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Periculum in mora: Cassazione annulla sequestro

Una società cooperativa ha subito un sequestro preventivo per presunta indebita compensazione di crediti d’imposta. La Corte di Cassazione ha annullato il provvedimento, evidenziando che l’ordinanza originale del GIP era totalmente priva di motivazione sul periculum in mora. La Corte ha stabilito che il Tribunale del riesame non può creare ex novo una motivazione assente, ma solo integrare una motivazione insufficiente, portando all’annullamento definitivo della misura cautelare.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Periculum in Mora: Quando la Mancanza di Motivazione Annulla il Sequestro Preventivo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 1261 del 2024, ha riaffermato un principio cruciale in materia di misure cautelari reali: l’obbligo di una motivazione specifica sul periculum in mora. La decisione sottolinea come l’assenza totale di tale motivazione nel provvedimento genetico non possa essere sanata dal Tribunale del riesame, portando inevitabilmente all’annullamento del sequestro. Analizziamo questo caso per comprendere le sue profonde implicazioni pratiche.

Il Contesto: Sequestro per Crediti d’Imposta Inesistenti

Il caso ha origine da un’ordinanza di sequestro preventivo emessa dal Giudice per le indagini preliminari (GIP) nei confronti di una società cooperativa. L’accusa era quella di indebita compensazione di crediti d’imposta per un valore di oltre 67.000 euro. Tali crediti, secondo l’ipotesi accusatoria, derivavano da attività di formazione professionale nel settore delle “Tecnologie 4.0” che in realtà non sarebbero mai state svolte.

La società si è opposta al sequestro, prima davanti al Tribunale del riesame di Salerno, che ha confermato il provvedimento, e successivamente proponendo ricorso in Cassazione.

I Motivi del Ricorso e l’Analisi della Corte

La difesa della società ha articolato il ricorso in Cassazione su quattro punti principali, ma è stato il terzo a rivelarsi decisivo. I primi due motivi, relativi a presunti vizi di motivazione sulla sussistenza del reato (fumus commissi delicti), sono stati dichiarati inammissibili. La Corte ha ricordato che il ricorso per cassazione avverso misure cautelari reali è consentito solo per violazione di legge, non per contestare la sufficienza della motivazione.

Anche il quarto motivo, che contestava la natura del sequestro di denaro definendolo erroneamente “per equivalente”, è stato rigettato come manifestamente infondato, in linea con il consolidato orientamento delle Sezioni Unite secondo cui la confisca di denaro è sempre diretta.

Il Punto Cruciale: L’assenza totale di motivazione sul periculum in mora

Il cuore della controversia risiedeva nel terzo motivo di ricorso, che lamentava la totale assenza, nell’ordinanza del GIP, di una motivazione sul periculum in mora. Questo requisito, sancito dalla celebre sentenza “Ellade” delle Sezioni Unite (n. 36959/2021), impone al giudice di spiegare concretamente perché sia necessario anticipare gli effetti della confisca, evidenziando il rischio che i beni possano essere dispersi, occultati o alienati prima della fine del processo.

Il Tribunale del riesame, pur riconoscendo implicitamente la lacuna, aveva tentato di “salvare” il provvedimento integrando di sua iniziativa la motivazione mancante. Aveva argomentato che la libera disponibilità delle somme avrebbe reso facile la loro dispersione, data l’entità del profitto e la natura stessa del denaro.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha censurato duramente l’operato del Tribunale del riesame, stabilendo un principio netto. Il potere integrativo del giudice del riesame esiste, ma può essere esercitato solo in presenza di una motivazione insufficiente o carente. Non può, invece, essere utilizzato per creare ex novo una motivazione che sia graficamente, apparentemente o sostanzialmente inesistente.

L’ordinanza del GIP, emessa quasi due anni dopo la sentenza “Ellade”, era completamente silente sul periculum in mora. Si limitava a discutere la natura diretta della confisca di denaro, senza spendere una parola sulle ragioni concrete che rendevano urgente il sequestro. Questa omissione totale, secondo la Cassazione, costituisce una nullità radicale del provvedimento, equiparabile alla mancanza di motivazione sulle esigenze cautelari per le misure personali.

Di conseguenza, il Tribunale del riesame non avrebbe dovuto integrare, ma annullare l’ordinanza del GIP. Agendo diversamente, ha violato la legge. La Corte Suprema ha quindi annullato senza rinvio sia la decisione del riesame sia l’originario decreto di sequestro, ordinando l’immediata restituzione di quanto sequestrato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa sentenza ribadisce l’importanza fondamentale della motivazione come garanzia per il cittadino. Per applicare una misura così incisiva come il sequestro preventivo, non basta affermare l’esistenza di un reato e di un profitto confiscabile. È indispensabile che il giudice spieghi, con argomenti concreti e specifici, perché esiste il pericolo che, senza un intervento immediato, il futuro provvedimento di confisca possa essere vanificato. Una motivazione assente su questo punto non è un vizio sanabile, ma un difetto genetico che invalida l’intero atto, ripristinando la piena disponibilità dei beni in capo all’avente diritto.

Può il Tribunale del riesame ‘creare’ una motivazione sul periculum in mora se quella del primo giudice è totalmente assente?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che il Tribunale del riesame può solo integrare una motivazione insufficiente, ma non può crearla da zero se è del tutto mancante. In questo caso, deve annullare il provvedimento originario.

Il sequestro di una somma di denaro può essere considerato ‘per equivalente’?
No. Secondo la giurisprudenza consolidata delle Sezioni Unite, il sequestro di denaro è sempre qualificato come ‘diretto’ e non ‘per equivalente’, data la natura fungibile del bene, anche quando non sia provata l’origine illecita della specifica somma oggetto di apprensione.

Qual è la conseguenza di un’ordinanza di sequestro preventivo priva di motivazione sul periculum in mora?
La conseguenza è la nullità del provvedimento. La Corte di Cassazione, accertata la mancanza assoluta di motivazione su questo requisito essenziale, ha annullato senza rinvio sia l’ordinanza del Tribunale del riesame sia quella originaria del GIP, ordinando la restituzione dei beni sequestrati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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