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Pericolosità sociale: i criteri della Cassazione

La Corte di Cassazione conferma la misura della libertà vigilata per due soggetti condannati per spaccio, ritenendo adeguata la motivazione del giudice sulla loro attuale pericolosità sociale. La valutazione si basa sull’intensità dell’attività criminale, l’assenza di lavoro lecito e i precedenti, considerati sufficienti a giustificare la misura di sicurezza.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pericolosità Sociale: Quando è Giustificata la Misura di Sicurezza?

La valutazione della pericolosità sociale di un individuo condannato rappresenta uno dei temi più delicati del diritto penale, poiché bilancia la necessità di proteggere la collettività con i diritti fondamentali della persona. Con la sentenza n. 22005 del 2024, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sui criteri necessari per applicare una misura di sicurezza come la libertà vigilata, chiarendo quali elementi possono fondare un giudizio di pericolosità attuale, anche a distanza di tempo dai fatti.

Il Contesto: Dallo Spaccio alla Misura di Sicurezza

Il caso esaminato trae origine da una condanna per spaccio di sostanze stupefacenti a carico di due individui. Il Giudice dell’Udienza Preliminare, dopo un annullamento con rinvio da parte della stessa Corte di Cassazione per difetto di motivazione, aveva applicato la misura di sicurezza della libertà vigilata per la durata di due anni a uno e di un anno all’altro. La decisione si fondava sull’osservazione che gli imputati avevano svolto un’intensa attività di spaccio al minuto, con un numero imponente di cessioni in un brevissimo lasso di tempo, dimostrando una peculiare capacità a delinquere.

I condannati hanno proposto nuovamente ricorso in Cassazione, sostenendo che il giudice non avesse adeguatamente valutato la loro personalità e alcuni elementi positivi sopravvenuti, come il conseguimento di un diploma, il matrimonio e la nascita di una figlia per uno di essi. Secondo le difese, il giudice si era limitato a valorizzare i dati investigativi e l’assenza di un lavoro stabile, senza considerare il notevole tempo trascorso dai fatti.

La Valutazione della Pericolosità Sociale da parte dei Giudici

Il cuore della questione risiede nella corretta motivazione del giudizio sulla pericolosità sociale. La Corte di Cassazione aveva precedentemente annullato la prima decisione proprio perché priva di un’argomentazione adeguata. Nella nuova sentenza, invece, il giudice del rinvio ha esposto in modo congruo gli elementi a sostegno della sua valutazione.

Gli Elementi Considerati Rilevanti

Il giudice ha fondato il suo giudizio su una serie di fattori concreti:
1. L’intensità dell’attività criminale: L’elevato numero di cessioni di droga in circa un mese è stato visto non come un episodio isolato, ma come indice di una spiccata e non occasionale capacità a delinquere.
2. L’inserimento in un contesto criminale: L’attività svolta era inserita in un contesto organizzato, a conferma della propensione al crimine.
3. L’assenza di fonti di reddito lecite: Entrambi i ricorrenti non risultavano titolari di risorse lecite né impegnati in attività lavorative stabili, un elemento considerato come conferma della loro attuale pericolosità.
4. I precedenti penali: Per uno degli imputati, sono stati valorizzati anche i precedenti specifici.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili, ritenendo la motivazione del giudice di merito sufficiente, logica e immune da vizi. Secondo gli Ermellini, gli elementi evidenziati (intensità del reato, inserimento in contesti criminali, assenza di lavoro e precedenti) costituiscono una base solida per affermare l’attualità della pericolosità sociale. La Corte ha sottolineato che i ricorsi, di contro, si limitavano a proporre una diversa lettura del compendio probatorio, invocando una valutazione dei fatti che non è consentita in sede di legittimità. Le censure degli imputati non miravano a evidenziare un errore di diritto o un vizio logico della motivazione, ma a ottenere un nuovo giudizio sul merito della loro pericolosità, compito che spetta esclusivamente ai giudici dei gradi precedenti.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: il giudizio sulla pericolosità sociale deve essere ancorato a elementi di fatto concreti e attuali. Non è sufficiente il solo reato commesso, ma occorre una valutazione complessiva della personalità del reo. Tuttavia, elementi come la sistematicità della condotta criminale, la mancanza di un’alternativa di vita lecita e l’inserimento in ambienti delinquenziali possono essere considerati indicatori sufficienti di una pericolosità ancora presente, anche a fronte di alcuni segnali positivi nella vita personale del condannato. La decisione chiarisce che, in assenza di concreti e inequivocabili segnali di resipiscenza, la pericolosità può essere contenuta attraverso le prescrizioni di una misura di sicurezza come la libertà vigilata.

Quali elementi sono sufficienti per motivare un giudizio di attuale pericolosità sociale?
Secondo la sentenza, sono sufficienti elementi come l’imponente numero di reati commessi in un breve periodo, l’inserimento del condannato in un contesto criminale organizzato, i precedenti penali e l’assenza di fonti di reddito lecite o di un’attività lavorativa stabile.

Il trascorrere del tempo o il miglioramento della condotta di vita (es. matrimonio, conseguimento di un diploma) escludono automaticamente la pericolosità sociale?
No, la sentenza chiarisce che questi elementi non escludono automaticamente la pericolosità sociale. Il giudice deve valutarli, ma può comunque ritenere prevalenti altri fattori, come la gravità e sistematicità del reato commesso e l’assenza di concreti segnali di ravvedimento (resipiscenza).

È possibile contestare la valutazione sulla pericolosità sociale davanti alla Corte di Cassazione?
È possibile contestarla solo per vizi di legittimità, cioè per violazione di legge o per una motivazione mancante, illogica o contraddittoria. Non è possibile, invece, chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare i fatti e fornire una diversa valutazione del merito della pericolosità, poiché tale compito spetta esclusivamente ai giudici dei gradi precedenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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