LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Pene sostitutive: quando un processo è pendente?

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di un Tribunale che negava l’accesso alle pene sostitutive a un condannato. La Corte ha chiarito che, ai fini della Riforma Cartabia, un procedimento è da considerarsi ‘pendente’ già dalla data della sentenza d’appello, se anteriore al 30 dicembre 2022. Questa interpretazione estende la possibilità di richiedere misure alternative alla detenzione, correggendo l’errore del giudice di merito che aveva erroneamente considerato la data in cui la sentenza era divenuta definitiva.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pene Sostitutive e Riforma Cartabia: Quando un Processo si Considera “Pendente”?

L’introduzione delle pene sostitutive per le pene detentive brevi, sancita dalla Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022), ha aperto importanti questioni interpretative, specialmente riguardo al suo regime transitorio. Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: a partire da quale momento un procedimento giudiziario debba considerarsi “pendente” ai fini dell’applicazione di questa nuova disciplina. La decisione chiarisce che il momento determinante è la pronuncia della sentenza d’appello, ampliando di fatto la platea dei beneficiari.

Il Caso: La Richiesta di Sostituzione della Pena Detentiva

Un soggetto, condannato in via definitiva a due anni di reclusione e 500 euro di multa, presentava un’istanza al giudice dell’esecuzione per ottenere la sostituzione della pena detentiva con la detenzione domiciliare. La richiesta si fondava sull’articolo 95 del d.lgs. 150/2022, che disciplina l’applicazione delle nuove norme ai processi in corso.

Il Tribunale, in funzione di giudice dell’esecuzione, rigettava l’istanza. Secondo il giudice, la sentenza era divenuta irrevocabile prima del 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore della Riforma. Di conseguenza, il procedimento non era più “pendente” e le nuove, più favorevoli, disposizioni sulle pene sostitutive non potevano essere applicate. Tale valutazione si basava, tuttavia, su un’errata individuazione della data in cui la sentenza era divenuta definitiva.

La Questione Giuridica: Il Significato di “Procedimento Pendente”

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione della locuzione “procedimento pendente innanzi la Corte di cassazione”, contenuta nella norma transitoria. Il ricorrente sosteneva che il suo caso rientrasse a pieno titolo in questa categoria. Infatti, sebbene la sua condanna fosse diventata irrevocabile solo nel novembre 2023, la sentenza della Corte d’Appello era stata emessa nel luglio 2022. Poiché la sentenza d’appello era anteriore al 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore della riforma, il procedimento doveva considerarsi pendente.

L’Applicazione delle Pene Sostitutive secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi del ricorrente, richiamando la propria giurisprudenza consolidata in materia. Gli Ermellini hanno ribadito un principio fondamentale: ai fini dell’applicabilità delle pene sostitutive previste dalla Riforma Cartabia, la pendenza del procedimento “innanzi la Corte di cassazione” si determina con la pronuncia del dispositivo della sentenza di appello.

Se tale pronuncia avviene prima del 30 dicembre 2022, il condannato ha diritto, una volta che la sentenza diviene irrevocabile, a presentare l’istanza di sostituzione della pena al giudice dell’esecuzione. La data in cui la sentenza diventa definitiva è irrilevante a tal fine.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Corte si fonda su una lettura logica e sistematica della norma transitoria. L’obiettivo del legislatore era quello di consentire l’applicazione delle nuove norme a tutti i procedimenti che non si fossero ancora conclusi in via definitiva al momento dell’entrata in vigore della riforma. Il momento che segna il passaggio di grado dalla Corte d’Appello alla Cassazione è proprio la pronuncia della sentenza di secondo grado. Da quel momento, il processo è potenzialmente destinato al giudizio di legittimità.

Il giudice dell’esecuzione aveva commesso un duplice errore: in primo luogo, un errore di fatto, indicando una data sbagliata per l’irrevocabilità della sentenza; in secondo luogo, un errore di diritto, interpretando restrittivamente il concetto di “pendenza”. La Corte Suprema, invece, ha stabilito che la pendenza del giudizio di cassazione, ai fini della norma transitoria, decorre già dalla data dell’11 luglio 2022 (emissione della sentenza d’appello), ben prima dell’entrata in vigore della legge. Di conseguenza, il giudice avrebbe dovuto valutare nel merito la richiesta del condannato, anziché dichiararla inammissibile.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha annullato il provvedimento impugnato, rinviando il caso al Tribunale per un nuovo esame. Quest’ultimo dovrà ora verificare la tempestività dell’istanza e procedere alla valutazione di merito sulla concessione della detenzione domiciliare. Questa sentenza ha un’importante implicazione pratica: rafforza la tutela dei condannati e garantisce un’applicazione più ampia e uniforme delle pene sostitutive. Conferma che il discrimine per accedere ai benefici della Riforma Cartabia è la data della sentenza d’appello, non quella in cui il giudizio si conclude definitivamente.

A partire da quale momento un procedimento si considera ‘pendente’ in Cassazione ai fini dell’applicazione delle pene sostitutive della Riforma Cartabia?
Un procedimento si considera ‘pendente’ in Cassazione a partire dalla data in cui viene pronunciato il dispositivo della sentenza di appello, se tale data è anteriore al 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore della riforma.

È possibile chiedere una pena sostitutiva se la sentenza è diventata definitiva dopo l’entrata in vigore della Riforma Cartabia?
Sì, è possibile, a condizione che la sentenza di appello sia stata emessa prima del 30 dicembre 2022. La data in cui la sentenza diventa definitiva (irrevocabile) non è il criterio determinante, ma lo è la pendenza del procedimento alla data di entrata in vigore della nuova legge.

Cosa succede se il giudice dell’esecuzione rigetta l’istanza per un errore sulla pendenza del procedimento?
La sua ordinanza può essere impugnata. La Corte di Cassazione, come in questo caso, può annullare il provvedimento e rinviare gli atti allo stesso giudice, che dovrà riesaminare la richiesta nel merito, correggendo l’errore procedurale e valutando se sussistono i presupposti per la concessione della pena sostitutiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati