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Pene sostitutive: a chi chiederle in caso di rinvio

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per l’applicazione di pene sostitutive, chiarendo che, in caso di annullamento con rinvio, la competenza a decidere sull’istanza spetta al giudice del rinvio e non al giudice dell’esecuzione. La decisione si fonda sulla corretta interpretazione della disciplina transitoria introdotta dalla Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022), sottolineando come la richiesta sia stata presentata tardivamente all’autorità giudiziaria sbagliata.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pene Sostitutive: La Cassazione Chiarisce la Competenza del Giudice del Rinvio

L’introduzione delle pene sostitutive con la Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022) ha aperto nuove prospettive per i condannati a pene detentive brevi, ma ha anche sollevato questioni procedurali complesse. Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: a quale giudice presentare l’istanza quando un processo, pendente in Cassazione al momento dell’entrata in vigore della riforma, viene annullato con rinvio. La Corte stabilisce un principio chiaro: la competenza è del giudice del rinvio, non di quello dell’esecuzione.

Il Caso: Richiesta Tardiva al Giudice Sbagliato

Il caso esaminato riguarda un imputato condannato in via definitiva a tre anni di reclusione per bancarotta fraudolenta. Dopo che la sentenza è diventata irrevocabile, il condannato ha presentato un’istanza al Tribunale, in funzione di giudice dell’esecuzione, per ottenere la sostituzione della pena detentiva con il lavoro di pubblica utilità, appellandosi alle nuove norme sulle pene sostitutive.

Il Tribunale, tuttavia, ha dichiarato la richiesta inammissibile. La ragione risiede nel complesso iter processuale: al momento dell’entrata in vigore della Riforma Cartabia, il procedimento era pendente dinanzi alla Corte di Cassazione. Quest’ultima aveva successivamente annullato la sentenza d’appello, rinviando gli atti alla Corte di Appello per un nuovo giudizio. Secondo il Tribunale, l’istanza avrebbe dovuto essere presentata proprio a quest’ultima, in qualità di giudice del rinvio.

La Disciplina Transitoria delle Pene Sostitutive

Il cuore della questione risiede nell’interpretazione dell’articolo 95 del d.lgs. 150/2022, che detta le norme transitorie per l’applicazione delle pene sostitutive. Questa norma stabilisce che:

1. Per i procedimenti pendenti in primo grado o in appello, le nuove norme si applicano se più favorevoli.
2. Per i procedimenti pendenti in Cassazione, il condannato a una pena non superiore a quattro anni può presentare istanza al giudice dell’esecuzione entro trenta giorni dall’irrevocabilità della sentenza.
3. Tuttavia, in caso di annullamento con rinvio da parte della Cassazione, la competenza a decidere sulla richiesta di pena sostitutiva spetta al giudice del rinvio.

È proprio quest’ultima previsione a essere decisiva nel caso di specie. Poiché la Cassazione aveva annullato la sentenza e rinviato il processo alla Corte di Appello, era quest’ultima l’unica autorità competente a valutare l’applicazione di una pena sostitutiva.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione, nel confermare la decisione del Tribunale, ha respinto il ricorso del condannato definendolo manifestamente infondato e aspecifico. I giudici hanno sottolineato che il ricorrente non ha contestato in modo efficace le argomentazioni del giudice dell’esecuzione, che erano giuridicamente corrette e prive di vizi logici.

La motivazione della Suprema Corte è lineare: la disciplina transitoria individua chiaramente nel giudice del rinvio l’organo competente a decidere sull’applicazione delle pene sostitutive nei casi in cui la Cassazione annulli una sentenza. L’imputato, invece, ha atteso che la nuova sentenza della Corte di Appello (emessa in sede di rinvio) diventasse definitiva e solo allora ha adito, erroneamente, il giudice dell’esecuzione. Questa scelta procedurale si è rivelata fatale, portando a una declaratoria di inammissibilità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza offre un’indicazione operativa fondamentale per la difesa tecnica. Insegna che la navigazione delle norme transitorie richiede massima attenzione per individuare correttamente non solo il “quando”, ma anche il “chi”. La scelta del giudice a cui rivolgere un’istanza non è una mera formalità, ma un presupposto di ammissibilità della richiesta stessa. In questo contesto, aver adito il giudice dell’esecuzione invece del giudice del rinvio ha precluso all’imputato la possibilità di beneficiare di una misura alternativa al carcere. La decisione ribadisce quindi la necessità di un’analisi rigorosa della fase processuale in cui ci si trova per non incorrere in errori procedurali che possono compromettere irrimediabilmente i diritti del condannato.

A quale giudice va presentata la richiesta di pene sostitutive se la Cassazione annulla una sentenza con rinvio?
L’istanza deve essere presentata al giudice del rinvio, cioè al giudice a cui la Corte di Cassazione ha rimandato il processo per un nuovo esame, e non al giudice dell’esecuzione.

Perché la richiesta di sostituzione della pena è stata dichiarata inammissibile?
È stata dichiarata inammissibile perché il ricorrente l’ha presentata all’autorità giudiziaria sbagliata (il giudice dell’esecuzione) e, di conseguenza, in un momento processuale non corretto, invece di rivolgersi alla Corte di Appello come giudice competente per il rinvio.

Cosa stabilisce la disciplina transitoria della Riforma Cartabia per i casi di annullamento con rinvio?
L’art. 95 del d.lgs. 150/2022 prevede espressamente che, qualora la Corte di Cassazione disponga un annullamento con rinvio, la competenza a decidere sull’eventuale applicazione di una pena sostitutiva spetta al giudice del rinvio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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