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Periculum in mora: annullato sequestro senza motivazione

La Corte di Cassazione ha annullato un sequestro preventivo di oltre 300.000 euro a carico di una società. La decisione si fonda sulla totale assenza di motivazione, nel provvedimento originario, riguardo al periculum in mora, ovvero il rischio di dispersione dei beni. Questo vizio, ha stabilito la Corte, non è sanabile dal Tribunale del riesame e comporta la restituzione immediata dei beni.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Periculum in mora: Sequestro Annullato per Mancanza di Motivazione

Nel diritto processuale penale, l’applicazione di misure cautelari reali come il sequestro preventivo è subordinata alla sussistenza di due pilastri fondamentali: il fumus commissi delicti e il periculum in mora. Con la sentenza n. 3036 del 2024, la Corte di Cassazione ribadisce con forza un principio cruciale: l’assenza totale di motivazione su quest’ultimo requisito è un vizio insanabile che travolge l’intero provvedimento, senza possibilità di ‘salvataggio’ da parte del Tribunale del riesame. Analizziamo questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso: Una Frode sui Crediti d’Imposta

Il caso trae origine da un’indagine su una presunta frode fiscale legata a crediti d’imposta per la formazione del personale (c.d. ‘Credito d’imposta 4.0’). L’ipotesi accusatoria era che una società avesse indebitamente compensato tasse per un importo di oltre 330.000 euro, utilizzando documentazione falsa per attestare costi di formazione mai sostenuti o non conformi.

Sulla base di queste accuse, il Giudice per le Indagini Preliminari (G.i.p.) aveva emesso un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, delle somme di denaro presenti nella disponibilità della società coinvolta.

Il Percorso Giudiziario: Dal Sequestro alla Cassazione

La società, ritenendosi estranea ai fatti e lesa dal provvedimento, ha prima adito il Tribunale del riesame, che ha però confermato il sequestro. Successivamente, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando diverse violazioni di legge. Il motivo di ricorso che si è rivelato decisivo riguardava un vizio procedurale fondamentale: il decreto di sequestro del G.i.p. era completamente privo di qualsiasi motivazione in ordine al periculum in mora.

In altre parole, il primo giudice non aveva spiegato per quale ragione vi fosse il rischio concreto e attuale che la società potesse disperdere le somme in questione prima della definizione del processo, rendendo così vana un’eventuale futura confisca.

L’Importanza del Periculum in Mora nel Sequestro Preventivo

Il periculum in mora non è una mera formalità. È il requisito che giustifica l’anticipazione degli effetti di una futura confisca, comprimendo il diritto di proprietà prima ancora di una condanna definitiva. Il giudice deve effettuare una prognosi, basata su elementi concreti, sul pericolo che il libero possesso dei beni possa compromettere l’efficacia della sanzione finale. L’obbligo di motivare su questo punto serve a garantire il controllo sulla legittimità di una misura così invasiva.

La difesa della società aveva sottolineato come il G.i.p. si fosse limitato a descrivere il fumus del reato, omettendo del tutto ogni considerazione sul pericolo di dispersione del patrimonio, peraltro molto capiente rispetto alla somma sequestrata.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, sposando in pieno la tesi difensiva. Gli Ermellini hanno richiamato il consolidato orientamento delle Sezioni Unite, secondo cui il provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca deve contenere una, seppur concisa, motivazione anche sul periculum in mora. L’assenza totale di tale motivazione non è un semplice errore emendabile, ma un vizio di nullità che inficia il provvedimento sin dall’origine.

Il punto centrale della decisione è che il Tribunale del riesame non ha un potere integrativo illimitato. Il suo ruolo è quello di controllare un provvedimento esistente, non di ‘costruire’ una motivazione mancante. Quando la motivazione su un presupposto essenziale della misura è del tutto assente, il Tribunale non può fare altro che annullare il decreto impugnato.

La Corte ha quindi stabilito che, riscontrata questa omissione radicale, l’unica conseguenza possibile è l’annullamento senza rinvio sia dell’ordinanza del riesame sia del decreto di sequestro originario, con conseguente ordine di immediata restituzione dei beni.

Le Conclusioni

Questa sentenza rappresenta un importante monito sull’obbligo di motivazione che grava sui giudici nell’adozione di misure cautelari reali. Il periculum in mora deve essere oggetto di una valutazione effettiva e non può essere dato per scontato. La sua totale omissione nel provvedimento genetico costituisce un vizio procedurale insanabile, che porta all’immediata caducazione del sequestro. Per le imprese e i cittadini, ciò si traduce in una maggiore garanzia contro provvedimenti ablativi non adeguatamente giustificati, rafforzando il principio secondo cui ogni limitazione dei diritti fondamentali deve essere sorretta da una motivazione trasparente e controllabile.

Può il Tribunale del riesame integrare la motivazione di un decreto di sequestro che ne è totalmente privo?
No. La Cassazione chiarisce che il Tribunale del riesame non può ‘sanare’ un vizio così grave. Se il provvedimento originario del G.i.p. manca completamente della motivazione su un presupposto essenziale come il periculum in mora, deve essere annullato.

Qual è la conseguenza della mancanza di motivazione sul periculum in mora in un decreto di sequestro preventivo?
La conseguenza è la nullità del provvedimento. Questo comporta l’annullamento senza rinvio sia dell’ordinanza del Tribunale del riesame che del decreto di sequestro originario, con l’immediata restituzione dei beni all’avente diritto.

Il terzo proprietario dei beni sequestrati può contestare nel merito il sequestro?
Sì. La sentenza chiarisce che, quando il sequestro riguarda beni di un terzo (in questo caso, una società) ritenuto non estraneo al reato, tale soggetto ha pieno diritto di contestare ‘anche nel merito’ la misura, inclusa la sussistenza del fumus commissi delicti e del periculum in mora, per difendere il proprio diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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