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Periculum in mora e sequestro: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di sequestro preventivo per reati fiscali, stabilendo un principio fondamentale sul periculum in mora. Un imprenditore aveva subito un sequestro basato sull’incapienza patrimoniale sua e della sua società, oltre che sui suoi precedenti penali. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, chiarendo che né l’insufficienza del patrimonio né i precedenti penali sono di per sé sufficienti a dimostrare il concreto e attuale pericolo di dispersione dei beni. Tale pericolo deve essere specificamente motivato dal giudice, distinguendolo nettamente dai presupposti del sequestro conservativo.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo e Periculum in Mora: La Cassazione Fissa i Paletti

Con la sentenza n. 23400/2024, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su un tema cruciale della procedura penale: i presupposti per l’applicazione del sequestro preventivo finalizzato alla confisca. La decisione chiarisce in modo netto che la motivazione sul periculum in mora, ovvero il concreto pericolo di dispersione dei beni, non può basarsi su automatismi o presunzioni, ma richiede una valutazione specifica e rigorosa da parte del giudice.

I Fatti del Caso: Un Sequestro per Reati Fiscali

La vicenda trae origine da un’indagine per reati fiscali a carico dell’amministratore di una società. Il Giudice per le indagini preliminari, ritenendo sussistenti gravi indizi di colpevolezza, disponeva un sequestro preventivo, anche per equivalente, per un valore di quasi 900.000 euro, pari al profitto dei reati contestati. Il provvedimento colpiva sia i beni della società che quelli personali dell’indagato.

L’imprenditore proponeva istanza di riesame, ma il Tribunale confermava il sequestro, ritenendo sussistente il periculum in mora. A sostegno di tale conclusione, i giudici adducevano due elementi principali: l’attuale incapienza del patrimonio dell’indagato e della sua società rispetto all’entità del debito tributario e i suoi numerosi precedenti penali per reati contro il patrimonio e bancarotta fraudolenta.

Contro questa decisione, l’indagato ricorreva alla Corte di Cassazione, lamentando l’errata applicazione della legge e la mancanza di una motivazione adeguata sul reale pericolo di dispersione dei suoi beni.

Il Principio di Diritto: Cos’è il Periculum in Mora?

Il cuore della questione giuridica risiede nella corretta definizione del periculum in mora nell’ambito del sequestro preventivo finalizzato alla confisca. La Cassazione, richiamando un importante precedente delle Sezioni Unite (sentenza ‘Ellade’), ribadisce che ogni provvedimento di sequestro preventivo deve contenere una motivazione, seppur concisa, sulle ragioni che rendono necessaria l’anticipazione degli effetti della confisca.

Questo pericolo non coincide con la pericolosità sociale dell’indagato o con il rischio che commetta altri reati, ma si identifica specificamente nel pericolo concreto e attuale che i beni, nelle more del giudizio, possano essere ‘modificati, dispersi, deteriorati, utilizzati od alienati’, rendendo così inefficace la futura confisca.

La distinzione cruciale con il sequestro conservativo

La Corte sottolinea l’errore commesso dal Tribunale del riesame nel confondere i presupposti del sequestro preventivo con quelli del sequestro conservativo. Quest’ultimo, infatti, è una misura che tutela le garanzie patrimoniali per il pagamento delle pene pecuniarie e delle spese processuali, e può essere disposto proprio in base alla ‘mera mancanza/insufficienza’ di tali garanzie. Il sequestro preventivo, invece, ha una finalità differente e richiede una valutazione prognostica su eventi futuri che possano pregiudicare l’esecuzione della confisca.

Le motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato, smontando punto per punto l’argomentazione del Tribunale del riesame.

In primo luogo, ha affermato che fondare il periculum in mora sulla sola attuale incapienza patrimoniale dell’indagato è illegittimo. Affermare il contrario significherebbe equiparare impropriamente il sequestro preventivo a quello conservativo. L’insufficienza del patrimonio è una condizione statica, non un indice di un futuro comportamento volto a disperdere i beni.

In secondo luogo, anche i precedenti penali dell’indagato sono stati considerati irrilevanti ai fini della sussistenza del pericolo. L’esigenza cautelare del sequestro preventivo, infatti, non riguarda il pericolo di recidiva, bensì esclusivamente quello di impedire la dispersione del bene da confiscare. L’attitudine a delinquere di una persona non dimostra, di per sé, che essa porrà in essere atti di disposizione patrimoniale per sottrarsi alla confisca.

Il Tribunale, quindi, ha omesso di indicare le ragioni concrete per cui sarebbe stato impossibile attendere la definizione del giudizio, basando la propria decisione su elementi non pertinenti alla specifica cautela richiesta.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza impugnata e ha rinviato il caso al Tribunale di Roma per un nuovo giudizio. I giudici del rinvio dovranno attenersi ai principi enunciati e valutare se, al di là dell’incapienza patrimoniale e dei precedenti penali, esistano elementi concreti e specifici che facciano temere un effettivo rischio di dispersione dei beni dell’indagato. Questa sentenza rafforza il principio di garanzia secondo cui ogni misura che incide sui diritti patrimoniali deve essere sorretta da una motivazione puntuale e non basata su presunzioni o automatismi.

L’insufficienza del patrimonio di un indagato giustifica da sola un sequestro preventivo finalizzato alla confisca?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la sola incapienza patrimoniale non è sufficiente a dimostrare il periculum in mora. Questo presupposto è tipico del sequestro conservativo, non di quello preventivo, che richiede la prova di un concreto pericolo di dispersione dei beni.

I precedenti penali di una persona possono essere usati per motivare il ‘periculum in mora’ in un sequestro preventivo?
No. Secondo la sentenza, i precedenti penali non possono essere usati per supplire alla mancanza di motivazione sul periculum in mora. L’esigenza cautelare non riguarda il pericolo di recidiva, ma specificamente quello di impedire la dispersione dei beni destinati alla confisca.

Qual è la differenza tra i presupposti del sequestro preventivo e quelli del sequestro conservativo?
Il sequestro preventivo finalizzato alla confisca si fonda sul periculum in mora, cioè il pericolo concreto e attuale che il bene venga disperso prima della sentenza definitiva. Il sequestro conservativo, invece, si basa sulla mancanza o insufficienza della garanzia patrimoniale del debitore per il pagamento delle somme dovute allo Stato, senza che sia necessario dimostrare un futuro e specifico rischio di depauperamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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