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Periculum in mora: motivazione del sequestro assente?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12224/2024, ha annullato un’ordinanza di riesame che aveva confermato un sequestro preventivo. Il caso verteva sulla totale assenza di motivazione riguardo al ‘periculum in mora’ nel provvedimento originario. La Corte ha stabilito che il Tribunale del Riesame non può creare ex novo una motivazione mancante, ma solo integrare una già esistente, seppur concisa. Questa decisione riafferma l’obbligo per il giudice di motivare sempre l’urgenza della misura cautelare.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Il Periculum in Mora nel Sequestro: la Motivazione non si Inventa

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 12224/2024) ha riaffermato un principio fondamentale in materia di misure cautelari reali: la necessità di una motivazione esplicita sul periculum in mora. Questo requisito, che indica il concreto pericolo che la libera disponibilità di un bene possa compromettere l’esecuzione di una futura confisca, non può essere ignorato dal giudice che emette il provvedimento, né può essere ‘creato’ dal Tribunale del Riesame. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un’indagine per reati fiscali. Il legale rappresentante di una società cooperativa veniva indagato per indebita compensazione di crediti fiscali fittizi, un reato previsto dall’art. 10-quater del D.Lgs. 74/2000. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Vallo della Lucania emetteva un’ordinanza di sequestro preventivo per un importo di oltre 67.000 euro.

Contro tale provvedimento, la difesa proponeva istanza di riesame al Tribunale di Salerno, lamentando, tra le altre cose, la totale assenza di motivazione nel provvedimento del GIP riguardo al requisito del periculum in mora. Il Tribunale di Salerno, tuttavia, dichiarava l’istanza inammissibile. La vicenda approdava così dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Questione Giuridica: I Limiti del Potere Integrativo del Riesame

Il cuore della questione sottoposta alla Suprema Corte riguardava i poteri del Tribunale del Riesame. In particolare, ci si chiedeva se, a fronte di una motivazione del GIP completamente assente su un punto essenziale come il periculum in mora, il giudice del riesame potesse ‘sanare’ tale vizio, integrando di sua iniziativa le ragioni di urgenza che giustificavano la misura.

La difesa sosteneva che il potere integrativo del riesame non può spingersi fino a una surroga totale della motivazione, specialmente quando questa è del tutto omessa su un presupposto richiesto dalla legge per l’adozione della misura.

L’Analisi della Cassazione sul Periculum in Mora

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendo fondata la censura relativa alla motivazione sul periculum in mora. I giudici di legittimità hanno richiamato la fondamentale pronuncia delle Sezioni Unite n. 36959 del 2021, la quale ha stabilito in modo inequivocabile che il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca deve sempre contenere una specifica motivazione sul pericolo nel ritardo.

Il Tribunale del Riesame, secondo la Corte, non può colmare una lacuna motivazionale assoluta. Il suo potere integrativo presuppone l’esistenza di una motivazione, seppur concisa, ‘larvata’ o espressa per relationem (cioè con rinvio ad altri atti). Se la motivazione è graficamente o logicamente inesistente, il potere del riesame non è di ‘integrazione’, ma si trasformerebbe in una illegittima ‘surroga’. In pratica, il giudice del riesame si sostituirebbe al primo giudice, violando la sua funzione di controllo.

Le Motivazioni della Decisione

La Cassazione ha osservato che il Tribunale di Salerno, anziché verificare se nel provvedimento del GIP esistesse una qualche, seppur minima, argomentazione sul pericolo, ha proceduto a formulare in modo autonomo e nuovo le ragioni che avrebbero giustificato l’urgenza della misura. Così facendo, ha eluso il motivo di ricorso e ha esercitato un potere che non gli compete.

Il corretto operato avrebbe richiesto al Tribunale del Riesame di compiere un passo preliminare: verificare se la motivazione del GIP sul periculum in mora fosse presente. Solo in caso di risposta affermativa, e qualora tale motivazione fosse stata ritenuta insufficiente, avrebbe potuto esercitare il proprio potere integrativo. In caso di assenza totale, invece, avrebbe dovuto annullare il provvedimento genetico per vizio di motivazione.

Conclusioni

La sentenza in esame rafforza la garanzia difensiva secondo cui ogni misura che incide sul patrimonio deve essere sorretta da una motivazione completa in tutti i suoi presupposti legali. Il periculum in mora non è un requisito implicito o scontato, ma deve essere oggetto di una valutazione concreta da parte del giudice che adotta il sequestro. Il Tribunale del Riesame ha il compito di controllare questa valutazione, non di effettuarla per la prima volta. Un provvedimento di sequestro senza motivazione sull’urgenza è illegittimo e deve essere annullato, non ‘salvato’ in sede di impugnazione.

È sempre necessaria la motivazione sul periculum in mora in un sequestro preventivo finalizzato alla confisca?
Sì, la Corte di Cassazione, richiamando la sentenza delle Sezioni Unite n. 36959 del 2021, ha confermato che il provvedimento impositivo della misura deve obbligatoriamente spiegare le ragioni del periculum in mora, ovvero il rischio che, attendendo la fine del processo, la confisca non sia più possibile.

Il Tribunale del Riesame può scrivere la motivazione sul periculum in mora se il GIP l’ha completamente omessa?
No. La Corte ha stabilito che il potere del Tribunale del Riesame è ‘integrativo’, non ‘surrogatorio’. Può quindi completare o precisare una motivazione esistente, anche se concisa, ma non può creare dal nulla una motivazione che il primo giudice ha del tutto omesso.

Cosa accade se il Tribunale del Riesame, invece di annullare un provvedimento privo di motivazione sull’urgenza, ne scrive una nuova?
Compie un’operazione illegittima. In questo caso, come avvenuto nella vicenda in esame, il suo provvedimento deve essere annullato con rinvio. Il nuovo giudice dovrà prima verificare se una motivazione, anche minima, esisteva nel provvedimento originario e solo in quel caso potrà eventualmente integrarla; altrimenti, dovrà annullare il sequestro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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