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Pene sostitutive: quando si applicano in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due imputati che chiedevano l’applicazione immediata delle pene sostitutive. La Corte ha stabilito che, per le sentenze d’appello pronunciate prima dell’entrata in vigore della Riforma Cartabia, la richiesta di pene sostitutive va presentata al giudice dell’esecuzione solo dopo che la condanna è diventata definitiva, e non direttamente in Cassazione.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pene Sostitutive e Riforma Cartabia: la Cassazione fa chiarezza sulla disciplina transitoria

Con la sentenza n. 11190 del 2024, la Corte di Cassazione ha offerto un importante chiarimento procedurale sull’applicazione delle pene sostitutive introdotte dalla Riforma Cartabia (d.lgs. n. 150/2022). La pronuncia stabilisce una regola chiara per i casi in cui la sentenza di appello è stata decisa prima dell’entrata in vigore della riforma, ma il ricorso per cassazione è stato proposto dopo. La Corte ha ribadito che la competenza a decidere sulla sostituzione della pena non è sua, ma del giudice dell’esecuzione, una volta che la condanna sia passata in giudicato.

I Fatti di Causa

Due fratelli, condannati in primo grado per tentato omicidio aggravato e porto d’arma impropria, avevano concordato in appello una riduzione della pena. La Corte d’Appello di Bari, il 15 dicembre 2022, aveva rideterminato le sanzioni in quattro anni per uno e tre anni e dieci mesi per l’altro. Successivamente, i due imputati hanno proposto ricorso in Cassazione con un unico obiettivo: ottenere l’applicazione delle pene sostitutive delle pene detentive brevi, introdotte dall’art. 20-bis del codice penale con la Riforma Cartabia, entrata in vigore il 30 dicembre 2022.

La questione sull’applicazione delle pene sostitutive

I ricorrenti sostenevano che, essendo il loro ricorso stato presentato dopo l’entrata in vigore della nuova legge, la Corte di Cassazione avrebbe dovuto applicare direttamente le nuove sanzioni più favorevoli. La loro tesi si scontrava, però, con la disciplina transitoria prevista dall’art. 95 della stessa riforma. Questa norma è stata introdotta proprio per gestire il passaggio dal vecchio al nuovo regime sanzionatorio, creando una procedura specifica per i procedimenti già in fase avanzata.

Il nodo cruciale era quindi stabilire se la richiesta potesse essere avanzata direttamente nel giudizio di legittimità o se dovesse seguire un percorso diverso, come previsto dalle norme transitorie.

Le motivazioni e le conclusioni

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo la richiesta dei ricorrenti manifestamente infondata. I giudici hanno richiamato un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato, secondo cui il fattore determinante per l’applicazione del regime transitorio è la data di deliberazione del dispositivo della sentenza di appello.

Nel caso specifico, la sentenza della Corte di Appello era del 15 dicembre 2022, data anteriore al 30 dicembre 2022, giorno di entrata in vigore della Riforma Cartabia. Questa circostanza temporale determina la “pendenza” del procedimento innanzi alla Corte di Cassazione secondo le vecchie regole procedurali. Di conseguenza, non spetta alla Suprema Corte applicare direttamente le pene sostitutive.

La procedura corretta, indicata dalla Cassazione, è la seguente: il condannato deve attendere che la sentenza diventi definitiva (passi in giudicato) e, solo a quel punto, può presentare un’istanza di sostituzione della pena al giudice dell’esecuzione, ai sensi dell’art. 666 del codice di procedura penale. Sarà quest’ultimo a valutare la sussistenza dei requisiti per la concessione delle sanzioni alternative.

Le conclusioni

La sentenza consolida un principio procedurale fondamentale per la gestione degli effetti della Riforma Cartabia. Si chiarisce che il giudizio di Cassazione non è la sede per chiedere l’applicazione delle pene sostitutive quando la sentenza d’appello precede la riforma. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche: evita un sovraccarico di ricorsi impropri alla Suprema Corte e delinea un percorso chiaro e ordinato per i condannati che intendono beneficiare delle nuove norme. L’unica via percorribile è quella dell’incidente di esecuzione, che garantisce una valutazione nel merito da parte del giudice competente, una volta che la responsabilità penale è stata accertata in via definitiva.

Quando si può richiedere l’applicazione delle pene sostitutive per una sentenza di appello emessa prima del 30 dicembre 2022?
Si può presentare un’istanza al giudice dell’esecuzione solo dopo che la sentenza di condanna è diventata definitiva. Non è possibile chiederla direttamente alla Corte di Cassazione durante il giudizio di legittimità.

Qual è il criterio per determinare se si applica la disciplina transitoria della Riforma Cartabia sulle pene sostitutive?
Il criterio determinante è la data in cui è stato deliberato il dispositivo della sentenza di appello. Se la delibera è avvenuta prima del 30 dicembre 2022 (data di entrata in vigore della riforma), si applica il regime transitorio previsto dall’art. 95 del d.lgs. n. 150/2022.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la richiesta di applicare direttamente le pene sostitutive da parte della Corte di Cassazione era manifestamente infondata. La procedura corretta, secondo la giurisprudenza consolidata, prevede un’istanza successiva al giudice dell’esecuzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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