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Pene Sostitutive: Cassazione annulla diniego

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d’Appello che aveva negato l’applicazione di pene sostitutive a un imputato. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, evidenziando che la richiesta, basata sulla nuova normativa (art. 20-bis c.p.), doveva essere esaminata nel merito. Il caso è stato rinviato per un nuovo giudizio sul punto specifico delle pene sostitutive.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pene Sostitutive: La Cassazione Annulla il Diniego e Ordina un Nuovo Esame

La recente introduzione delle pene sostitutive nel nostro ordinamento penale, grazie alla Riforma Cartabia, continua a essere un tema centrale nelle aule di giustizia. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 19120/2025) offre un chiarimento fondamentale: i giudici di merito non possono ignorare una richiesta di applicazione di tali pene, ma devono valutarla attentamente. Questa decisione rafforza il diritto dell’imputato a vedere esaminata ogni possibile alternativa alla detenzione.

Il Caso: La Richiesta di Pene Sostitutive in Appello

La vicenda processuale ha origine da una condanna confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello di Bari. L’imputato, tramite il suo difensore, aveva presentato un’istanza specifica per ottenere la concessione di una delle pene sostitutive previste dall’art. 20-bis del codice penale, introdotto dal d.lgs. n. 150 del 2022.

La richiesta mirava a sostituire la pena detentiva con una sanzione alternativa, in linea con lo spirito della nuova normativa che favorisce misure volte al reinserimento sociale del condannato. Nonostante la richiesta formale, la Corte d’Appello non si pronunciava sul punto, portando la difesa a ricorrere in Cassazione.

La Decisione della Cassazione: Perché le Pene Sostitutive Vanno Valutate

La Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando la sentenza impugnata limitatamente al punto relativo al diniego della pena sostitutiva. È significativo notare come anche il Sostituto Procuratore generale presso la Cassazione avesse concluso chiedendo l’annullamento con rinvio, riconoscendo la fondatezza della doglianza difensiva.

L’Impatto della Riforma Cartabia

La Corte ha implicitamente ribadito l’importanza delle modifiche legislative introdotte dalla Riforma Cartabia. L’articolo 20-bis c.p. ha ampliato il ventaglio di opzioni a disposizione del giudice per evitare il carcere in caso di pene detentive brevi. Ignorare una richiesta basata su questa norma equivale a una violazione di legge, che inficia la validità della sentenza.

Le motivazioni

La motivazione della Cassazione, sebbene sintetica, è netta. La sentenza impugnata deve essere annullata perché la Corte d’Appello ha omesso di valutare una richiesta specifica e tempestivamente avanzata dall’appellante. La richiesta di pene sostitutive era basata su una normativa entrata in vigore (il d.lgs. n. 150/2022), che conferiva all’imputato il diritto di veder considerata tale opzione sanzionatoria alternativa. L’omessa pronuncia su questo punto costituisce un vizio della sentenza che ne impone l’annullamento, con la necessità di un nuovo esame da parte di un’altra sezione della stessa Corte d’Appello.

Le conclusioni

La pronuncia della Suprema Corte stabilisce un principio di garanzia fondamentale per gli imputati. I giudici di merito hanno l’obbligo di esaminare e motivare adeguatamente ogni istanza relativa all’applicazione delle pene sostitutive. Questa sentenza consolida l’orientamento volto a dare piena attuazione alla Riforma Cartabia, spingendo verso un sistema sanzionatorio più moderno e orientato alla rieducazione, dove la detenzione carceraria rappresenta l’extrema ratio. Per la difesa, si tratta di una conferma importante: la via delle sanzioni alternative è un diritto che deve essere sempre preso in seria considerazione.

Cosa sono le pene sostitutive introdotte dalla Riforma Cartabia?
Sono sanzioni alternative alla detenzione breve, come il lavoro di pubblica utilità o la detenzione domiciliare, previste dall’art. 20-bis del codice penale per favorire il reinserimento sociale del condannato.

Cosa succede se un giudice non valuta una richiesta di applicazione delle pene sostitutive?
Come stabilito in questa sentenza, l’omessa valutazione di una specifica richiesta di pene sostitutive costituisce un vizio della sentenza. La Corte di Cassazione può annullare la decisione e rinviare il caso a un altro giudice per un nuovo esame sul punto.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza in questo caso?
La Corte ha annullato la sentenza perché la Corte d’Appello non aveva esaminato la richiesta dell’imputato di beneficiare delle pene sostitutive, una possibilità introdotta da una nuova legge (d.lgs. n. 150 del 2022). Questo ha costituito un errore di diritto che ha reso necessaria una nuova valutazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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