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Periculum in mora: annullato sequestro senza motivazione

La Corte di Cassazione ha annullato un sequestro preventivo a carico di una società per un presunto reato tributario. La decisione si fonda sulla totale assenza di motivazione, nel provvedimento originario del G.i.p., riguardo al ‘periculum in mora’, ovvero il rischio concreto di dispersione dei beni. La Corte ha stabilito che tale vizio non è sanabile dal Tribunale del Riesame, comportando la nullità insanabile del sequestro e l’immediata restituzione dei beni alla società.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro preventivo e l’obbligo di motivazione sul periculum in mora

Il sequestro preventivo è uno strumento incisivo che sottrae beni alla disponibilità di una persona o di un’azienda prima ancora che sia stata accertata una responsabilità penale definitiva. Proprio per questa sua natura, la legge impone requisiti rigorosi per la sua applicazione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 3035/2024) ribadisce un principio fondamentale: l’assoluta necessità di una motivazione specifica sul periculum in mora, ovvero il pericolo concreto di dispersione dei beni. L’assenza di tale motivazione rende il sequestro irrimediabilmente nullo.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un’indagine per reati tributari. Una società veniva accusata di aver utilizzato documentazione falsa per creare un credito d’imposta inesistente per la formazione del personale, compensandolo indebitamente. Il Giudice per le Indagini Preliminari (G.i.p.) emetteva un decreto di sequestro preventivo per un importo di oltre 52.000 euro, finalizzato alla confisca diretta del profitto del reato. La società, tramite il suo legale rappresentante, impugnava il provvedimento davanti al Tribunale del Riesame, che però confermava il sequestro. La questione giungeva così all’esame della Corte di Cassazione.

La centralità del periculum in mora nel sequestro preventivo

Il ricorso in Cassazione si è concentrato su un punto procedurale cruciale: il provvedimento originario del G.i.p. non conteneva alcuna motivazione riguardo al periculum in mora. Non spiegava, cioè, perché vi fosse il rischio concreto e attuale che la società potesse disperdere quella somma di denaro prima della fine del processo, rendendo vana un’eventuale futura confisca.

Secondo un principio ormai consolidato, specialmente dopo la pronuncia delle Sezioni Unite ‘Ellade’ del 2021, il periculum in mora è un presupposto indispensabile per il sequestro preventivo finalizzato alla confisca. Non basta dimostrare la probabile esistenza del reato (fumus commissi delicti), ma è necessario che il giudice spieghi, sulla base di elementi concreti, le ragioni che rendono necessario anticipare gli effetti della confisca.

La Decisione della Corte: un vizio insanabile

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Ha affermato che la totale assenza di motivazione sul periculum in mora nel decreto del G.i.p. costituisce un vizio insanabile. Il punto centrale della sentenza è che il Tribunale del Riesame, pur avendo poteri di integrazione della motivazione, non può ‘sanare’ un provvedimento che è geneticamente nullo per la mancanza di uno dei suoi elementi essenziali. In altre parole, il riesame può correggere una motivazione carente o insufficiente, ma non può crearne una dal nulla.

La Corte ha rilevato che il provvedimento del G.i.p. si limitava a menzionare la confiscabilità dei beni, senza fare ‘cenno alcuno al periculum in mora’. Questa omissione ha reso il provvedimento nullo fin dall’origine.

Le Motivazioni

La motivazione della Cassazione si fonda sul rispetto del principio di legalità e del diritto di difesa. Un provvedimento che limita un diritto fondamentale come la proprietà deve essere sorretto da una giustificazione esplicita e controllabile. L’obbligo di motivare sul periculum in mora serve a garantire che il sequestro non sia una misura automatica, ma una risposta ponderata a un rischio effettivo. L’assenza di questa valutazione trasforma il sequestro in una sanzione anticipata, in contrasto con i principi del giusto processo. La Corte ha quindi stabilito che, riscontrata questa omissione radicale, l’unica conseguenza possibile è l’annullamento senza rinvio sia dell’ordinanza del riesame sia del decreto di sequestro originario.

Le Conclusioni

Questa sentenza rappresenta un importante monito per l’autorità giudiziaria e un punto di riferimento per la difesa. Le conclusioni pratiche sono chiare:

1. Obbligo di motivazione rafforzato: I giudici che dispongono un sequestro preventivo devono esplicitare in modo chiaro e specifico le ragioni concrete che giustificano il pericolo di dispersione dei beni.
2. Limite ai poteri del Riesame: Il Tribunale del Riesame non ha un potere sanante illimitato. Non può sopperire a una mancanza totale di motivazione su un presupposto essenziale della misura cautelare.
3. Tutela del patrimonio: La decisione rafforza la tutela del patrimonio di imprese e cittadini, che non possono essere privati dei loro beni sulla base di provvedimenti privi di una giustificazione completa.

In definitiva, la Corte di Cassazione ha ribadito che il rispetto delle regole procedurali non è una mera formalità, ma la sostanza stessa della giustizia, soprattutto quando sono in gioco misure che incidono profondamente sui diritti individuali.

Perché il sequestro preventivo è stato annullato dalla Corte di Cassazione?
Il sequestro è stato annullato perché il provvedimento originario del Giudice per le Indagini Preliminari (G.i.p.) era totalmente privo di motivazione sul ‘periculum in mora’, ovvero il rischio concreto e attuale che i beni potessero essere dispersi prima della fine del processo. Questo è un requisito essenziale per la validità del sequestro.

Il Tribunale del Riesame non poteva correggere la mancanza di motivazione del G.i.p.?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il Tribunale del Riesame può integrare o correggere una motivazione esistente ma carente, ma non può ‘sanare’ un vizio che consiste nella totale assenza di motivazione su un presupposto fondamentale come il periculum in mora. Tale mancanza rende il provvedimento nullo fin dall’origine.

Qual è la conseguenza pratica dell’annullamento deciso dalla Cassazione?
La conseguenza è l’annullamento ‘senza rinvio’ sia dell’ordinanza del Tribunale del Riesame sia del decreto di sequestro iniziale. Ciò significa che la decisione è definitiva e comporta l’immediata restituzione di tutti i beni sequestrati al legittimo proprietario, in quanto il vincolo cautelare è stato dichiarato illegittimo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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