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Pene sostitutive: la richiesta in appello è decisiva

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 46109/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro il diniego di conversione della pena detentiva in pene sostitutive. La Corte ha ribadito che, secondo la Riforma Cartabia, per ottenere le pene sostitutive in appello è necessaria una richiesta esplicita dell’imputato, da presentarsi al più tardi durante l’udienza. Inoltre, ha confermato la legittimità del diniego basato su una prognosi sfavorevole sulla futura condotta dell’imputato.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pene Sostitutive e Riforma Cartabia: Quando la Richiesta dell’Imputato è Fondamentale

L’introduzione delle pene sostitutive da parte della Riforma Cartabia ha rappresentato una svolta nel sistema sanzionatorio penale, offrendo alternative concrete alla detenzione per reati di minore entità. Tuttavia, l’accesso a tali misure non è automatico. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 46109/2024) chiarisce un punto procedurale cruciale: la necessità di una richiesta esplicita da parte dell’imputato nel giudizio d’appello. Questa decisione sottolinea l’importanza di un ruolo attivo della difesa per poter beneficiare delle nuove disposizioni.

I Fatti del Caso: Il Diniego della Conversione della Pena

Nel caso di specie, un imputato si è visto irrogare una pena detentiva e ha proposto ricorso avverso la sentenza della Corte d’Appello che non aveva convertito tale pena in una delle pene sostitutive previste dalla legge n. 689/1981, come modificata dalla Riforma Cartabia. Il ricorrente lamentava una violazione di legge e un vizio di motivazione, sostenendo che il giudice di secondo grado avrebbe dovuto procedere alla conversione.

La Decisione della Corte di Cassazione sulle Pene Sostitutive

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi consolidati nella giurisprudenza di legittimità.

La Necessità di una Richiesta Esplicita

Il primo punto, dirimente, riguarda l’onere della richiesta. La Suprema Corte ha ribadito che, affinché il giudice d’appello possa applicare le pene sostitutive secondo la disciplina transitoria della Riforma Cartabia (art. 95, D.Lgs. n. 150/2022), è indispensabile una specifica richiesta da parte dell’imputato. Tale istanza non deve necessariamente essere contenuta nell’atto di impugnazione originario, ma deve pervenire al più tardi durante l’udienza di discussione dell’appello. In assenza di tale richiesta, il giudice non è tenuto a pronunciarsi d’ufficio sulla questione.

La Valutazione Discrezionale del Giudice di Merito

Il secondo aspetto analizzato dalla Corte riguarda la motivazione del diniego da parte dei giudici d’appello. Questi ultimi avevano espresso un giudizio di prognosi sfavorevole sulla futura condotta del ricorrente, ritenendo probabile la reiterazione di reati. La Cassazione ha specificato che questa valutazione è un giudizio di merito, insindacabile in sede di legittimità se non per manifesta illogicità. Nel caso concreto, la valutazione non si era limitata alla gravità astratta del reato, ma aveva considerato l’incidenza dell’illecito sulla capacità a delinquere dell’imputato e altri aspetti soggettivi della sua personalità, rendendo la motivazione congrua e non illogica.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Le motivazioni della Corte si allineano a un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato. La ratio è chiara: le pene sostitutive, pur essendo un’alternativa preferibile al carcere in molti casi, richiedono un’adesione, anche implicita, del condannato al percorso rieducativo che esse comportano. La richiesta formale funge da presupposto processuale che attiva il potere-dovere del giudice di valutare l’applicabilità della misura. Inoltre, la Corte conferma che la valutazione del giudice di merito sulla personalità dell’imputato e sul rischio di recidiva è un elemento centrale e discrezionale, che non può essere scavalcato se non in presenza di vizi logici evidenti. La prognosi sfavorevole, se ben argomentata, è sufficiente a giustificare il diniego della conversione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

Questa ordinanza offre una lezione pratica fondamentale per gli avvocati difensori. Per sperare di ottenere la conversione di una pena detentiva in pene sostitutive nel giudizio di appello, non è sufficiente sperare in un’applicazione automatica della legge. È essenziale formulare una richiesta esplicita e tempestiva, al più tardi in sede di udienza. Inoltre, è cruciale preparare argomentazioni solide per contrastare un’eventuale prognosi sfavorevole, fornendo al giudice elementi concreti (comportamento processuale, progetti di vita, attività lavorativa) che possano supportare una valutazione positiva sulla futura condotta dell’assistito.

Per ottenere le pene sostitutive in appello, è sufficiente che sussistano i requisiti di legge?
No. Secondo la Corte di Cassazione, oltre ai requisiti di legge, è necessaria una richiesta esplicita da parte dell’imputato. Senza questa istanza, il giudice d’appello non è tenuto a valutare la conversione della pena.

Entro quale termine deve essere presentata la richiesta per le pene sostitutive in appello?
La richiesta non deve essere necessariamente inserita nell’atto di impugnazione iniziale. Può essere formulata anche con motivi nuovi o, al più tardi, nel corso dell’udienza di discussione del gravame.

Un giudice può negare le pene sostitutive anche se l’imputato ne ha fatto richiesta?
Sì. Il giudice può negare l’accesso alle pene sostitutive se, sulla base di una valutazione discrezionale, esprime un giudizio di prognosi sfavorevole, ovvero se ritiene che vi sia un concreto rischio che l’imputato possa commettere nuovi reati. Tale decisione, se motivata in modo logico e congruo, non è sindacabile dalla Corte di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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