LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Periculum in mora: annullato sequestro per motivazione

La Corte di Cassazione ha annullato un sequestro preventivo di oltre 52.000 euro, ritenendo insufficiente la motivazione sul ‘periculum in mora’. Il provvedimento ha stabilito che, per limitare un diritto patrimoniale, non basta il sospetto di reato (usura), ma occorre dimostrare il pericolo concreto e attuale che la disponibilità del bene possa aggravare il reato o favorirne di nuovi. La mancanza di tale specifica giustificazione ha reso illegittima la misura cautelare.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Periculum in mora: la Cassazione annulla sequestro per motivazione carente

Il sequestro preventivo è uno degli strumenti più incisivi a disposizione dell’autorità giudiziaria, ma il suo utilizzo deve essere ancorato a presupposti rigorosi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: per sequestrare un bene non basta il sospetto di un reato, ma è indispensabile dimostrare il periculum in mora, ovvero il pericolo concreto e attuale che la libera disponibilità di quel bene possa portare a conseguenze dannose. Vediamo nel dettaglio il caso e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un’indagine per il reato di usura. Il Giudice per le indagini preliminari aveva disposto il sequestro preventivo di una somma di 52.760,00 euro in contanti, rinvenuta in una cassaforte nell’abitazione di un imprenditore. La somma era ritenuta profitto del reato di usura commesso ai danni del titolare di una società di compravendita di autovetture.

L’indagato aveva impugnato il provvedimento davanti al Tribunale del Riesame, il quale, tuttavia, aveva confermato il sequestro. Contro questa decisione, l’imprenditore ha proposto ricorso per cassazione, lamentando l’errata applicazione della legge e, soprattutto, una motivazione insufficiente riguardo alla sussistenza del requisito del periculum in mora.

La Valutazione del ‘Periculum in Mora’ nel Sequestro

Il ricorrente sosteneva che i giudici di merito si fossero limitati a qualificare il denaro come profitto del reato, senza spiegare adeguatamente perché la sua libera disponibilità avrebbe potuto aggravare le conseguenze dell’usura o portare alla commissione di altri illeciti. La Corte di Cassazione ha accolto questa tesi, offrendo una chiara lezione sulla necessità di una motivazione rafforzata per le misure cautelari reali.

La Duplice Finalità del Sequestro Preventivo

La Corte ha innanzitutto ricordato che il sequestro preventivo, ai sensi dell’art. 321 del codice di procedura penale, può avere due finalità:
1. Impeditiva (comma 1): volta a impedire che l’uso del bene possa aggravare o protrarre le conseguenze di un reato o agevolare la commissione di altri.
2. Finalizzata alla confisca (comma 2): volta a rendere indisponibile un bene che potrebbe essere oggetto di confisca futura.

Nel caso in esame, il sequestro era stato disposto con finalità impeditiva, rendendo cruciale la dimostrazione del periculum in mora.

I Requisiti di Concretezza e Attualità del Pericolo

Il punto centrale della decisione è che il periculum in mora non può essere astratto o presunto. Deve, al contrario, presentare i requisiti della concretezza e dell’attualità. Questo significa che il giudice deve fornire elementi specifici e attuali dai quali sia possibile desumere, con un alto grado di probabilità, che il bene verrà utilizzato per scopi illeciti.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha rilevato che, nella fattispecie, il Tribunale del Riesame, pur avendo elencato una serie di elementi a carico dell’indagato (il rinvenimento del denaro, l’assenza di giustificazioni contabili, le dichiarazioni della vittima), aveva omesso il passaggio logico fondamentale: spiegare perché quelle circostanze dimostrassero un pericolo concreto e attuale. Il Tribunale si era fermato alla prova del fumus commissi delicti (la probabilità del reato), senza motivare adeguatamente sul periculum. Anche il fatto che il denaro fosse considerato profitto del reato non era di per sé sufficiente. La motivazione, secondo la Suprema Corte, doveva spiegare le ragioni per cui la disponibilità di quel denaro avrebbe potuto, durante il processo, aggravare o protrarre le conseguenze dell’usura. Tale motivazione è stata giudicata ‘completamente mancante’.

le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza impugnata con rinvio al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere per un nuovo esame. Quest’ultimo dovrà rivalutare la sussistenza del periculum in mora fornendo una motivazione adeguata, concreta e specifica. La sentenza riafferma un principio di garanzia fondamentale: una misura così invasiva come il sequestro preventivo non può basarsi su mere presunzioni, ma richiede una giustificazione rigorosa che colleghi funzionalmente il bene al pericolo che si intende neutralizzare, tutelando così i diritti patrimoniali dei cittadini da applicazioni arbitrarie della legge.

Per disporre un sequestro preventivo è sufficiente dimostrare la probabilità che sia stato commesso un reato?
No, non è sufficiente. Oltre agli indizi del reato (il cosiddetto fumus commissi delicti), per il sequestro preventivo con finalità ‘impeditiva’ è necessario dimostrare anche il periculum in mora, ovvero il pericolo concreto e attuale che la libera disponibilità del bene possa aggravare le conseguenze del reato o agevolare la commissione di altri illeciti.

Cosa significa che il ‘periculum in mora’ deve essere concreto e attuale?
Significa che il pericolo non può essere solo ipotetico o basato su una generica pericolosità. Il giudice deve indicare nella motivazione elementi specifici (relativi al bene o al comportamento dell’indagato) che dimostrino con ragionevole certezza che il bene verrebbe utilizzato per scopi criminali e che questo rischio esiste nel momento in cui la misura viene adottata e mantenuta.

Se il bene sequestrato è il profitto del reato, il ‘periculum in mora’ è automatico?
No. Secondo la sentenza, anche quando il sequestro riguarda il profitto di un reato, il giudice deve comunque spiegare le ragioni per cui la disponibilità di quel bene potrebbe, durante il processo, aggravare o protrarre le conseguenze del reato stesso. Questa motivazione non può essere presunta e deve essere esplicitata nel provvedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati