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Periculum in mora: obbligo di motivazione rafforzata

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di sequestro preventivo finalizzato a confisca allargata nei confronti di un soggetto indagato per associazione mafiosa. Il motivo non risiede nella liceità dei beni, ma nella totale assenza di una motivazione concreta sul periculum in mora, ovvero il rischio effettivo di dispersione dei beni. La Corte ha ribadito che non sono sufficienti mere formule di stile, ma è necessaria una valutazione specifica e puntuale del pericolo, annullando con rinvio il provvedimento.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Periculum in mora: la Cassazione esige una motivazione concreta, no a formule di stile

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 45273/2024, ha riaffermato un principio fondamentale in materia di misure cautelari reali: la necessità di una motivazione specifica e non apparente sul periculum in mora. Questo principio si applica anche al sequestro preventivo finalizzato alla confisca allargata, una misura incisiva che colpisce i patrimoni di provenienza illecita. La decisione sottolinea come il semplice rischio astratto di dispersione dei beni non sia sufficiente a giustificare il sequestro, richiedendo al giudice una valutazione ancorata alla realtà del caso concreto.

Il caso in esame: sequestro per associazione mafiosa e ricorso per cassazione

La vicenda trae origine da un’indagine per partecipazione ad un’associazione di tipo mafioso (‘ndrangheta). Nell’ambito di tale procedimento, il Tribunale disponeva un sequestro preventivo finalizzato alla confisca per sproporzione (c.d. confisca allargata) su un ingente patrimonio riconducibile all’indagato, comprensivo di unità abitative, terreni, veicoli e società.

Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, adito dalla difesa, confermava il provvedimento. Tuttavia, riguardo al presupposto del periculum in mora, si limitava ad affermare che «la libera disponibilità dei beni in capo agli indagati può determinare il rischio di dispersione, deterioramento e alienazione con conseguente vanificazione della successiva confisca». La difesa dell’indagato ha quindi proposto ricorso per Cassazione, lamentando un vizio di violazione di legge per totale assenza di motivazione su questo punto essenziale.

La necessità di una motivazione rafforzata sul periculum in mora

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, giudicando la motivazione del Tribunale del Riesame come un mero richiamo a una ‘formula di stile’, del tutto insufficiente a soddisfare l’obbligo motivazionale imposto dalla legge. I giudici di legittimità hanno richiamato l’importante precedente delle Sezioni Unite (sentenza ‘Ellade’, n. 36959/2021), che ha stabilito un principio di portata generale: ogni provvedimento di sequestro preventivo funzionale a qualsiasi tipo di confisca deve contenere una concisa motivazione anche sul periculum in mora.

Questo onere motivazionale consiste nel dare conto delle ragioni che rendono necessaria l’anticipazione degli effetti della confisca rispetto alla definizione del giudizio. Non basta affermare l’esistenza di un reato ‘spia’ e la sproporzione patrimoniale; il giudice deve spiegare perché, nel caso specifico, esista un pericolo concreto e attuale che i beni possano essere modificati, dispersi, deteriorati o alienati nelle more del giudizio.

L’inadeguatezza delle clausole di stile nel motivare il periculum in mora

La Corte ha censurato l’operato del Tribunale del Riesame proprio perché si è limitato a riprodurre una clausola astratta, senza calarla nella fattispecie concreta. Non è stato spiegato per quale motivo specifico, per quei determinati beni e in relazione a quel preciso indagato, sussistesse un effettivo rischio di dispersione. La mera confiscabilità di un bene non giustifica, ipso iure, il suo sequestro. Affermare il contrario significherebbe annullare la distinzione tra il piano cautelare, che richiede un’urgenza, e quello di merito, che porta alla decisione finale, finendo per giustificare il sequestro con la sola possibilità della futura confisca.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione fonda la sua decisione sul principio, costituzionalmente orientato, di proporzionalità e sulla necessità di garantire che ogni misura restrittiva dei diritti patrimoniali sia supportata da una giustificazione effettiva e non solo apparente. Le Sezioni Unite, con la sentenza ‘Ellade’, hanno tracciato un paradigma interpretativo chiaro: l’obbligo di motivare il periculum in mora è una garanzia imprescindibile. Tale obbligo si estende a tutte le forme di sequestro finalizzato alla confisca, inclusa quella ‘allargata’ prevista dall’art. 240-bis c.p., con la sola eccezione dei beni la cui fabbricazione, uso, porto, detenzione o alienazione costituisce di per sé reato. In questi ultimi casi, la pericolosità è intrinseca al bene stesso. Per tutti gli altri, il giudice deve compiere uno sforzo argomentativo per dimostrare la necessità di anticipare l’effetto ablativo. La motivazione del Tribunale del Riesame è stata ritenuta ‘del tutto mancante’, configurando un vizio di violazione di legge che impone l’annullamento del provvedimento.

Le conclusioni

In conclusione, la sentenza rafforza le tutele per il cittadino di fronte a misure patrimoniali particolarmente invasive come il sequestro preventivo. Stabilisce in modo inequivocabile che i giudici della cautela non possono ricorrere a motivazioni stereotipate o a clausole di stile per giustificare il periculum in mora. È richiesta un’analisi concreta delle circostanze specifiche del caso, che dimostri l’esistenza di un pericolo reale di dispersione del patrimonio. La decisione impone un più elevato standard di rigore motivazionale, assicurando che l’anticipazione della sanzione ablativa sia sempre l’eccezione, giustificata da un’urgenza effettiva, e non la regola. Il caso è stato quindi rinviato al Tribunale del Riesame, che dovrà rivalutare l’istanza alla luce di questi principi, fornendo, se del caso, una motivazione concreta e specifica sul pericolo che ha reso necessario il sequestro.

È sufficiente una formula generica per motivare il periculum in mora in un sequestro preventivo?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che non è sufficiente utilizzare formule di stile o clausole generiche. È necessaria una motivazione concreta e specifica che spieghi perché, nel caso esaminato, esista un rischio effettivo di dispersione, deterioramento o alienazione dei beni.

L’obbligo di motivare specificamente il periculum in mora vale anche per il sequestro finalizzato alla confisca allargata?
Sì. La sentenza chiarisce che l’obbligo di una motivazione concisa ma specifica sul periculum in mora, come stabilito dalle Sezioni Unite, si estende anche al sequestro funzionale alla confisca per sproporzione (o allargata) prevista dall’art. 240-bis del codice penale.

Cosa accade se un’ordinanza di sequestro manca di una motivazione adeguata sul periculum in mora?
L’ordinanza è viziata da violazione di legge. Come avvenuto nel caso di specie, il provvedimento può essere annullato dalla Corte di Cassazione con rinvio al giudice che lo ha emesso (in questo caso il Tribunale del riesame), il quale dovrà procedere a un nuovo esame rispettando l’obbligo di fornire una motivazione concreta e puntuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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