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Pericolo di reiterazione: la Cassazione conferma misura

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo sottoposto a misura cautelare per resistenza e lesioni. La Corte ha confermato la validità della valutazione del pericolo di reiterazione basata sulla gravità della condotta e su un precedente penale specifico, seppur non recentissimo, ritenendolo sufficiente a giustificare la misura.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pericolo di Reiterazione: Come un Precedente Non Recente Giustifica la Misura Cautelare

La valutazione del pericolo di reiterazione del reato è un pilastro fondamentale nell’applicazione delle misure cautelari. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 35947/2025, offre un importante chiarimento su come questo rischio debba essere accertato, anche in presenza di un singolo precedente penale non recentissimo. La Corte ha stabilito che la gravità e le modalità della nuova condotta, unite a un precedente specifico, possono essere sufficienti a dimostrare l’attualità e la concretezza di tale pericolo.

I Fatti: Resistenza all’Arresto e Aggressione

Il caso ha origine da un episodio di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate. Un uomo, durante l’arresto del proprio genero, ha ostacolato attivamente l’operato delle forze dell’ordine. Inizialmente, ha utilizzato la sua autovettura per sbarrare la strada al veicolo della polizia, impedendone il passaggio. Successivamente, la situazione è degenerata in un’aggressione fisica nei confronti degli agenti. A seguito di questi eventi, il Tribunale del riesame, su appello del pubblico ministero, ha applicato all’uomo la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Il Ricorso e la Tesi del Gesto Emotivo

L’indagato ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la sussistenza delle condizioni per l’applicazione della misura. La sua difesa si basava su due argomenti principali:

1. Stato di alterazione emotiva: Le azioni contestate non sarebbero indicative di una pericolosità sociale, ma piuttosto il frutto di un momentaneo stato di alterazione emotiva, scatenato dall’arresto del parente. Un evento eccezionale, quindi, e non un sintomo di una tendenza a delinquere.
2. Precedente penale datato: L’unico precedente specifico a suo carico era considerato troppo risalente nel tempo (anno 2020) per poter fondare un giudizio di attualità del pericolo di reiterazione.

La Decisione della Cassazione sul Pericolo di Reiterazione

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente la tesi difensiva, dichiarando il ricorso inammissibile. Secondo i giudici supremi, le argomentazioni presentate erano generiche e non individuavano vizi logici o giuridici nella decisione del Tribunale del riesame.

Le Motivazioni

Il Tribunale aveva correttamente valorizzato due elementi cruciali. In primo luogo, le modalità della condotta: la resistenza non era stata un singolo gesto impulsivo, ma un’azione protratta nel tempo e caratterizzata da un’escalation di gravità, passando dall’ostruzione con l’auto all’aggressione fisica. Questo ‘crescendo’ di violenza è stato interpretato come un indice significativo di pericolosità.

In secondo luogo, riguardo al precedente penale del 2020, la Cassazione ha avallato la valutazione del Tribunale, secondo cui la distanza temporale non era tale da renderlo irrilevante. Al contrario, quel precedente, unito alla gravità dei nuovi fatti, contribuiva a delineare un quadro di concreto e attuale pericolo di reiterazione di condotte analoghe. La logica del provvedimento impugnato è stata quindi ritenuta solida e priva di contraddizioni.

Le Conclusioni

La sentenza stabilisce un principio importante: la valutazione del pericolo di reiterazione non si basa su calcoli matematici sulla distanza temporale dei precedenti, ma su un’analisi complessiva della personalità dell’indagato e delle circostanze del reato. Un singolo precedente, anche se non recentissimo, mantiene la sua rilevanza se la nuova condotta è particolarmente grave e mostra una propensione a violare la legge con modalità allarmanti. La tesi dello ‘stato emotivo’ non è sufficiente a escludere il rischio, che deve essere valutato in termini di concretezza e attualità sulla base di tutti gli elementi disponibili.

Un solo precedente penale di qualche anno fa è sufficiente per applicare una misura cautelare?
Sì, secondo questa sentenza, un precedente specifico, anche se risalente a qualche anno prima, può essere sufficiente a fondare un giudizio di attualità e concretezza del pericolo di reiterazione, specialmente se le modalità del nuovo reato contestato sono gravi e indicano una progressiva escalation della violenza.

Agire in uno ‘stato di alterazione emotiva’ esclude il pericolo di commettere altri reati?
No, la Corte ha ritenuto che la giustificazione di aver agito in uno ‘stato di alterazione emotiva’ a causa di un evento specifico (come l’arresto di un parente) non è sufficiente a escludere il pericolo concreto che l’individuo possa commettere reati simili in futuro.

Per quale motivo il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le doglianze sono state ritenute generiche e non specificamente volte a individuare vizi di manifesta illogicità o contraddittorietà nella motivazione del provvedimento impugnato. La Cassazione non riesamina i fatti, ma controlla solo la correttezza logico-giuridica della decisione precedente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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