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Permesso in sanatoria: non estingue il reato di falso

La Corte di Cassazione ha stabilito che un permesso di costruire in sanatoria ha un effetto estintivo limitato ai soli reati contravvenzionali urbanistici. Non può, invece, cancellare il distinto delitto di falso commesso nel contesto della pratica edilizia, come le false dichiarazioni per ottenere l’agibilità. La Suprema Corte ha quindi annullato la decisione di un tribunale che aveva erroneamente dichiarato l’improcedibilità anche per il reato di falso, rinviando il caso alla Corte d’Appello per un nuovo giudizio su questo specifico punto.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Permesso in Sanatoria: La Cassazione Chiarisce i Limiti dell’Effetto Estintivo

Il permesso in sanatoria rappresenta uno strumento cruciale per regolarizzare abusi edilizi, ma quali sono i suoi reali confini? Può un’autorizzazione a posteriori cancellare tutti i reati commessi, inclusi quelli di falso? Con la sentenza n. 29721/2024, la Corte di Cassazione ha tracciato una linea netta, affermando che la sanatoria estingue le sole contravvenzioni urbanistiche, lasciando intatto il delitto di falso. Questa decisione offre un importante chiarimento sull’autonomia delle diverse fattispecie di reato.

I Fatti del Caso: Abuso Edilizio e False Dichiarazioni

Il caso trae origine da un procedimento penale a carico di diversi imputati per reati connessi alla realizzazione di un’opera edilizia. Le accuse erano di due tipi:
1. Reati edilizi e paesaggistici (Capo A): Violazioni delle normative urbanistiche, come la costruzione in assenza dei necessari permessi.
2. Reato di falso (Capo B): False dichiarazioni rese nelle certificazioni presentate per ottenere il rilascio del certificato di agibilità dell’immobile.

In primo grado, il Tribunale aveva dichiarato il non doversi procedere per tutti i reati contestati. La motivazione alla base di questa decisione era l’intervenuto rilascio di un permesso in sanatoria e di un parere di compatibilità paesaggistica, ritenuti sufficienti a estinguere ogni illecito.

La Decisione del Tribunale e il Ricorso del Procuratore

Contro questa sentenza, il Procuratore Generale presso la Corte d’appello ha proposto ricorso per cassazione. L’impugnazione non contestava l’effetto estintivo della sanatoria sui reati edilizi (Capo A), ma si concentrava esclusivamente sulla declaratoria di improcedibilità per il reato di falso (Capo B).

Secondo il Procuratore, il Tribunale aveva errato nell’estendere automaticamente gli effetti della sanatoria anche al delitto di falso. La legge, infatti, è chiara nel limitare l’estinzione ai soli illeciti contravvenzionali previsti dalle norme urbanistiche.

L’Effetto Estintivo del Permesso in Sanatoria Secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, giudicandolo fondato. I giudici supremi hanno ribadito un principio fondamentale del diritto penale: l’effetto estintivo del permesso in sanatoria, disciplinato dall’art. 45, comma 3, del d.P.R. 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia), è circoscritto. La norma recita: “Il rilascio in sanatoria del permesso di costruire estingue i reati contravvenzionali previsti dalle norme urbanistiche vigenti”.

Questa disposizione, per sua stessa natura, non può essere applicata a reati di diversa natura, come il delitto di falso. Il reato di falso ideologico commesso da un privato in un atto pubblico (art. 483 c.p.) tutela un bene giuridico differente: la fede pubblica. Non è una contravvenzione urbanistica e, pertanto, non rientra nell’ambito di applicazione della norma sulla sanatoria.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte è stata netta e precisa. Il Tribunale di merito non aveva fornito alcuna spiegazione logico-giuridica sul perché la sanatoria edilizia dovesse avere un’incidenza sul reato di falso. La sentenza impugnata si era limitata a prendere atto della regolarizzazione amministrativa, senza distinguere la natura e l’oggetto dei diversi reati contestati.

La Cassazione ha evidenziato che non esiste alcuna disposizione di legge che preveda un effetto estintivo della sanatoria edilizia sul delitto di falso. Di conseguenza, la decisione del Tribunale di dichiarare l’improcedibilità anche per il Capo B era errata in diritto. L’erroneità della decisione ha imposto l’annullamento della sentenza limitatamente a questo punto, con rinvio alla Corte d’appello per un nuovo giudizio che valuti nel merito la sussistenza del reato di falso.

Conclusioni: L’Autonomia del Reato di Falso

La sentenza in esame rafforza il principio di autonomia tra gli illeciti edilizi e i delitti contro la fede pubblica. Ottenere un permesso in sanatoria regolarizza l’immobile dal punto di vista urbanistico e estingue le relative contravvenzioni, ma non “pulisce” la condotta di chi ha reso dichiarazioni mendaci per raggiungere i propri scopi. Chi presenta certificazioni false per ottenere l’agibilità commette un reato a sé stante, che segue il suo corso processuale indipendentemente dall’esito della pratica edilizia. Questa pronuncia serve da monito: la regolarizzazione amministrativa non è un’assoluzione penale generalizzata.

Il rilascio di un permesso di costruire in sanatoria estingue tutti i reati connessi all’abuso edilizio?
No, la sanatoria estingue esclusivamente i reati contravvenzionali previsti dalle norme urbanistiche, come la costruzione senza permesso. Non ha alcun effetto estintivo su reati di diversa natura, come il delitto di falso.

Perché il reato di falso non viene estinto dal permesso in sanatoria?
Perché il reato di falso (in questo caso, false dichiarazioni per ottenere un certificato di agibilità) è un delitto autonomo che lede un bene giuridico diverso, ovvero la fede pubblica, e non è una contravvenzione urbanistica. L’art. 45 del d.P.R. 380/2001 limita l’effetto estintivo ai soli reati contravvenzionali edilizi.

Cosa succede dopo che la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza?
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza solo per quanto riguarda il reato di falso e ha rinviato il caso alla Corte d’appello per un nuovo processo su quel punto specifico. La decisione di non procedere per i reati edilizi contravvenzionali, invece, rimane valida.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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