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Pene sostitutive: i termini per la richiesta in appello

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18745/2025, ha respinto il ricorso di un imputato condannato per lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale. La Corte ha stabilito che la richiesta di pene sostitutive, nel rito scritto d’appello, deve essere presentata almeno quindici giorni prima dell’udienza, come previsto dalla Riforma Cartabia. Una richiesta tardiva è inammissibile. Inoltre, ha ribadito che per le lesioni aggravate commesse contro un agente, si procede d’ufficio e non è necessaria la querela di parte.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pene sostitutive: i nuovi termini per la richiesta in appello secondo la Cassazione

Con la recente sentenza n. 18745/2025, la Corte di Cassazione ha fornito un’importante precisazione sui termini per la richiesta di pene sostitutive nel giudizio d’appello, alla luce delle novità introdotte dalla Riforma Cartabia. La decisione sottolinea il rigore dei nuovi termini procedurali, la cui inosservanza rende la richiesta inammissibile. Questo intervento chiarisce un aspetto cruciale della procedura penale, con impatti diretti sulla strategia difensiva.

I fatti di causa

Il caso trae origine da una condanna emessa dal Tribunale di Marsala nei confronti di un individuo per i reati di resistenza e lesioni aggravate ai danni di un agente di polizia. In primo grado, l’imputato era stato condannato a sei mesi di reclusione.

Successivamente, la Corte di Appello di Palermo, in parziale riforma della sentenza, aveva concesso le attenuanti generiche, rideterminando la pena in quattro mesi e dieci giorni di reclusione, confermando nel resto la decisione del primo giudice.

I motivi del ricorso in Cassazione

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso per cassazione basandosi su due principali motivi:

1. Mancanza di querela: Si lamentava l’omessa pronuncia sulla richiesta di non luogo a procedere per il reato di lesioni personali, sostenendo che mancasse la necessaria querela da parte della persona offesa.
2. Omessa pronuncia sulla richiesta di pene sostitutive: Si contestava alla Corte d’Appello di non aver valutato la richiesta di applicazione di sanzioni sostitutive (lavoro di pubblica utilità o detenzione domiciliare), avanzata tramite note conclusive scritte depositate a ridosso dell’udienza.

Procedibilità d’ufficio per lesioni a pubblico ufficiale

La Cassazione ha dichiarato il primo motivo di ricorso manifestamente infondato. I giudici hanno chiarito che il reato di lesioni personali contestato all’imputato era aggravato ai sensi dell’art. 576 n. 5-bis del codice penale, poiché commesso “contro un ufficiale o agente di polizia giudiziaria, ovvero un ufficiale o agente di pubblica sicurezza, nell’atto o a causa dell’adempimento delle funzioni o del servizio”.

Per tale fattispecie aggravata, la legge prevede la procedibilità d’ufficio. Ciò significa che l’azione penale viene esercitata dallo Stato indipendentemente dalla volontà della persona offesa, e non è quindi necessaria alcuna querela di parte.

Pene sostitutive: la decisione della Corte sui termini

Il secondo motivo di ricorso è stato il punto centrale della decisione. La Corte ha ritenuto infondata la doglianza, chiarendo l’applicazione della nuova normativa sulle pene sostitutive introdotta dalla Riforma Cartabia.

La disciplina della Riforma Cartabia

La Corte ha ricordato che, a seguito del d.lgs. n. 150/2022 (Riforma Cartabia) e delle successive modifiche, l’art. 598-bis del codice di procedura penale stabilisce termini precisi per la richiesta di sostituzione della pena in appello. La norma distingue tra udienze partecipate e non partecipate (a trattazione scritta).

Nel caso di specie, l’udienza si era svolta senza la partecipazione delle parti, con trattazione scritta. In questa ipotesi, il comma 1-bis dell’articolo citato prevede che l’istanza di applicazione di pene sostitutive debba essere proposta fino a quindici giorni prima dell’udienza.

L’istanza tardiva e la sua irrilevanza

Nel caso esaminato, la richiesta di applicazione del lavoro di pubblica utilità o della detenzione domiciliare era stata avanzata con note conclusive depositate via PEC il 17/04/2024, ovvero lo stesso giorno dell’udienza. Tale richiesta è stata quindi ritenuta tardiva, in quanto presentata ben oltre il termine di quindici giorni antecedenti all’udienza fissato dalla legge.

Di conseguenza, la Corte d’Appello non era tenuta a pronunciarsi su un’istanza proceduralmente inammissibile. La Cassazione ha quindi validato l’operato dei giudici di secondo grado, che avevano correttamente valutato e respinto solo la richiesta di sostituzione con la pena pecuniaria (formulata nell’atto di appello originario), motivando l’inidoneità di tale sanzione alla luce dei precedenti dell’imputato e della natura violenta del reato.

Le motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione su due pilastri. In primo luogo, ha ribadito un principio consolidato del diritto penale: le lesioni aggravate commesse contro un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni sono procedibili d’ufficio, rendendo irrilevante l’assenza di una querela. In secondo luogo, e con maggiore impatto innovativo, ha applicato con rigore le nuove disposizioni procedurali della Riforma Cartabia. Ha stabilito che il termine di quindici giorni prima dell’udienza per richiedere le pene sostitutive nel rito scritto d’appello è perentorio. La sua violazione determina l’inammissibilità della richiesta, esonerando il giudice dal dovere di valutarla nel merito. Questa interpretazione mira a garantire l’ordine e la celerità del processo, evitando che richieste tardive possano rallentare o complicare la fase decisionale.

Le conclusioni

La sentenza rappresenta un importante monito per gli operatori del diritto. Con l’entrata in vigore della Riforma Cartabia, è fondamentale prestare la massima attenzione ai nuovi termini procedurali. La possibilità di accedere a benefici come le pene sostitutive è ora strettamente legata al rispetto di scadenze precise. La decisione conferma che una difesa efficace non può prescindere da una scrupolosa conoscenza e applicazione delle norme processuali, la cui inosservanza può precludere l’accesso a strumenti volti a favorire il percorso rieducativo del condannato, vanificando importanti opportunità difensive.

Quando non è necessaria la querela per il reato di lesioni personali?
Non è necessaria la querela quando il reato di lesioni è aggravato perché commesso contro un ufficiale o agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza nell’esercizio delle sue funzioni. In questi casi, si procede d’ufficio.

Qual è il termine per chiedere le pene sostitutive in un appello a trattazione scritta?
Secondo l’art. 598-bis c.p.p., come modificato dalla Riforma Cartabia, in un procedimento d’appello che si svolge con trattazione scritta (senza la partecipazione delle parti), la richiesta di applicazione di pene sostitutive deve essere presentata fino a quindici giorni prima della data dell’udienza.

Perché la Corte d’Appello aveva già negato la sostituzione della pena con una sanzione pecuniaria?
La Corte d’Appello aveva ritenuto la sanzione pecuniaria inidonea alla rieducazione dell’imputato, motivando tale decisione sulla base di un suo precedente penale per rapina e della natura violenta dei reati per cui era stato condannato, caratterizzati dall’uso della violenza contro le persone.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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