Pericolosità attuale: Perché la latitanza è un fattore decisivo per la Cassazione
La valutazione della pericolosità attuale di un soggetto è un pilastro fondamentale nell’applicazione delle misure di prevenzione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito con forza un principio cruciale: la condotta di chi si sottrae alla giustizia, rendendosi latitante, non può essere ignorata. Questo comportamento è un sintomo inequivocabile di una pericolosità che persiste nel tempo e che deve essere attentamente considerata dal giudice. Analizziamo come la Suprema Corte sia giunta a questa conclusione, annullando un provvedimento che aveva sottovalutato questo aspetto.
I Fatti del Caso: Dalla Revoca della Misura al Ricorso in Cassazione
Il caso ha origine da un provvedimento della Corte d’Appello di Palermo, che aveva revocato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno applicata a un individuo dal Tribunale. Sebbene la Corte d’Appello avesse inizialmente concordato con il giudizio di pericolosità qualificata formulato in primo grado, aveva concluso che tale pericolosità non fosse più “attuale”.
Il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello ha impugnato questa decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo un’errata applicazione della legge. L’accusa principale era che i giudici di secondo grado avessero limitato la loro analisi a un periodo di tempo troppo risalente (fino a maggio 2020), ignorando eventi significativi e più recenti, avvenuti tra il 2020 e il 2022, che erano invece cruciali per una corretta valutazione.
L’Elemento Ignorato: la Sottrazione alla Giustizia
Il punto focale del ricorso del Procuratore era un fatto di enorme peso: il soggetto, destinatario di una misura cautelare di custodia in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, si era reso irreperibile, sottraendosi volontariamente all’esecuzione del provvedimento. Secondo il ricorrente, questa prolungata latitanza era un elemento decisivo, poiché dimostrava la capacità del soggetto di contare su un’efficace rete di protezione, rivelando chiari elementi sintomatici di una pericolosità attuale.
Il Principio di Diritto sulla Valutazione della Pericolosità Attuale
La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il ricorso, ravvisando una chiara violazione di legge. I giudici supremi hanno ricordato che, secondo la normativa e l’interpretazione consolidata, la verifica del profilo di attualità della pericolosità impone di esaminare tutti gli elementi sintomatici che permettono di accertarne la persistenza fino al momento della decisione di primo grado.
La decisione della Corte d’Appello è stata considerata viziata proprio perché ha omesso di considerare la manifestazione di pericolosità più significativa e recente: la latitanza. Sottrarsi volontariamente all’esecuzione di un provvedimento restrittivo, specialmente per reati di stampo mafioso, non è un atto banale, ma una scelta che evidenzia la persistenza di legami con ambienti criminali e la disponibilità di un supporto logistico ed economico.
Le Motivazioni della Cassazione
Nelle motivazioni, la Suprema Corte ha chiarito che l’attualità della pericolosità sociale può essere logicamente dedotta da una latitanza di lunga durata. Tale condizione, infatti, è resa possibile solo da una rete di appoggi riferibili a gruppi criminali organizzati ed efficienti, con cui è ragionevole presumere che il soggetto sia ancora in contatto. La Corte d’Appello, non considerando che l’individuo si era reso irreperibile dopo l’emissione di un’ordinanza di custodia in carcere, ha compiuto un errore di valutazione che ha inficiato la correttezza del suo decreto.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza
La sentenza riafferma un principio fondamentale per i giudici che si occupano di misure di prevenzione: la valutazione della pericolosità attuale deve essere completa, dinamica e basata su tutti gli elementi disponibili fino al momento della decisione. La latitanza non è un semplice atto di disobbedienza, ma una condotta che parla, rivelando la capacità del soggetto di attivare reti di protezione e la sua persistente adesione a logiche criminali. Di conseguenza, il decreto della Corte d’Appello è stato annullato con rinvio, obbligando i giudici a una nuova valutazione che tenga debitamente conto di questo grave e sintomatico comportamento.
 
Può un giudice ignorare il periodo di latitanza di un soggetto nel valutare la sua pericolosità attuale?
No, secondo la Corte di Cassazione, la latitanza è un elemento decisivo e sintomatico di una pericolosità persistente. Questa condotta rivela la capacità del soggetto di contare su un’efficace rete di protezione e, pertanto, deve essere considerata nella valutazione complessiva.
