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Pericolo di reiterazione: quando è attuale e concreto?

La Cassazione conferma gli arresti domiciliari per frode su fondi pubblici, chiarendo che il pericolo di reiterazione sussiste anche se la legge specifica è cambiata. La professionalità criminale e la rete di contatti sono decisive per valutare l’attualità del rischio.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pericolo di Reiterazione: La Cassazione Chiarisce i Criteri di Attualità

L’applicazione di una misura cautelare, come gli arresti domiciliari, richiede una valutazione attenta e rigorosa dei presupposti di legge, tra cui spicca il pericolo di reiterazione del reato. Ma cosa accade se il reato specifico per cui si procede non può più essere commesso, ad esempio a causa di una modifica legislativa? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. Sez. 2 Num. 38163 del 2024) offre chiarimenti fondamentali, stabilendo che la pericolosità sociale di un individuo non svanisce con la mera impossibilità di ripetere l’esatta condotta illecita, ma va valutata in un’ottica più ampia, legata alla sua capacità criminale e alla rete di rapporti di cui dispone.

I fatti del caso: frode e ricorso in Cassazione

Il caso analizzato riguarda un’indagata accusata di una serie di episodi di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (nello specifico, il reddito di cittadinanza) e di un episodio di tentata estorsione. I fatti, commessi tra il 2019 e il 2022, vedevano l’indagata operare all’interno di un centro di assistenza fiscale, dove avrebbe gestito numerose pratiche fraudolente.

Il Tribunale del Riesame, accogliendo l’appello del Pubblico Ministero, aveva disposto per lei la misura degli arresti domiciliari, ravvisando un concreto e attuale pericolo di reiterazione criminosa. La difesa ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo l’insussistenza di tale pericolo. Le argomentazioni difensive si basavano su tre punti principali:

1. Il centro di assistenza fiscale era stato posto sotto sequestro, privando l’indagata della struttura logistica per commettere i reati.
2. La normativa sul reddito di cittadinanza era stata abrogata, rendendo impossibile la ripetizione dello stesso tipo di frode.
3. Le prove della sua presunta pericolosità erano deboli e non attuali.

La questione giuridica sul pericolo di reiterazione

Il cuore della questione legale ruota attorno alla corretta interpretazione del requisito di “attualità” del pericolo di reiterazione, previsto dall’art. 274, lett. c), del codice di procedura penale. La difesa sosteneva che, venute meno le condizioni oggettive per commettere reati identici a quelli contestati, il pericolo non poteva più considerarsi attuale.

La valutazione del Tribunale del Riesame

Il Tribunale del Riesame aveva ritenuto, al contrario, che la pericolosità dell’indagata fosse ancora attuale. Tale giudizio si fondava non solo sulla gravità e sul numero dei reati contestati, ma anche sul carattere di professionalità e organizzazione dell’attività illecita. Secondo i giudici di merito, la capacità di sfruttare una consolidata rete di rapporti per commettere frodi ai danni dello Stato non veniva meno con la modifica legislativa o con il sequestro dei locali. La pericolosità era intrinseca alla persona e alla sua propensione a delinquere, indipendentemente dallo specifico strumento normativo utilizzato.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la validità del ragionamento del Tribunale del Riesame. I giudici supremi hanno innanzitutto ribadito un principio fondamentale: il ricorso per cassazione non è una sede in cui si possono rivalutare i fatti, ma serve a controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione del provvedimento impugnato.

Nel merito, la Corte ha spiegato che la motivazione del Tribunale era tutt’altro che illogica. Il concetto di “attualità” del pericolo non deve essere confuso con l'”imminenza” della commissione di un nuovo reato. L’attualità indica, piuttosto, la continuità del “periculum libertatis” nel tempo. Questa continuità va apprezzata sulla base della vicinanza temporale ai fatti contestati e della presenza di elementi che dimostrino la persistente potenzialità criminale del soggetto.

La Cassazione ha evidenziato come il Tribunale avesse correttamente valorizzato elementi quali:
* L’elevato numero di pratiche fraudolente gestite.
* La non occasionalità dell’attività illecita, svolta con professionalità.
* La prossimità temporale dei reati (commessi fino al 2022) rispetto al momento della decisione.

Secondo la Corte, questi elementi dimostrano una pericolosità radicata, basata sulla capacità di sfruttare reti di contatti e conoscenze per perpetrare frodi. Tale capacità non svanisce con il cambiamento della normativa, ma può essere facilmente “riconvertita” per commettere nuove condotte illecite ai danni dello Stato, utilizzando strumenti diversi.

Le conclusioni

La sentenza in esame offre una lezione cruciale sul pericolo di reiterazione. Le conclusioni che possiamo trarre sono chiare: la valutazione di tale pericolo deve essere condotta in concreto, guardando alla personalità dell’indagato e al suo “modus operandi”, più che alla mera possibilità materiale di ripetere un reato identico. La professionalità criminale, l’organizzazione e la rete di relazioni costruite nel tempo sono indici di una pericolosità che trascende la singola fattispecie di reato. Pertanto, anche il sequestro dei mezzi o una modifica legislativa favorevole non sono sufficienti, da soli, a escludere la necessità di una misura cautelare, se il giudice ritiene che la propensione a delinquere del soggetto sia ancora viva e pronta a manifestarsi in altre forme.

Il pericolo di reiterazione svanisce se la legge che punisce il reato viene abrogata o modificata?
No. Secondo la sentenza, il pericolo di reiterazione si fonda sulla potenzialità criminale del soggetto e sulla sua capacità di sfruttare reti di contatti per commettere nuovi reati, anche diversi da quello originario. L’impossibilità di ripetere lo stesso identico reato non esclude l’attualità del pericolo.

Cosa si intende per “attualità” del pericolo di reiterazione del reato?
L’attualità del pericolo non significa imminenza di un nuovo reato, ma indica la continuità del rischio nel tempo. Va valutata in base alla vicinanza temporale con i fatti contestati e alla presenza di elementi recenti che confermano la potenzialità criminale dell’indagato.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di rivalutare le prove o le circostanze di fatto in un procedimento cautelare?
No. Il ricorso per cassazione avverso provvedimenti cautelari è ammissibile solo se si denunciano violazioni di specifiche norme di legge o una manifesta illogicità della motivazione. Non si può utilizzare per proporre una diversa valutazione dei fatti già esaminati dal giudice di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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