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Pericolo di reiterazione: la Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di arresti domiciliari per narcotraffico. Sebbene i gravi indizi di colpevolezza fossero stati ritenuti sussistenti, la Corte ha censurato la valutazione del pericolo di reiterazione del reato. I giudici di merito avevano omesso di considerare il positivo percorso rieducativo concluso dall’indagato per un fatto successivo, elemento cruciale per valutare l’attualità e la concretezza del rischio. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione delle esigenze cautelari.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pericolo di Reiterazione: La Cassazione Sottolinea l’Importanza del Percorso Rieducativo

Con la sentenza n. 35677 del 2025, la Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento su come valutare il pericolo di reiterazione ai fini dell’applicazione delle misure cautelari. La Corte ha annullato un’ordinanza di arresti domiciliari, non perché mancassero gli indizi di colpevolezza, ma perché i giudici di merito non avevano adeguatamente considerato il percorso di reinserimento sociale completato dall’indagato, un elemento decisivo per valutare l’attualità del rischio.

I Fatti del Caso: Un’Accusa di Narcotraffico

Il procedimento trae origine da un’indagine su un’associazione dedita al narcotraffico. Un soggetto veniva accusato di essere fornitore di sostanze stupefacenti, sulla base di alcune intercettazioni e di un incontro avvenuto presso l’abitazione del presunto capo del sodalizio, all’epoca già agli arresti domiciliari. In tale occasione, l’indagato, presentatosi insieme al fratello, avrebbe manifestato piena disponibilità a fornire la droga.
Sulla base di questi elementi, il Giudice per le Indagini Preliminari applicava la misura cautelare degli arresti domiciliari, poi confermata dal Tribunale del Riesame.

Il Ricorso in Cassazione: I Motivi della Difesa

La difesa presentava ricorso in Cassazione lamentando, tra le altre cose:
1. Insussistenza di gravi indizi di colpevolezza: Le conversazioni erano generiche e mancavano riscontri oggettivi come sequestri o pedinamenti.
2. Mancanza di attualità e concretezza del pericolo di reiterazione: Si contestava la valutazione del rischio, fondata su un colloquio risalente al 2022 e su una precedente condanna, senza considerare il percorso rieducativo che l’indagato aveva nel frattempo concluso con successo.
3. Violazione del principio di adeguatezza: La misura degli arresti domiciliari era ritenuta sproporzionata.

La Valutazione del Pericolo di Reiterazione secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato i motivi relativi ai gravi indizi di colpevolezza. I giudici hanno ritenuto che la motivazione del Tribunale fosse logica e sufficiente a supportare l’accusa, valorizzando la presenza dell’indagato presso l’abitazione di un soggetto ai domiciliari e la sua esplicita disponibilità a fornire stupefacenti.

Tuttavia, la Corte ha accolto il motivo relativo alle esigenze cautelari. Il punto cruciale della decisione risiede nella critica mossa al Tribunale del Riesame per la sua valutazione del pericolo di reiterazione. La motivazione del Tribunale è stata definita “apodittica e circolare”, in quanto si era limitata a desumere il pericolo dagli stessi indizi di colpevolezza, senza condurre un’autonoma e approfondita analisi sulla sua attualità e concretezza.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della sentenza sta nel valore attribuito al percorso di vita dell’indagato successivo ai fatti contestati. La difesa aveva documentato che, a seguito di una condanna per fatti avvenuti nell’ottobre 2022 (quindi successivi a quelli del presente procedimento), l’indagato era stato ammesso all’affidamento in prova al servizio sociale e aveva concluso positivamente il percorso. Questo elemento, secondo la Cassazione, era di “particolare pregnanza” e non poteva essere ignorato.
I giudici di legittimità hanno sottolineato che un esperimento di prova concluso con successo, soprattutto se relativo a fatti più recenti, è un fattore che incide direttamente sulla prognosi di recidivanza. Il Tribunale, invece, aveva trascurato di considerare questo dato, che dimostrava un cambiamento nello stile di vita dell’indagato e una sua adesione a un percorso di legalità. La valutazione del pericolo, pertanto, non risultava adeguata ai criteri di attualità e concretezza richiesti dall’articolo 274 del codice di procedura penale.

Le Conclusioni: Attualità e Concretezza del Pericolo

La decisione riafferma un principio fondamentale del nostro sistema processuale: le misure cautelari non sono un’anticipazione della pena, ma strumenti volti a neutralizzare un pericolo concreto e attuale. La valutazione di tale pericolo non può essere astratta o basata unicamente sulla gravità del reato contestato. Il giudice deve esaminare tutti gli elementi a disposizione, inclusi quelli favorevoli all’indagato che dimostrino un’evoluzione positiva della sua personalità e del suo contesto di vita. L’annullamento con rinvio impone al Tribunale di Roma di effettuare una nuova valutazione, questa volta tenendo nel debito conto il percorso rieducativo completato, per stabilire se, alla luce di ciò, sussista ancora un pericolo di reiterazione che giustifichi una misura cautelare.

Quando un’offerta di droga è penalmente rilevante?
Secondo la sentenza, che richiama un precedente delle Sezioni Unite, l’offerta è penalmente rilevante quando una persona manifesta la disponibilità a procurare ad altri la droga, a condizione che si tratti di un’offerta collegata a un’effettiva possibilità di procurare o smistare lo stupefacente in tempi ragionevoli e con modalità che diano garanzie al compratore, anche se la droga non è immediatamente disponibile.

Come va valutato il pericolo di reiterazione del reato per applicare una misura cautelare?
Il pericolo di reiterazione del reato deve essere valutato sulla base di criteri di attualità e concretezza. Non può essere desunto automaticamente dalla gravità degli indizi di colpevolezza, ma richiede un’analisi specifica e autonoma della situazione personale, familiare e lavorativa dell’indagato, per formulare una prognosi realistica sul rischio che commetta nuovi reati.

Un percorso rieducativo positivo per un altro reato può influire sulla valutazione del pericolo di reiterazione?
Sì, assolutamente. La sentenza afferma che un percorso rieducativo concluso con successo, come l’affidamento in prova, è un elemento di particolare importanza. Se questo percorso si riferisce a fatti successivi a quelli per cui si procede, la sua rilevanza è ancora maggiore, poiché può interferire positivamente con la prognosi sulla reiterazione, dimostrando un cambiamento concreto nello stile di vita dell’indagato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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