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Pericolo di recidiva: la Cassazione chiarisce l’attualità

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13593/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’indagata contro un’ordinanza che le imponeva una misura cautelare. Il caso chiarisce il concetto di ‘attualità’ del pericolo di recidiva, stabilendo che non si debba dimostrare un’imminente occasione di reato, ma piuttosto effettuare una valutazione prognostica sulla base delle modalità del fatto e della personalità del soggetto, anche in assenza di precedenti penali.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pericolo di Recidiva: La Cassazione e il Concetto di “Attualità” del Rischio

La valutazione del pericolo di recidiva è uno dei pilastri su cui si fonda l’applicazione delle misure cautelari nel nostro ordinamento. Ma cosa si intende esattamente per rischio ‘attuale’? È necessaria la prova di un’occasione imminente per delinquere? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13593 del 2024, torna su questo tema cruciale, offrendo un’interpretazione consolidata che bilancia le esigenze di sicurezza collettiva con i diritti individuali. Analizziamo la decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Dalla Misura Cautelare al Ricorso in Cassazione

La vicenda giudiziaria ha origine da un’ordinanza con cui il Tribunale di Palermo, in parziale accoglimento di un appello, sostituiva per un’indagata la misura dell’obbligo di dimora con quella, meno afflittiva, dell’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. Il reato contestato era quello di estorsione in concorso.

Nonostante l’attenuazione della misura, la difesa dell’indagata ha proposto ricorso in Cassazione, contestando la radice stessa del provvedimento: la sussistenza del pericolo di recidiva. Secondo la ricorrente, il Tribunale non avrebbe adeguatamente motivato la ragione per cui si riteneva probabile la commissione di ulteriori delitti, mancando la dimostrazione di occasioni concrete e prossime per delinquere.

La Questione Giuridica: Attualità del Pericolo di Recidiva

Il cuore del ricorso si è concentrato sull’interpretazione dell’articolo 274, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale. Questa norma consente l’applicazione di misure cautelari se sussiste il pericolo concreto e attuale che l’indagato commetta gravi delitti.

La difesa ha sostenuto una lettura restrittiva del requisito dell'”attualità”, appoggiandosi a un filone giurisprudenziale minoritario secondo cui sarebbe necessaria la prova che all’imputato si presenti effettivamente e a breve un’occasione per compiere nuovi reati. In assenza di tale prova, la misura cautelare sarebbe illegittima.

La Decisione della Corte di Cassazione: il Ricorso è Inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. I giudici hanno respinto l’interpretazione proposta dalla difesa, aderendo all’orientamento maggioritario e consolidato della giurisprudenza di legittimità.

Le Motivazioni: Cosa Significa Davvero “Attualità” del Pericolo di Recidiva?

La Corte ha chiarito che il requisito dell’attualità del pericolo di recidiva non deve essere confuso con l’imminenza di una specifica opportunità di ricaduta nel delitto. Piuttosto, l'”attualità” si riferisce alla continuità del periculum libertatis, ovvero alla persistenza nel tempo del rischio che l’indagato possa tornare a delinquere.

Il giudice non deve prevedere il futuro, ma compiere una valutazione prognostica basata su elementi concreti. Questa analisi deve essere tanto più approfondita quanto maggiore è la distanza temporale dai fatti contestati, ma non richiede la previsione di specifiche occasioni di reato. Gli elementi da considerare sono:

1. Le modalità della condotta: La spregiudicatezza e la gravità del reato commesso sono indici importanti della pericolosità sociale.
2. La personalità del soggetto: Anche in assenza di precedenti (stato di incensuratezza), la personalità può emergere dalle circostanze del fatto.
3. Il contesto socio-ambientale: L’ambiente in cui vive l’indagato può influenzare la probabilità di reiterazione del reato.

Nel caso specifico, il Tribunale aveva correttamente desunto il pericolo dalle modalità del fatto, commesso con particolare spregiudicatezza ai danni di una persona in condizione di vulnerabilità. Questo elemento è stato ritenuto sufficiente a dimostrare la potenzialità criminale dell’indagata, rendendo recessivo, e quindi meno rilevante, il dato favorevole della sua incensuratezza.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La pronuncia della Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia di misure cautelari: la valutazione del pericolo di recidiva è un giudizio prognostico ancorato alla realtà concreta del caso, non a ipotetiche e future occasioni di reato. Questa decisione rafforza la discrezionalità del giudice della cautela, che deve fondare la sua decisione su un’analisi accurata e motivata degli elementi a sua disposizione. Per la difesa, significa che contestare una misura cautelare basandosi unicamente sulla mancanza di una ‘prossima occasione’ per delinquere è una strategia destinata, nella maggior parte dei casi, all’insuccesso. È invece necessario argomentare sull’assenza di indicatori concreti di pericolosità derivanti dalla condotta e dalla personalità dell’indagato.

Per applicare una misura cautelare, è necessario dimostrare che l’indagato ha un’occasione imminente per commettere un nuovo reato?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il requisito dell’attualità del pericolo di recidiva non equivale all’imminenza di specifiche opportunità di ricaduta nel delitto, ma indica la continuità del pericolo che l’indagato torni a delinquere.

Come deve essere valutato dal giudice il pericolo di recidiva?
Il giudice deve compiere una valutazione prognostica sulla possibilità di condotte future, basata su un’analisi accurata della fattispecie concreta. Deve considerare le modalità realizzative della condotta, la personalità del soggetto e il contesto socio-ambientale.

Uno stato di incensuratezza (assenza di precedenti penali) esclude automaticamente il pericolo di recidiva?
No. Nel caso esaminato, la Corte ha confermato che il pericolo di recidiva può sussistere anche in presenza di uno stato di incensuratezza, qualora le specifiche modalità del fatto, come la spregiudicatezza e l’aver agito ai danni di una persona vulnerabile, rivelino una concreta pericolosità sociale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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