Fino a quale momento deve essere valutata la pericolosità attuale per applicare una misura di prevenzione?
La valutazione deve prendere in esame tutti gli elementi sintomatici che consentano di accertare la persistenza della pericolosità fino al momento in cui viene adottata la decisione del giudice della prevenzione di primo grado.
Cosa significa che la Cassazione annulla con rinvio un provvedimento?
Significa che la Corte di Cassazione cancella la decisione impugnata e rimanda il caso al giudice che l’aveva emessa (in questo caso la Corte d’Appello, ma in diversa composizione), il quale dovrà decidere nuovamente la questione attenendosi ai principi di diritto stabiliti dalla stessa Cassazione.
 
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 7996 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 2   Num. 7996  Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 22/11/2023
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D’APPELLO DI PALERMO
NOME nato a PALERMO il DATA_NASCITA
avverso il decreto del 12/05/2023 della CORTE APPELLO di PALERMO
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME; lette le conclusioni del PG che ha chiesto l’annullamento con rinvio del provvedimento impugnato
Motivi della decisione
La Corte d’appello di Palermo sezione per le misure di prevenzione c provvedimento in data 12/05/2023 ha revocato la misura della sorveglianz speciale con obbligo di soggiorno applicata a Noto Carlo dal tribunale di Paler
Ricorre per Cassazione il procuratore generale presso la Corte d’appello Palermo deducendo che il provvedimento impugnato si fonda sull’errat applicazione della normativa (articolo 4 Decreto legislativo numero 159/2011).
Evidenzia che la Corte d’appello, dopo aver condiviso il giudizio di pericol qualificata formulata dal tribunale di Palermo, ha ritenuto che detta perico non fosse attuale. Secondo il ricorrente tale valutazione – che limita la v dell’attualità della pericolosità del proposto ad un periodo circoscritto 2017- maggio 2020) antecedente di oltre due anni la data del provvediment applicativo (novembre 2022)- omette di considerare le significative manifestazi di pericolosità evidenziate dalla condotta posta in essere dal Noto propri periodo 2020 -2022 più vicino e prossimo al momento in cui veniva emesso i decreto di prevenzione di primo grado.
In particolare, non si sarebbe tenuto in considerazione il fatto che il No cui confronti era stata disposta la misura cautelare della custodia in carc concorso esterno in associazione mafiosa si era sottratto all’esecuzion provvedimento restrittivo rendendosi irreperibile. Secondo il ricorren prolungata latitanza assume rilievo decisivo nella valutazione dell’attualità pericolosità personale del proposto considerato che la condotta dell’apparten mafioso che si sottrae volontariamente all’esecuzione di un provvedimen restrittivo, evidenzia la possibilità di contare su un’efficace rete di protezione rivelando chiaramente elementi sintomatici di pericolosità.
La difesa del Noto ha depositato memoria con la quale ha chiest l’inammissibilità del ricorso.
Il ricorso è fondato.
Sussiste la dedotta violazione di legge.
Il provvedimento impugnato risulta viziato dall’inosservanza della normati riguardante l’applicazione delle misure di prevenzione personali, la qual ragione anche delle consolidate scelte interpretative del giudice di legit impone di verificare il profilo di attualità prendendo in esame tutti gli el sintomatici che consentano di accertare la persistenza di detta pericolosità momento in cui viene adottata la decisione del primo giudice della prevenzione.
Come già affermato da questa corte l’attualità della pericolosità social proposto alla misura di prevenzione può logicamente dedursi dalla sua latitanza
lunga durata, ritenuta possibile in conseguenza di una rete di appoggi riferi gruppi criminali organizzati ed efficienti, con i quali è razionale presumere stesso sia in contatto. (Cass. 2 rv. 285187 Conf.: n. 3175 del 1995, Rv. 2021 01).
Il provvedimento impugnato non ha considerato che il Noto – nei cui confront era stata disposta la misura cautelare della custodia in carcere per con esterno in associazione mafiosa- si era sottratto all’esecuzione del provvedim restrittivo rendendosi irreperibile.
Il decreto impugnato deve pertanto essere annullato con rinvio alla Cor d’appello di Palermo in diversa composizione.
P.Q.M.
Annulla il decreto impugnato con rinvio alla Corte di appello di Palermo diversa composizione.
Roma, 22/11/2023
Il giudice estensore La presidente
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