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Periculum in mora: annullato sequestro per difetto

La Corte di Cassazione ha annullato un sequestro preventivo di oltre 137.000 euro disposto nei confronti di una società per un presunto illecito utilizzo di crediti d’imposta. La decisione si fonda sulla totale assenza di motivazione, nel provvedimento originario, riguardo al “periculum in mora”, ovvero il rischio concreto di dispersione dei beni. La Corte ha stabilito che il Tribunale del Riesame non può sanare una mancanza così radicale, ma solo integrare una motivazione esistente ma insufficiente.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Periculum in mora: la Cassazione annulla sequestro per motivazione assente

L’adozione di una misura cautelare reale come il sequestro preventivo rappresenta una forte compressione dei diritti di proprietà e di iniziativa economica. Per questo motivo, la legge richiede che il provvedimento sia supportato da solidi requisiti, tra cui il cosiddetto periculum in mora. Con la sentenza n. 1262/2024, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: l’assenza totale di motivazione su questo requisito non può essere sanata dal Tribunale del Riesame e comporta la nullità del sequestro.

I Fatti del Caso: Il Sequestro per Crediti d’Imposta

Il caso trae origine da un’indagine su presunte condotte di indebita compensazione di crediti d’imposta. Il Giudice per le indagini preliminari (GIP) aveva disposto un sequestro preventivo, sia diretto che per equivalente, di circa 137.000 euro nei confronti di una società e del suo legale rappresentante. L’ipotesi accusatoria riguardava l’utilizzo di crediti fiscali legati a prestazioni di formazione professionale nel settore “Tecnologie 4.0”, ritenute inesistenti.

Il legale rappresentante della società impugnava il provvedimento davanti al Tribunale del Riesame, il quale però confermava la misura cautelare. Contro questa decisione, l’indagato proponeva ricorso per Cassazione, lamentando, tra le altre cose, la violazione di legge per l’assoluta mancanza di motivazione sul periculum in mora nel decreto di sequestro originario.

La decisione del riesame e i motivi del ricorso

Il Tribunale del Riesame aveva ritenuto di poter esercitare un proprio “potere integrativo” per colmare la lacuna motivazionale del primo provvedimento. Secondo i giudici del riesame, il pericolo di dispersione delle somme era implicito nella natura del denaro (facilmente occultabile), nell’entità del profitto e nella condotta dell’indagato.

Il ricorrente, invece, sosteneva che il provvedimento del GIP fosse radicalmente nullo proprio perché privo di qualsiasi argomentazione sul rischio concreto che, nelle more del giudizio, i beni potessero essere dispersi o nascosti. Tale omissione, secondo la difesa, non poteva essere sanata a posteriori dal Tribunale del Riesame.

Le motivazioni: L’importanza del periculum in mora

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendo fondata la censura relativa al difetto di motivazione sul periculum in mora. Gli Ermellini hanno richiamato l’importante pronuncia delle Sezioni Unite “Ellade” (n. 36959/2021), che ha stabilito in modo inequivocabile un principio cardine: ogni provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca deve contenere una motivazione, seppur concisa, sulle ragioni che rendono necessaria l’anticipazione degli effetti della confisca.

In altre parole, il giudice deve spiegare perché esiste un pericolo concreto che il bene venga modificato, disperso, deteriorato, utilizzato o alienato prima della fine del processo.

I limiti del potere integrativo del Riesame e il ruolo del periculum in mora

Il punto cruciale della sentenza risiede nella distinzione tra l’integrazione di una motivazione esistente ma carente e la creazione di una motivazione ex novo. La Cassazione chiarisce che il Tribunale del Riesame può porre rimedio a una “parziale inosservanza” dei canoni motivazionali, ma non può sostituirsi al primo giudice quando la motivazione su un requisito essenziale, come il periculum in mora, è totalmente assente.

Nel caso di specie, il provvedimento del GIP era stato emesso quasi due anni dopo la sentenza “Ellade”, quindi in un contesto in cui il principio dell’obbligo di motivazione era già consolidato “diritto vivente”. L’omissione non era una semplice svista, ma una mancanza radicale che viziava l’atto alla radice. Permettere al Riesame di “creare” la motivazione dal nulla significherebbe snaturare la sua funzione di controllo, trasformandolo in un giudice di primo grado.

Le conclusioni: Implicazioni della Sentenza

La decisione della Corte ha conseguenze pratiche di grande rilievo. Annullando senza rinvio sia l’ordinanza del Riesame sia quella genetica del GIP, ha ordinato l’immediata restituzione di quanto in sequestro. Questa sentenza rafforza le garanzie difensive, imponendo ai pubblici ministeri e ai giudici un onere di motivazione specifico e non aggirabile. Non basta affermare la sussistenza di un reato (fumus commissi delicti) per giustificare un sequestro; è indispensabile dimostrare, con argomenti concreti, anche l’urgenza di intervenire per evitare la dispersione dei beni (periculum in mora), tutelando così il principio di proporzionalità delle misure cautelari reali.

Un sequestro preventivo può essere disposto senza motivare il ‘periculum in mora’?
No. Secondo la giurisprudenza consolidata (sentenza ‘Ellade’ delle Sezioni Unite), il provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca deve contenere una motivazione, anche concisa, sulle ragioni specifiche che rendono necessaria l’anticipazione dell’effetto ablativo, ovvero il rischio concreto di dispersione del bene.

Il Tribunale del Riesame può aggiungere la motivazione sul ‘periculum in mora’ se manca nel provvedimento originale?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il Tribunale del Riesame può integrare una motivazione insufficiente o parziale, ma non può creare dal nulla una motivazione su un requisito essenziale quando questa è totalmente assente nel provvedimento originario (genetico). Una tale omissione determina una nullità radicale non sanabile.

Qual è la conseguenza della totale assenza di motivazione sul ‘periculum in mora’ in un’ordinanza di sequestro?
La conseguenza è la nullità dell’ordinanza di sequestro. Come avvenuto nel caso di specie, la Corte di Cassazione, accertata tale mancanza, annulla senza rinvio sia il provvedimento del Riesame che quello originario del GIP, ordinando la restituzione dei beni sequestrati all’avente diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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