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Pericolosità attuale: la Cassazione e la confisca

La Corte di Cassazione ha confermato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale e la confisca di beni nei confronti di un soggetto ritenuto socialmente pericoloso. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la valutazione sulla pericolosità attuale, anche a fronte di un lungo periodo di latitanza, e sulla sproporzione dei beni, rientra nel merito e non può essere rivalutata in sede di legittimità se la motivazione del giudice precedente è logica e coerente.

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Pubblicato il 17 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pericolosità attuale e confisca: quando il passato non passa

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato principi cruciali in materia di misure di prevenzione, sottolineando come la pericolosità attuale di un soggetto possa essere desunta anche da condotte recenti apparentemente minori, pur in un contesto di lunga latitanza. Questo caso offre spunti fondamentali per comprendere i meccanismi della sorveglianza speciale e della confisca patrimoniale.

I fatti del caso

La Corte di Appello aveva confermato l’applicazione di una misura di prevenzione personale (sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno) e patrimoniale (confisca di immobili e disponibilità finanziarie) nei confronti di un individuo. La decisione si basava sulla sua ritenuta pericolosità, sia generica, per la sua dedizione a reati a scopo di lucro, sia specifica, legata a una precedente condanna per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. La Corte aveva inoltre riscontrato una netta sproporzione tra i beni a lui riconducibili e i redditi leciti dichiarati.

L’interessato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo due motivi principali:
1. Violazione di legge sulla pericolosità: Secondo la difesa, la pericolosità non era più attuale. Si evidenziava una condanna molto risalente (1995), un’assoluzione per fatti del 2001-2002 e un allontanamento volontario da contesti illeciti per oltre vent’anni, culminato nella decisione di costituirsi in Italia.
2. Violazione di legge sulla confisca: Si contestava la mancanza di motivazione sulla provenienza delle risorse usate per acquistare i beni, sostenendo che derivassero da donazioni lecite e documentate, e che la consulenza tecnica di parte non era stata adeguatamente considerata.

La decisione della Corte di Cassazione e la pericolosità attuale

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo che le censure sollevate non costituissero violazioni di legge, ma un tentativo di rimettere in discussione l’accertamento dei fatti e la valutazione logica operata dai giudici di merito, operazione non consentita in sede di legittimità.

La valutazione della pericolosità sociale

I giudici hanno confermato la correttezza della motivazione della Corte d’Appello. La pericolosità attuale non è stata esclusa dal lungo periodo di latitanza. Al contrario, è stata ritenuta persistente e confermata da elementi oggettivi. La Corte ha valorizzato non solo la pesante condanna per narcotraffico internazionale, ma anche i contatti con ambienti criminali emersi in altri procedimenti. L’elemento decisivo per dimostrare l’attualità è stato un arresto avvenuto nel 2021 per spendita di false generalità, una condotta che, sebbene meno grave, è stata interpretata come un chiaro sintomo della persistente inclinazione del soggetto a muoversi nell’illegalità per sottrarsi alla giustizia.

La questione della confisca patrimoniale

Anche riguardo alla confisca, la Cassazione ha ritenuto inammissibile il motivo di ricorso. La Corte d’Appello aveva condotto un’analisi dettagliata, accertando la pericolosità del soggetto per un lungo arco temporale in cui erano avvenuti gli acquisti. Aveva inoltre stabilito che il valore dei beni era del tutto sproporzionato rispetto ai redditi leciti a disposizione. Le presunte donazioni, secondo i giudici di merito, non erano state adeguatamente provate come fonte lecita delle risorse. Anche la consulenza tecnica di parte era stata esaminata, ma non ritenuta sufficiente a scardinare il quadro probatorio complessivo.

Le motivazioni

La motivazione della Cassazione si fonda su un principio cardine del giudizio di legittimità: la Corte non è un “terzo grado” di giudizio nel merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. In questo caso, la motivazione della Corte d’Appello è stata giudicata dettagliata, logica e priva di vizi. I giudici di merito avevano correttamente identificato tutti i presupposti per l’applicazione delle misure di prevenzione, sia personali che patrimoniali, inclusa la cruciale pericolosità attuale, desunta da un quadro indiziario completo e non solo dai precedenti penali.

Le conclusioni

La sentenza ribadisce che la valutazione della pericolosità sociale è un giudizio complesso che non si esaurisce con il mero trascorrere del tempo. Anche dopo anni di apparente inattività, condotte specifiche possono rivelare la persistenza di una mentalità criminale e giustificare l’applicazione di misure preventive. Inoltre, in materia di confisca, l’onere di dimostrare la provenienza lecita di beni sproporzionati rispetto al reddito ricade sul proposto, e semplici affermazioni non supportate da prove concrete non sono sufficienti a superare la presunzione di illecita provenienza.

Un lungo periodo di inattività criminale o latitanza esclude automaticamente la pericolosità attuale?
No. La Corte di Cassazione ha specificato che la pericolosità attuale può essere confermata da altri elementi, come un arresto recente per reati quali l’uso di documenti falsi, che dimostra la persistenza di una propensione all’illegalità e a sottrarsi alla giustizia.

È sufficiente dichiarare che i beni confiscati derivano da donazioni per evitarne la confisca?
No, la provenienza lecita dei fondi deve essere dimostrata in modo concreto e convincente. Nel caso di specie, i giudici di merito hanno ritenuto non provata l’origine lecita delle risorse, confermando la confisca basata sulla sproporzione tra il valore dei beni e i redditi leciti disponibili.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove che dimostrano la pericolosità di una persona?
No, il ricorso in Cassazione non può avere ad oggetto una nuova valutazione delle prove o della logica della motivazione del giudice precedente. La Corte può annullare una sentenza solo per violazione di legge o per vizi logici evidenti e manifesti, non per un diverso apprezzamento dei fatti. Per questo motivo, il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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