LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Pericolo di recidiva: la Cassazione sulla custodia

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un indagato contro la custodia cautelare per spaccio. Decisivo il concreto e attuale pericolo di recidiva, desunto dalla gravità dei fatti, dal ruolo professionale nel traffico e dai precedenti penali, che rendono inadeguata ogni misura meno afflittiva del carcere.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pericolo di recidiva: Quando la Custodia in Carcere è Inevitabile

La recente sentenza della Corte di Cassazione, Sez. 4, n. 25007/2025, offre un’importante analisi sui criteri per l’applicazione della custodia cautelare in carcere, focalizzandosi sul concetto di pericolo di recidiva. La Suprema Corte ha confermato la misura detentiva per un individuo accusato di traffico di stupefacenti, ritenendo che la sua personalità e la gravità dei fatti rendessero ogni altra misura inadeguata. Questo caso ci permette di approfondire come i giudici valutano la necessità di ricorrere alla massima misura restrittiva della libertà personale.

I Fatti del Caso

Il Tribunale del riesame di Palermo aveva confermato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un soggetto indagato per reati legati al traffico di sostanze stupefacenti, ai sensi dell’art. 73 del d.P.R. 309/90. La difesa dell’indagato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la valutazione del Tribunale fosse errata. In particolare, si lamentava che non fossero state considerate alternative al carcere, dato che il periodo di attività illecita contestato era breve e che l’esclusione di un’aggravante avrebbe dovuto incidere sulla scelta della misura. Secondo il ricorrente, mancava una dimostrazione concreta e attuale del pericolo che potesse commettere nuovamente reati simili.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. Secondo i giudici supremi, le argomentazioni della difesa costituivano censure generiche sui fatti, che non intaccavano la coerenza e la logicità della motivazione del Tribunale del riesame. La Corte ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti, ma di controllare la corretta applicazione della legge e la logicità delle motivazioni dei giudici di merito. In questo caso, la decisione di mantenere la custodia in carcere era stata ampiamente e correttamente giustificata.

Le Motivazioni: Valutazione del Pericolo di Recidiva

Il fulcro della sentenza risiede nella dettagliata disamina dei presupposti per l’applicazione delle misure cautelari, in particolare riguardo al pericolo di recidiva come definito dall’art. 274, lett. c), del codice di procedura penale.

La Concretezza e l’Attualità del Pericolo

La Corte ha sottolineato che, a seguito delle modifiche introdotte dalla legge n. 47/2015, il pericolo di reiterazione del reato deve possedere i caratteri della concretezza e dell’attualità. Questi elementi non possono essere desunti esclusivamente dalla gravità del titolo di reato, ma devono emergere da una valutazione complessiva che includa:

* Specifiche modalità e circostanze del fatto: Il modo in cui il reato è stato commesso può rivelare molto sulla pericolosità del soggetto.
* Personalità dell’indagato: Valutata attraverso comportamenti concreti, atti specifici e precedenti penali.

Nel caso specifico, il Tribunale aveva correttamente evidenziato l’assoluta gravità delle condotte, il ruolo di intermediario dell’indagato nell’acquisto di notevoli quantità di droga e le modalità professionali che suggerivano un suo stabile inserimento in un contesto di traffico illecito.

Personalità dell’Indagato e Gravità del Fatto

Un punto cruciale della motivazione è che le stesse modalità del fatto possono essere utilizzate sia per valutare la gravità del reato sia per delineare la personalità e la pericolosità dell’indagato. La Cassazione ha confermato che non vi è alcun divieto di attribuire a un elemento una duplice valenza.

Nel caso in esame, la personalità negativa dell’indagato era aggravata da specifici precedenti penali e dalla sua pervicacia nel continuare a delinquere nonostante le passate condanne. Questa persistenza nel reato è stata un fattore determinante per ritenere concreto e attuale il rischio di recidiva e per concludere che solo la misura carceraria potesse salvaguardare le esigenze cautelari.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La sentenza ribadisce un principio fondamentale del sistema cautelare penale: la custodia in carcere è l’extrema ratio, ma diviene necessaria quando il pericolo di recidiva è fondato su elementi concreti e attuali che dimostrano una spiccata pericolosità sociale del soggetto. La valutazione non è astratta, ma ancorata a un’analisi globale che comprende la gravità dei fatti, le modalità dell’azione, i precedenti specifici e la condotta complessiva dell’indagato. Per i professionisti del diritto, questa pronuncia conferma che per contestare efficacemente una misura cautelare è necessario smontare l’impianto logico del giudice di merito, dimostrando non una diversa interpretazione dei fatti, ma un vizio logico o una violazione di legge nella sua valutazione.

Quando è giustificata la custodia in carcere per pericolo di recidiva?
La custodia in carcere è giustificata quando il pericolo di reiterazione del reato è concreto e attuale, desumibile dalle specifiche modalità del fatto, dalla personalità dell’indagato (valutata anche sulla base dei precedenti penali) e quando ogni altra misura cautelare risulta inadeguata a fronteggiare tale pericolo.

I precedenti penali sono sufficienti, da soli, a dimostrare il pericolo di recidiva?
No, la valutazione non può basarsi esclusivamente sui precedenti. Il pericolo deve essere desunto da un’analisi complessiva che include le specifiche modalità e circostanze del fatto per cui si procede, la personalità dell’indagato e altri comportamenti o atti concreti. I precedenti penali, specialmente se specifici, sono un elemento importante di questa valutazione globale.

La gravità del reato può essere usata per valutare la pericolosità di una persona?
Sì. La Corte di Cassazione chiarisce che le specifiche modalità e circostanze di un fatto, da cui si desume la sua gravità, possono essere legittimamente utilizzate anche per il giudizio sulla pericolosità dell’indagato e sulla sua capacità a delinquere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati