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Pene sostitutive: richiesta valida anche in appello

Un imputato, condannato per ricettazione, si è visto negare dalla Corte d’Appello la valutazione della richiesta di pene sostitutive perché presentata solo in udienza. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza sul punto, stabilendo che, in base alla disciplina transitoria della Riforma Cartabia, la richiesta è ammissibile anche se formulata nel corso della discussione d’appello. Il giudice del rinvio dovrà quindi riesaminare la richiesta e motivare la sua decisione.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pene Sostitutive: Quando e Come Chiederle in Appello

Con la sentenza n. 7984/2024, la Corte di Cassazione offre un chiarimento fondamentale sull’applicazione delle pene sostitutive introdotte dalla Riforma Cartabia. La pronuncia stabilisce che la richiesta di conversione della pena detentiva può essere validamente presentata anche nel corso dell’udienza di discussione in appello, senza la necessità di essere inserita nell’atto di impugnazione iniziale. Questa decisione amplia le garanzie difensive e favorisce l’applicazione di sanzioni alternative al carcere.

Il Caso: Dalla Condanna per Ricettazione al Ricorso in Cassazione

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di ricettazione di biciclette. La Corte di Appello, pur riconoscendo l’attenuante della lieve entità del fatto e dichiarando la prescrizione per reati minori, aveva confermato la responsabilità penale, rideterminando la pena in un anno di reclusione.

Durante l’udienza di appello, il difensore dell’imputato, munito di procura speciale, aveva formalmente richiesto la sostituzione della pena detentiva con il lavoro di pubblica utilità. Tuttavia, la Corte d’Appello aveva completamente omesso di pronunciarsi su tale istanza, motivando la propria decisione finale senza tenerne conto. Di fronte a questa omissione, la difesa ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando la violazione di legge e il vizio di motivazione.

La Questione Giuridica e le Pene Sostitutive

Il nodo centrale della questione era interpretare la disciplina transitoria della Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022) relativa alle pene sostitutive. Ci si chiedeva se la richiesta di applicazione di queste nuove sanzioni dovesse essere obbligatoriamente formulata con l’atto di appello o con i motivi nuovi, oppure se potesse essere presentata anche successivamente, nel corso dell’udienza di discussione.

Questa interpretazione è cruciale perché il principio generale dell’appello (principio devolutivo) limita il giudizio del tribunale superiore ai soli punti contestati nell’atto di impugnazione. Tuttavia, la Cassazione ha dovuto bilanciare questo principio con la volontà del legislatore di favorire la più ampia applicazione delle nuove pene, considerate più favorevoli per il reo.

Le Motivazioni della Cassazione: L’Impatto della Riforma Cartabia

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, affermando che il primo motivo era fondato. Richiamando un orientamento giurisprudenziale consolidato, ha sottolineato che la disciplina transitoria della Riforma Cartabia (art. 95, D.Lgs. 150/2022) sancisce espressamente l’applicabilità delle nuove pene sostitutive ai giudizi in corso al momento della sua entrata in vigore, senza porre limiti legati alla fase processuale.

Secondo la Corte, l’interpretazione che meglio si conforma all’intenzione del legislatore è quella che consente all’imputato di formulare la richiesta in qualsiasi momento del giudizio d’appello, fino alla discussione finale. Un’interpretazione più restrittiva, che limitasse tale facoltà al solo atto d’appello, sarebbe in contrasto con il principio del favor rei (il favore verso l’imputato) e con l’obiettivo deflattivo della riforma.

La Corte ha specificato che, una volta presentata la richiesta, il giudice d’appello ha l’obbligo di pronunciarsi, fornendo una motivazione congrua in caso di rigetto. L’omessa valutazione dell’istanza costituisce un vizio della sentenza che ne comporta l’annullamento. In questo caso, la Corte d’Appello non ha fornito alcuna argomentazione per negare la richiesta, violando così la legge.

Le Conclusioni: Maggiore Flessibilità per l’Imputato

La sentenza in esame ha importanti implicazioni pratiche. Conferma che l’imputato ha una maggiore flessibilità nel richiedere le pene sostitutive nei giudizi d’appello pendenti, potendo avanzare la richiesta anche oralmente in udienza tramite il proprio difensore munito di procura speciale.

Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata limitatamente al trattamento sanzionatorio, rinviando il caso a un’altra sezione della Corte d’Appello. Il giudice del rinvio, pur partendo dall’affermazione ormai irrevocabile della responsabilità penale dell’imputato, dovrà valutare nel merito se sussistono i presupposti per accogliere la richiesta di sostituzione della pena e dovrà fornire una motivazione adeguata per la propria decisione.

È possibile chiedere le pene sostitutive per la prima volta durante l’udienza di appello?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che, in base alla disciplina transitoria della Riforma Cartabia, la richiesta di pene sostitutive può essere validamente formulata anche nel corso della discussione del giudizio d’appello e non necessariamente solo nell’atto di impugnazione iniziale.

Il giudice d’appello è obbligato a decidere su una richiesta di pene sostitutive presentata in udienza?
Sì, il giudice d’appello, una volta ricevuta la richiesta, ha l’obbligo di pronunciarsi su di essa. L’omessa valutazione dell’istanza costituisce un vizio di motivazione che determina l’annullamento della sentenza sul punto relativo al trattamento sanzionatorio.

Perché la sentenza è stata annullata solo in parte e non totalmente?
La sentenza è stata annullata solo limitatamente al trattamento sanzionatorio perché la Corte di Cassazione ha ritenuto che l’affermazione della responsabilità penale dell’imputato fosse corretta e ormai irrevocabile. L’unico errore commesso dalla Corte d’Appello riguardava la mancata valutazione della richiesta di pena sostitutiva. Pertanto, il nuovo processo dovrà vertere unicamente su questo specifico aspetto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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