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Pene Sostitutive: Cassazione annulla sentenza

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per ricettazione perché la Corte d’Appello aveva omesso di pronunciarsi sulla richiesta di applicazione di pene sostitutive, presentata dall’imputato durante l’udienza. La Suprema Corte ha ribadito che il giudice ha l’obbligo di valutare tale istanza, rinviando il caso per un nuovo giudizio sul punto specifico e dichiarando inammissibili gli altri motivi di ricorso relativi alla motivazione della condanna.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pene Sostitutive: L’Obbligo di Pronuncia del Giudice d’Appello

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale nel processo penale: il giudice d’appello ha il dovere di pronunciarsi sulla richiesta di applicazione delle pene sostitutive, anche se questa viene avanzata per la prima volta durante l’udienza di discussione. L’omissione di tale valutazione costituisce un vizio che porta all’annullamento della sentenza. Analizziamo insieme questo interessante caso, che ha visto la condanna per ricettazione di un imputato parzialmente annullata proprio per questo motivo.

Il Caso: Dalla Condanna per Ricettazione al Ricorso in Cassazione

La vicenda processuale ha origine da una condanna per il reato di ricettazione (art. 648 c.p.) emessa dal Tribunale e successivamente confermata integralmente dalla Corte d’Appello. L’imputato era stato ritenuto responsabile per essere stato trovato in possesso di un’autovettura risultata rubata. Contro la decisione di secondo grado, la difesa ha proposto ricorso per cassazione, articolando tre motivi principali:

1. La mancata valutazione da parte della Corte d’Appello dell’istanza di sostituzione della pena detentiva, avanzata personalmente dall’imputato in udienza.
2. La carenza di motivazione della sentenza d’appello sia sull’affermazione di responsabilità sia sulla determinazione della pena, ritenuta una mera adesione acritica alla decisione del primo giudice.
3. Il vizio di motivazione per non aver considerato la versione dei fatti fornita dall’imputato.

L’Omessa Pronuncia sulle Pene Sostitutive e la Decisione della Cassazione

Il fulcro della decisione della Suprema Corte risiede nel primo motivo di ricorso. La Cassazione ha ritenuto questo motivo fondato, accogliendo la tesi difensiva. Gli Ermellini hanno chiarito che la richiesta di applicazione delle pene sostitutive può essere legittimamente presentata fino all’udienza di discussione in appello, come avvenuto nel caso di specie. Di fronte a una richiesta rituale e tempestiva, il giudice d’appello ha l’obbligo di prenderla in considerazione e di pronunciarsi in merito. Nel caso esaminato, la Corte territoriale aveva completamente ignorato l’istanza, determinando una lacuna motivazionale insanabile. Per questo motivo, la sentenza è stata annullata limitatamente a questo punto, con rinvio ad un’altra sezione della Corte d’Appello per un nuovo giudizio.

Gli Altri Motivi di Ricorso: Perché Sono Stati Ritenuti Inammissibili

Diversa è stata la sorte degli altri due motivi di ricorso, che la Cassazione ha dichiarato inammissibili.

La Motivazione “Sintetica” è Sufficiente?

La difesa lamentava che la motivazione della sentenza fosse troppo sintetica. La Cassazione ha però respinto questa censura. Ha osservato che, soprattutto quando la pena è fissata vicino al minimo edittale, non è necessaria una motivazione prolissa e dettagliata. Espressioni come “pena congrua” o il semplice richiamo alla gravità del fatto possono essere sufficienti. La Corte ha inoltre specificato che i giudici d’appello hanno legittimamente integrato la motivazione del primo giudice, non limitandosi a un mero richiamo.

La Valutazione della Versione dell’Imputato

Anche il motivo relativo alla mancata valutazione della versione dei fatti dell’imputato è stato rigettato. L’imputato aveva fornito una spiegazione poco credibile, sostenendo di aver ricevuto l’auto da uno sconosciuto. La Corte d’Appello, secondo la Cassazione, ha logicamente e correttamente ritenuto tale versione inverosimile e non suscettibile di verifica, giudicandola manifestamente infondata. Pertanto, non sussisteva alcun vizio di motivazione su questo punto.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione distinguendo nettamente la fondatezza del primo motivo dall’inammissibilità degli altri due. Sulla questione centrale delle pene sostitutive, ha richiamato la normativa e la giurisprudenza consolidata (tra cui Sez. 2, n. 12991/2024), che stabiliscono la possibilità di presentare la richiesta fino all’udienza d’appello. L’omessa pronuncia del giudice su un’istanza ritualmente presentata costituisce una violazione di legge che impone l’annullamento. Per quanto riguarda gli altri motivi, la Corte ha ribadito che il giudizio di legittimità non può trasformarsi in una nuova valutazione del merito. La motivazione dei giudici di grado inferiore, sebbene sintetica, è stata giudicata sufficiente e logicamente coerente, sia nel confermare la responsabilità penale basata su elementi oggettivi (il possesso del bene rubato e il tentativo di fuga), sia nel respingere la versione difensiva ritenuta palesemente inattendibile.

Conclusioni

Questa sentenza offre un’importante lezione pratica: la richiesta di accesso alle pene sostitutive è un diritto dell’imputato che deve essere sempre preso in seria considerazione dal giudice. Anche se formulata in extremis durante l’udienza d’appello, l’istanza impone al collegio giudicante il dovere di una pronuncia esplicita e motivata. Un’omissione su questo punto invalida la sentenza e costringe a un nuovo giudizio. Al contempo, la decisione conferma che non ogni sinteticità nella motivazione equivale a una sua carenza, specialmente quando le conclusioni del giudice sono ancorate a solidi elementi fattuali e a una logica non manifestamente contraddittoria.

È possibile chiedere le pene sostitutive per la prima volta durante l’udienza in Corte d’Appello?
Sì, la sentenza conferma che la richiesta di applicazione delle sanzioni sostitutive può essere presentata fino all’udienza di discussione del gravame in appello.

Cosa succede se il giudice d’appello non si pronuncia sulla richiesta di pene sostitutive?
Se la richiesta è stata presentata ritualmente, l’omessa pronuncia da parte del giudice d’appello costituisce un vizio che porta all’annullamento della sentenza sul punto, con rinvio per un nuovo giudizio su quell’aspetto specifico.

Una motivazione “sintetica” sulla condanna è sempre illegittima?
No, la Corte di Cassazione chiarisce che una motivazione concisa non è di per sé illegittima, specialmente quando la pena viene fissata su livelli vicini al minimo edittale. In tali casi, espressioni come “pena congrua” possono essere ritenute sufficienti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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