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Pericolosità sociale: la prova dell’attualità in giudizio

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto contro l’applicazione della sorveglianza speciale. La sentenza stabilisce che la valutazione della pericolosità sociale non può fondarsi solo su condanne datate, ma deve basarsi su elementi probatori recenti che dimostrino l’attualità del legame con l’associazione criminale e il ruolo attivo svolto dal soggetto, confermando così la legittimità della misura di prevenzione e la sua durata.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pericolosità Sociale: la Cassazione sulla Valutazione Attuale

La valutazione della pericolosità sociale è un pilastro del nostro sistema di misure di prevenzione. Ma come si stabilisce se una persona è attualmente pericolosa, specialmente quando ha alle spalle condanne per reati associativi molto gravi? Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su questo punto, sottolineando che non basta guardare al passato, ma occorrono prove concrete e recenti che dimostrino il persistere del vincolo criminale. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna alla Misura di Prevenzione

Il caso riguarda un individuo già condannato in via definitiva per associazione mafiosa e altri reati aggravati. Sulla base del suo profilo criminale, il Tribunale prima, e la Corte di Appello poi, avevano applicato nei suoi confronti la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per quattro anni.

Il soggetto ha proposto ricorso in Cassazione, contestando la decisione. A suo avviso, i giudici di merito avevano erroneamente basato la valutazione di pericolosità sociale su condanne ormai datate, senza fornire prove della sua attuale pericolosità e senza considerare adeguatamente il lungo periodo di detenzione sofferto. Inoltre, contestava la durata della misura, ritenuta sproporzionata.

L’Analisi del Ricorso e i Criteri per la Pericolosità Sociale

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte di Appello. Gli Ermellini hanno chiarito che il giudizio sulla pericolosità sociale era stato condotto correttamente. Non si era basato unicamente sulle vecchie condanne, ma su elementi probatori emersi in un processo penale più recente, conclusosi con una condanna nel 2020 e confermata in appello nel 2022.

Questi elementi, tra cui intercettazioni e dichiarazioni di collaboratori di giustizia, avevano dimostrato il ruolo attivo e di rilievo del ricorrente nell’organizzazione di un importantissimo summit mafioso avvenuto nel 2018. Questo fatto, secondo la Corte, era una prova schiacciante non solo del suo forte senso di appartenenza al sodalizio, ma anche della sua piena operatività e, di conseguenza, della sua attuale pericolosità.

Le Motivazioni

La Corte ha specificato che il principio di autonomia tra procedimento penale e procedimento di prevenzione è stato pienamente rispettato. I giudici di merito non si sono limitati a prendere atto della condanna, ma hanno autonomamente valutato il materiale probatorio di quel processo per desumere l’attuale pericolosità sociale del soggetto. È stato evidenziato come, a fronte di un coinvolgimento così profondo e di un ruolo così delicato nell’organizzazione (come quello di organizzare una riunione per scegliere i vertici delle famiglie mafiose), fosse ragionevole presumere la stabilità e la proiezione futura dei suoi legami con l’associazione.

La Corte ha inoltre respinto la critica sulla mancata valutazione dello stato di detenzione e dell’assenza di dissociazione. Al contrario, ha sottolineato che la persistenza nella condotta illecita, nonostante una precedente condanna e una precedente misura di prevenzione, e la mancanza di qualsiasi segnale di allontanamento dal contesto criminale, erano ulteriori indicatori della sua pericolosità. Infine, anche il motivo sulla durata della misura è stato ritenuto infondato, poiché la Corte territoriale aveva adeguatamente motivato la scelta dei quattro anni in base allo spessore dell’inserimento associativo del ricorrente.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: per applicare una misura di prevenzione, la pericolosità sociale deve essere attuale e concretamente provata. Le sentenze di condanna passate costituiscono un presupposto importante, ma non sono sufficienti da sole. È onere del giudice verificare, attraverso elementi recenti e specifici, se il legame con l’ambiente criminale persiste e se la personalità del soggetto non ha subito un’evoluzione positiva. La decisione conferma che l’analisi deve essere approfondita e basata su fatti concreti, come la partecipazione a summit o il mantenimento di contatti con esponenti di spicco del sodalizio, che dimostrano come il vincolo criminale sia ancora vivo e operativo.

Una vecchia condanna per associazione mafiosa è sufficiente per applicare una misura di prevenzione?
No. Secondo la Corte, una condanna passata è un presupposto, ma la valutazione della pericolosità sociale deve essere basata su elementi concreti e recenti che dimostrino l’attualità di tale pericolosità.

Come si dimostra la “pericolosità sociale attuale” di una persona?
Si dimostra analizzando elementi probatori recenti (come intercettazioni, dichiarazioni, etc.) che evidenzino il perdurare del legame con l’associazione criminale e un ruolo attivo del soggetto, come l’organizzazione di un summit mafioso, anche se avvenuto pochi anni prima della decisione.

La Corte di Cassazione può riesaminare la durata di una misura di prevenzione?
No, a meno che la motivazione del giudice di merito sia inesistente, meramente apparente o manifestamente illogica. Se la durata è giustificata in modo adeguato e proporzionato alla pericolosità del soggetto, come nel caso di specie, la decisione non è sindacabile in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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