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Periculum in mora: annullato sequestro preventivo

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di sequestro preventivo per reati fiscali, del valore di oltre 10 milioni di euro, a causa di una motivazione carente sul *periculum in mora*. Il Tribunale del riesame aveva giustificato la misura basandosi solo sulla gravità dei fatti, senza dimostrare il concreto pericolo che i beni potessero essere dispersi prima della condanna. La Corte ha ribadito che il rischio di dispersione non può essere presunto automaticamente dal reato stesso.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Periculum in mora: quando la motivazione apparente fa annullare un sequestro preventivo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di misure cautelari reali: il sequestro preventivo finalizzato alla confisca non può reggersi su una motivazione generica. È indispensabile dimostrare il concreto periculum in mora, ovvero il rischio effettivo che i beni vengano dispersi prima della conclusione del processo. Vediamo nel dettaglio il caso e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un’indagine per reati fiscali (artt. 2 e 8 del D.Lgs. 74/2000). Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano aveva disposto un sequestro preventivo finalizzato alla confisca per un importo superiore a 10 milioni di euro, a carico di un consorzio e, in via subordinata, di uno degli indagati.

L’indagato ha impugnato il provvedimento davanti al Tribunale del Riesame, che ha però confermato il sequestro. Contro questa decisione, l’interessato ha proposto ricorso per cassazione, lamentando una violazione di legge per motivazione omessa o solo apparente riguardo alla sussistenza del periculum in mora.

Secondo la difesa, il Tribunale si era limitato a citare la gravità delle condotte, la sistematicità delle frodi fiscali e l’ingente valore delle imposte evase, senza però spiegare perché esistesse un pericolo concreto e attuale di dispersione del patrimonio.

La Decisione della Cassazione e il Periculum in Mora

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando l’ordinanza del Tribunale del Riesame e rinviando per un nuovo giudizio. Il cuore della decisione risiede nella corretta interpretazione del concetto di periculum in mora nel contesto del sequestro preventivo finalizzato alla confisca (art. 321, comma 2, c.p.p.).

Motivazione Apparente vs. Motivazione Concreta

La Suprema Corte ha chiarito che fare riferimento alla sola gravità dei fatti o alla loro ripetizione nel tempo non è sufficiente. Questo tipo di argomentazione, infatti, è più pertinente al sequestro ‘impeditivo’ (art. 321, comma 1, c.p.p.), che mira a impedire la prosecuzione del reato.

Per il sequestro finalizzato alla confisca, invece, la motivazione deve essere specifica. Il giudice deve spiegare le ragioni per cui è necessario anticipare l’effetto ablativo della confisca rispetto alla sentenza definitiva. Deve, in altre parole, dimostrare che, nelle more del giudizio, i beni potrebbero essere “modificati, dispersi, deteriorati, utilizzati od alienati”, come stabilito dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 36959 del 2021.

L’Importanza del Periculum in Mora nel Sequestro

La Corte ha rilevato come il Tribunale del Riesame avesse dedotto il periculum in mora in modo automatico dalla natura stessa del reato contestato (la sottrazione agli obblighi tributari). Questo approccio crea un automatismo che le Sezioni Unite hanno inteso evitare.

L’esigenza di tutelare il diritto di proprietà e la libera iniziativa economica impone al giudice un onere di motivazione specifico. Non si può presumere il pericolo di dispersione; lo si deve dimostrare sulla base di elementi concreti, che possono riguardare la condotta dell’indagato o la natura dei beni, ma che non possono coincidere con la condotta del reato stesso.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha ritenuto la motivazione dell’ordinanza impugnata solo “apparente”. Il Tribunale del Riesame, nel desumere il pericolo dalla ripetitività delle condotte fraudolente, ha finito per valorizzare elementi che integrano il reato stesso, senza evidenziare quel quid pluris che giustifica la necessità di una misura cautelare anticipatoria. In sostanza, ha confuso i presupposti del sequestro impeditivo con quelli del sequestro finalizzato alla confisca. Questa confusione ha portato a un automatismo che contrasta con la natura cautelare della misura, che deve sempre essere ancorata a un pericolo concreto e attuale.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un’importante conferma del rigore richiesto nella motivazione dei provvedimenti di sequestro. Annullando l’ordinanza, la Cassazione ha stabilito che non basta affermare l’esistenza di una frode fiscale per giustificare il blocco dei beni. È necessario che il giudice svolga un’analisi puntuale del rischio di dispersione patrimoniale, evitando formule generiche e garantendo che la compressione dei diritti patrimoniali dell’indagato sia fondata su esigenze cautelari reali e non meramente presunte. Il caso torna ora al Tribunale di Milano, che dovrà riesaminare la questione attenendosi a questi stringenti principi di diritto.

Perché un sequestro preventivo finalizzato alla confisca può essere annullato?
Sulla base della sentenza, può essere annullato se il provvedimento che lo dispone manca di una motivazione specifica e concreta sul ‘periculum in mora’, ovvero sul rischio effettivo che i beni possano essere dispersi, modificati o alienati prima della fine del processo.

È sufficiente la gravità del reato fiscale per giustificare il periculum in mora?
No. La sentenza chiarisce che la gravità e la sistematicità delle condotte fraudolente non sono di per sé sufficienti a dimostrare il periculum in mora. Derivare automaticamente il pericolo dal reato stesso è un errore di diritto.

Qual è la differenza tra sequestro impeditivo e sequestro finalizzato alla confisca riguardo alla motivazione?
Il provvedimento spiega che la motivazione basata sulla ripetizione delle condotte illecite è più adatta a un sequestro impeditivo (volto a fermare il reato). Per un sequestro finalizzato alla confisca, la motivazione deve concentrarsi sulla necessità di anticipare gli effetti della confisca, provando il rischio specifico di dispersione del patrimonio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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