LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Pericolo di reiterazione: la Cassazione chiarisce

Un soggetto in custodia cautelare per ricettazione ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando una valutazione inadeguata del pericolo di reiterazione del reato e la mancanza di un’autonoma valutazione da parte del Tribunale del Riesame. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che il pericolo di reiterazione si valuta sulla base di elementi concreti come le modalità del fatto, i precedenti penali e la personalità dell’indagato, non sulla gravità astratta del reato. Ha inoltre chiarito che l’obbligo di ‘autonoma valutazione’ non si applica al Tribunale del Riesame con lo stesso rigore previsto per il giudice che emette la misura.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pericolo di Reiterazione: La Cassazione sul Mantenimento della Custodia Cautelare

La valutazione del pericolo di reiterazione del reato è un pilastro del sistema delle misure cautelari nel nostro ordinamento. Con la sentenza n. 45872 del 2024, la Corte di Cassazione torna a precisare i criteri che il giudice deve seguire per stabilire se un indagato debba rimanere in custodia in carcere, offrendo spunti fondamentali sulla distinzione tra la gravità astratta del reato e la gravità concreta del fatto. Analizziamo insieme questa importante decisione.

Il Caso: Ricorso contro la Custodia in Carcere per Ricettazione

Il caso trae origine da un’ordinanza del Tribunale di Napoli, che aveva confermato la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di un individuo indagato per il reato di ricettazione in concorso. L’indagato, tramite il proprio difensore, ha proposto ricorso per Cassazione contro tale provvedimento, contestando la legittimità della decisione sotto due profili principali.

I Motivi del Ricorso e il Pericolo di Reiterazione

La difesa ha articolato il ricorso su due argomenti centrali, entrambi volti a scardinare la motivazione del provvedimento impugnato.

La Mancanza di Concretezza e Attualità

In primo luogo, si sosteneva che il Tribunale non avesse adeguatamente specificato gli elementi da cui desumere la concretezza e l’attualità del pericolo di reiterazione del reato. Secondo la tesi difensiva, questi requisiti non possono essere ricavati in via esclusiva dalla gravità astratta del titolo di reato contestato (la ricettazione), ma richiedono una valutazione più approfondita e personalizzata.

L’Assenza di Autonoma Valutazione

In secondo luogo, il ricorrente lamentava la mancanza, da parte del Tribunale del Riesame, di un’autonoma valutazione degli elementi indiziari a suo carico. Questo vizio, secondo la difesa, avrebbe inficiato la validità della motivazione dell’ordinanza che confermava la misura detentiva.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile perché basato su motivi generici e manifestamente infondati. La decisione ha permesso ai giudici di ribadire importanti principi di diritto in materia di misure cautelari.

Le Motivazioni: Come si Valuta il Pericolo di Reiterazione?

La parte più significativa della sentenza risiede nelle motivazioni con cui la Corte ha smontato le argomentazioni difensive. Gli Ermellini hanno fornito una chiara guida su come il giudice debba approcciare la valutazione del pericolo di reiterazione.

Concretezza e Attualità: Oltre la Gravità Astratta del Reato

La Corte ha affermato che la motivazione del Tribunale era, al contrario di quanto sostenuto dal ricorrente, puntuale e specifica. Il giudice del riesame aveva correttamente valorizzato una serie di elementi concreti:

1. L’epoca recentissima dei fatti: la vicinanza temporale del reato dimostra un’inclinazione a delinquere attuale.
2. Le modalità di commissione: il modo in cui il reato è stato perpetrato può rivelare la pericolosità sociale del soggetto.
3. I precedenti penali e giudiziari: la presenza di precedenti specifici è un indice fondamentale della personalità dell’indagato e della sua tendenza a commettere ulteriori reati della stessa specie.

La Cassazione ha ribadito che, sebbene la legge vieti di basare il giudizio sulla sola “gravità del titolo di reato”, non esclude affatto la valutazione della “gravità del fatto” nelle sue concrete manifestazioni. L’analisi dei comportamenti concreti è essenziale per comprendere se la condotta illecita sia un episodio occasionale o, al contrario, l’espressione di uno stile di vita e di un’incapacità di autolimitarsi.

Il Ruolo del Tribunale del Riesame e l’Autonoma Valutazione

Anche il secondo motivo di ricorso è stato ritenuto infondato. La Corte ha chiarito che il requisito dell'”autonoma valutazione” dei gravi indizi di colpevolezza, previsto dall’art. 292 del codice di procedura penale, è imposto primariamente al giudice che emette per primo la misura cautelare. Tale obbligo serve a garantire l’imparzialità del giudice rispetto alla richiesta del Pubblico Ministero.

Per il Tribunale del Riesame, invece, il sindacato della Cassazione si concentra sulla sussistenza di vizi della motivazione (come l’assenza o la manifesta illogicità), non sulla ripetizione formale di una valutazione autonoma già svolta. Nel caso di specie, il Tribunale aveva adeguatamente indicato le ragioni per cui riteneva provata la condotta dell’indagato, rendendo la sua motivazione tutt’altro che assente o apparente.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale cruciale. La legittimità di una misura cautelare grave come la custodia in carcere dipende da una valutazione prognostica che non sia astratta, ma ancorata a dati fattuali precisi: la storia personale dell’indagato, i suoi precedenti e le specifiche modalità della condotta illecita. La sentenza ricorda che la pericolosità sociale deve essere dimostrata attraverso un’analisi concreta e individualizzata, che vada oltre la semplice etichetta del reato contestato, fondando il giudizio su elementi capaci di dimostrare un rischio attuale e tangibile per la collettività.

Quando è considerato ‘attuale’ il pericolo di reiterazione del reato?
Il pericolo è considerato attuale sulla base di una valutazione prognostica che tiene conto delle modalità concrete del fatto, della personalità dell’indagato (desunta anche da precedenti penali specifici) e della recentezza della condotta. Non è necessaria la previsione di specifiche e imminenti occasioni per delinquere.

Il pericolo di reiterazione può essere dedotto solo dalla gravità del reato contestato?
No, la legge impedisce di desumere tale pericolo dalla sola gravità astratta del ‘titolo di reato’. Tuttavia, il giudice deve valutare la gravità del fatto nelle sue concrete manifestazioni, incluse le modalità e le circostanze, poiché questi elementi sono indicatori essenziali della pericolosità del soggetto.

Il Tribunale del Riesame è tenuto a compiere una ‘autonoma valutazione’ dei gravi indizi come il primo giudice?
No, l’obbligo di un’esplicita e autonoma valutazione degli indizi, come previsto dall’art. 292 c.p.p., è posto principalmente a carico del giudice che emette per primo la misura. Per il Tribunale del Riesame, il controllo in Cassazione si concentra sulla presenza di vizi della motivazione (come l’assenza o l’apparenza della stessa), non sull’obbligo di ripetere formalmente l’analisi del primo giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati