nuova legge più restrittiva a una domanda di permesso premio presentata prima della sua entrata in vigore. La decisione stabilisce un importante principio a tutela del detenuto, affermando che le modifiche normative peggiorative non possono essere applicate retroattivamente senza concedere all’interessato la possibilità di adeguare la propria istanza.

Il Contesto: la Domanda di Permesso Premio e il Cambio Normativo

Il caso riguarda un detenuto, recluso dal 1990 per reati di criminalità organizzata, che nel 2021 aveva avanzato richiesta per ottenere un permesso premio. All’epoca della domanda, la normativa di riferimento era quella scaturita dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 253/2019. Tuttavia, prima che la sua istanza venisse decisa, è intervenuto il D.L. n. 162/2022, che ha modificato l’art. 4 bis dell’ordinamento penitenziario, introducendo oneri probatori più gravosi per i detenuti non collaboranti con la giustizia. In particolare, la nuova norma ha posto un accento più stringente sulla dimostrazione dell’adempimento degli obblighi risarcitori verso le vittime del reato.

La Decisione del Tribunale di Sorveglianza: Applicazione della Nuova Legge

Il Tribunale di Sorveglianza di Bologna, chiamato a decidere sul reclamo del detenuto, ha scelto di applicare la nuova e più severa disciplina introdotta nel 2022. Di conseguenza, ha respinto la richiesta di permesso premio per due ragioni principali: in primo luogo, ha ritenuto che il detenuto non avesse soddisfatto i nuovi oneri dimostrativi, specialmente per quanto riguarda gli aspetti risarcitori; in secondo luogo, ha rilevato una carenza nel percorso di revisione critica del proprio passato criminale.

Le Motivazioni della Cassazione sul Permesso Premio

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del difensore, annullando la decisione del Tribunale e rinviando per un nuovo giudizio. Il ragionamento della Corte si fonda su un principio di equità procedurale e di corretta successione delle leggi nel tempo.

Il Principio di Diritto: Irretroattività della Norma Sfavorevole

Il punto centrale della sentenza è il riconoscimento che la disciplina introdotta nel 2022 è oggettivamente peggiorativa (in peius) rispetto a quella vigente nel 2021, quando la domanda era stata presentata. La nuova legge impone al detenuto oneri di allegazione e prova più complessi, in particolare sulla dimostrazione di aver risarcito il danno o sull’impossibilità assoluta di farlo.

L’Onere di Integrazione della Domanda

I giudici supremi hanno stabilito che l’applicazione di queste nuove, più gravose, disposizioni è “condizionata” alla concreta possibilità per l’istante di aggiornare e integrare la sua domanda originaria. Nel caso di specie, non è emerso che al detenuto sia stata offerta questa opportunità. Non si può applicare retroattivamente una norma più severa a una procedura in corso senza prima mettere il richiedente nelle condizioni di adeguarsi ai nuovi requisiti. Questo passaggio è fondamentale per garantire il diritto di difesa e un giusto procedimento.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

La pronuncia della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Stabilisce che, in caso di modifiche legislative peggiorative in materia di benefici penitenziari, il giudice non può limitarsi ad applicare la nuova norma alle istanze pendenti. Deve, invece, garantire al detenuto un contraddittorio effettivo, invitandolo a integrare la documentazione alla luce dei nuovi requisiti. Questa decisione rafforza le garanzie procedurali per i detenuti e riafferma il principio secondo cui le regole del gioco non possono cambiare a partita in corso senza dare ai partecipanti la possibilità di adattare la propria strategia. Il caso torna ora al Tribunale di Sorveglianza di Bologna, che dovrà riesaminare la richiesta tenendo conto dei principi espressi dalla Suprema Corte.

Una nuova legge più severa sui permessi premio si applica alle domande già presentate?
No, secondo la Corte di Cassazione, una nuova legge più restrittiva non può essere applicata automaticamente. La sua applicabilità è condizionata alla concreta possibilità, offerta al richiedente, di aggiornare e integrare la sua domanda originaria per conformarsi ai nuovi e più gravosi requisiti.

Qual era l’onere specifico introdotto dalla nuova legge nel caso di specie?
La nuova normativa (d.l. n. 162 del 2022) ha introdotto oneri dimostrativi più stringenti, con particolare riferimento alla dimostrazione dell’avvenuto adempimento delle obbligazioni civili e risarcitorie nei confronti delle vittime, o delle ragioni della loro assoluta impossibilità.

Cosa succede ora che la Cassazione ha annullato l’ordinanza?
L’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza è stata annullata con rinvio. Ciò significa che lo stesso Tribunale dovrà riesaminare il caso, ma questa volta dovrà attenersi al principio di diritto stabilito dalla Cassazione, valutando la domanda secondo la normativa vigente al momento della sua presentazione o, in alternativa, dando al detenuto la possibilità di integrarla.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati