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Periculum in mora: annullato sequestro auto di terzi

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di sequestro preventivo di un’autovettura, corpo del reato di riciclaggio, di proprietà di un terzo estraneo ai fatti. La decisione si fonda sulla totale assenza di motivazione da parte del Tribunale del Riesame riguardo al requisito del periculum in mora, ovvero il pericolo concreto che la libera disponibilità del bene potesse pregiudicare le finalità della misura. La Corte ha ribadito che il giudice ha un obbligo specifico di motivare su questo punto, specialmente quando il bene appartiene a un soggetto terzo.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Periculum in mora: la Cassazione annulla il sequestro di un’auto a un terzo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 11909/2025, ha riaffermato un principio cruciale in materia di misure cautelari reali: la necessità di una motivazione specifica sul periculum in mora, specialmente quando il bene sequestrato appartiene a un terzo estraneo al reato. Questo caso fornisce un’importante lezione sull’obbligo del giudice di non dare per scontato il pericolo di dispersione del bene, ma di argomentarlo con elementi concreti. Analizziamo insieme la vicenda e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un’indagine per il reato di riciclaggio. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di una città toscana aveva disposto il sequestro preventivo di un’autovettura di lusso, ritenuta corpo del reato. Tuttavia, il veicolo era intestato a un soggetto terzo, del tutto estraneo alle accuse principali.

Il proprietario dell’auto, ritenendosi un terzo in buona fede, ha impugnato il provvedimento davanti al Tribunale del Riesame. Con i motivi aggiunti, la difesa ha sollevato una questione fondamentale: il decreto di sequestro era nullo per mancanza di motivazione sul requisito del periculum in mora. In altre parole, il giudice non aveva spiegato perché la libera disponibilità del veicolo avrebbe potuto portare alla sua dispersione, rendendo necessario un intervento cautelare urgente. Ciononostante, il Tribunale del Riesame ha rigettato l’istanza, confermando il sequestro. Di qui il ricorso per Cassazione.

La Decisione della Cassazione sulla Mancanza di Motivazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Il punto focale della decisione è la palese omissione, da parte del Tribunale del Riesame, di qualsiasi valutazione sul motivo di appello relativo al periculum in mora. I giudici di legittimità hanno osservato come il Tribunale avesse completamente ignorato la censura della difesa, incorrendo in un grave vizio di omessa motivazione.

La Corte ha colto l’occasione per richiamare due importanti principi giurisprudenziali:

1. Il diritto del terzo: Il terzo che si afferma proprietario del bene sequestrato è pienamente legittimato a contestare non solo il suo diritto di proprietà, ma anche la sussistenza di tutti i presupposti della misura cautelare, compreso il periculum in mora.
2. L’obbligo di motivazione rafforzato: Quando il sequestro preventivo riguarda beni di terzi estranei al reato, il giudice ha un dovere specifico e più stringente di motivare il periculum in mora. Deve indicare elementi concreti che dimostrino la probabilità di un collegamento tra tali beni e le attività delittuose dell’indagato, o che l’intestazione sia meramente fittizia.

Le Motivazioni

La motivazione della Cassazione è netta e si fonda su un vizio procedurale insanabile. Il Tribunale del Riesame, investito di uno specifico motivo di appello sulla carenza di motivazione del periculum in mora, non ha speso una sola parola sull’argomento. Tale omissione rende l’ordinanza impugnata nulla, poiché priva di una parte essenziale del percorso logico-giuridico che dovrebbe sorreggerla. La Corte sottolinea che la mancanza di motivazione su un presupposto fondamentale della misura cautelare non può essere sanata o ignorata. Il giudice del riesame ha il dovere di rispondere a tutte le doglianze sollevate dalla difesa, specialmente quando queste attengono ai requisiti di legge per l’applicazione di una misura così incisiva come il sequestro. La sentenza ribadisce che il controllo di legittimità è volto a garantire il rispetto delle regole procedurali, la cui violazione compromette i diritti delle parti.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza e ha rinviato il caso al Tribunale di Livorno per un nuovo giudizio. Quest’ultimo dovrà ora esaminare nel merito la questione del periculum in mora, fornendo una motivazione adeguata e completa. La sentenza rappresenta un importante monito per i giudici di merito: il sequestro preventivo, soprattutto se a danno di terzi, non può basarsi su automatismi o presunzioni. Ogni suo presupposto, e in particolare il pericolo di dispersione del bene, deve essere oggetto di una valutazione attenta e di una motivazione esplicita, a pena di nullità del provvedimento.

Un terzo proprietario di un bene può contestare la mancanza del periculum in mora in un sequestro preventivo?
Sì, la Corte di Cassazione ha affermato che il terzo, che assume di avere diritto alla restituzione del bene sequestrato, è legittimato a contestare la sussistenza di tutti i presupposti della misura cautelare, incluso il requisito del ‘periculum in mora’.

Cosa accade se il Tribunale del Riesame non si pronuncia su un motivo di appello specifico?
Se il Tribunale del Riesame omette di motivare su uno specifico punto sollevato dalla difesa, come la mancanza del periculum in mora, incorre in un vizio di omessa motivazione. Questo vizio, come nel caso di specie, comporta l’annullamento dell’ordinanza impugnata con rinvio per un nuovo giudizio.

Esiste un obbligo di motivazione più stringente per il sequestro di beni appartenenti a terzi?
Sì, la giurisprudenza citata nella sentenza stabilisce che, in tema di sequestro preventivo di beni appartenenti a terzi estranei al reato, il giudice ha un dovere specifico di motivazione sul requisito del ‘periculum in mora’. Deve basarsi su elementi concreti che indichino la reale disponibilità del bene da parte dell’indagato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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