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Periculum in mora: obbligo di motivazione nel sequestro

La Corte di Cassazione annulla un’ordinanza di sequestro preventivo per mancata motivazione sul periculum in mora. Il caso riguardava un’ipotesi di sfruttamento del lavoro. La Corte ha ribadito che il giudice deve sempre spiegare il rischio concreto di dispersione dei beni, non bastando il solo sospetto del reato (fumus commissi delicti). L’impedimento del difensore non è stato ritenuto valido motivo per rinviare l’udienza di riesame.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Periculum in mora: Quando il Sequestro Richiede una Motivazione Specifica

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di misure cautelari reali: la necessità di una motivazione esplicita sul periculum in mora per la validità di un sequestro preventivo finalizzato alla confisca. Questa decisione, la n. 4354 del 2024, chiarisce che il solo sospetto di reato non è sufficiente a giustificare il blocco dei beni di un indagato, essendo indispensabile dimostrare il rischio concreto che tali beni possano essere dispersi prima della fine del processo.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un’indagine per il reato di sfruttamento del lavoro (art. 603-bis c.p.). Il Giudice per le Indagini Preliminari aveva disposto un sequestro preventivo su una quota di beni immobili e una somma di denaro appartenenti a un soggetto, ritenuto amministratore di alcune società. Il provvedimento era stato confermato in un primo momento dal Tribunale del Riesame.

Tuttavia, questa prima ordinanza era stata annullata dalla stessa Corte di Cassazione per un vizio procedurale. Tornato nuovamente davanti al Tribunale del Riesame, il sequestro veniva ancora una volta confermato. L’indagato, tramite il suo difensore, ha quindi proposto un nuovo ricorso per cassazione, basato su due motivi principali: uno di carattere procedurale e uno di carattere sostanziale.

I Motivi del Ricorso: Procedura e Periculum in Mora

L’indagato lamentava in primo luogo la violazione dei suoi diritti difensivi, poiché il Tribunale del Riesame aveva respinto la richiesta di rinvio dell’udienza, motivata da un concomitante impegno professionale del suo unico avvocato presso la Corte di Cassazione.

Il secondo e più decisivo motivo, invece, denunciava la totale assenza di motivazione riguardo al periculum in mora. Secondo la difesa, il Tribunale si era limitato a confermare la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza (il cosiddetto fumus commissi delicti), omettendo completamente di valutare se esistesse un pericolo attuale e concreto di dispersione del patrimonio che giustificasse l’anticipazione degli effetti della confisca.

La Decisione della Cassazione

La Suprema Corte ha analizzato distintamente i due motivi, giungendo a conclusioni opposte.

Il Rigetto del Motivo Procedurale: Sul primo punto, la Corte ha chiarito che la facoltà di chiedere il differimento dell’udienza di riesame, prevista dall’art. 309, comma 9-bis c.p.p., è un diritto personale dell’indagato o imputato, non del difensore. Pertanto, l’impedimento del legale non costituisce un ‘giustificato motivo’ per il rinvio, specialmente in un procedimento camerale dove la sua partecipazione è eventuale e non indispensabile.

L’Accoglimento del Motivo sul Periculum in Mora: Sul secondo motivo, la Cassazione ha invece dato piena ragione al ricorrente. Ha richiamato il principio consolidato, espresso anche dalle Sezioni Unite (sentenza ‘Ellade’, n. 36959/2021), secondo cui il provvedimento di sequestro preventivo funzionale alla confisca deve contenere una motivazione, seppur concisa, sul periculum in mora.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha spiegato che il sequestro preventivo è una misura che anticipa gli effetti di una futura, ma non ancora certa, confisca. Per essere legittima, questa anticipazione deve essere giustificata da un’esigenza concreta. Non basta affermare che è stato commesso un reato; il giudice deve spiegare perché è necessario agire subito per vincolare i beni.

Il periculum in mora consiste proprio nel rischio che, nelle more del giudizio, i beni possano essere ‘modificati, dispersi, deteriorati, utilizzati od alienati’. Il giudice del riesame, nel caso di specie, aveva completamente omesso questa valutazione, non fornendo alcuna indicazione su quali elementi (soggettivi o oggettivi) facessero temere una dispersione del patrimonio da parte dell’indagato. Questa radicale carenza di motivazione su un presupposto essenziale della misura cautelare ha reso l’ordinanza illegittima, portando al suo annullamento.

Le Conclusioni

La sentenza in commento rappresenta un importante monito per l’autorità giudiziaria. Ribadisce che il sequestro preventivo non può essere una conseguenza automatica dell’accusa. Ogni provvedimento che incide sul patrimonio di un cittadino deve essere sorretto da una motivazione completa, che dia conto non solo della probabilità del reato, ma anche della necessità e urgenza della misura. L’omissione della valutazione sul periculum in mora costituisce una violazione di legge che rende nullo il provvedimento, garantendo così che le misure cautelari reali non si trasformino in una sanzione anticipata, ma restino uno strumento eccezionale a tutela di esigenze concrete.

È sempre necessario motivare il periculum in mora in un sequestro preventivo finalizzato alla confisca?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il provvedimento deve contenere una motivazione, anche concisa, sul rischio concreto che i beni possano essere dispersi o alienati prima della definizione del giudizio. L’obbligo non sussiste solo per i beni la cui fabbricazione, uso, porto, detenzione o alienazione costituisca di per sé reato.

L’impedimento professionale del difensore è un motivo valido per ottenere il rinvio dell’udienza di riesame?
No. La Corte ha stabilito che la facoltà di chiedere il rinvio per ‘giustificati motivi’ è un diritto personale dell’imputato/indagato. L’impedimento del difensore non rientra tra questi motivi, soprattutto perché la sua presenza nei procedimenti in camera di consiglio non è considerata indispensabile.

Cosa accade se il Tribunale del Riesame non motiva adeguatamente sul periculum in mora?
L’ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame è viziata per violazione di legge. Come nel caso di specie, tale provvedimento è suscettibile di essere annullato dalla Corte di Cassazione, con rinvio per un nuovo giudizio che dovrà obbligatoriamente colmare la lacuna motivazionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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