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Pene accessorie fallimentari e patteggiamento: stop

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di patteggiamento nella parte in cui applicava le pene accessorie fallimentari, nonostante la pena principale fosse inferiore a due anni. Su ricorso del Procuratore Generale, la Corte ha ribadito che tale applicazione costituisce un trattamento sanzionatorio illegale, in violazione dell’art. 445 c.p.p., eliminando di conseguenza le sanzioni accessorie.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pene Accessorie Fallimentari e Patteggiamento: la Cassazione Fissa i Limiti

Con la sentenza n. 10896 del 2024, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su un tema di grande rilevanza pratica: l’applicazione delle pene accessorie fallimentari nell’ambito del patteggiamento. In un caso peculiare, è stato lo stesso Procuratore Generale a ricorrere a favore dell’imputato, contestando l’applicazione di sanzioni accessorie a fronte di una pena detentiva inferiore ai due anni. La Corte ha accolto il ricorso, ribadendo un principio fondamentale di legalità della pena.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti (il cosiddetto patteggiamento) emessa dal GIP del Tribunale di Mantova. In tale sede, oltre alla pena detentiva principale, erano state applicate all’imputato le pene accessorie fallimentari previste dall’art. 216 della legge fallimentare.

Il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Brescia, tuttavia, ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo l’illegalità di tale statuizione. L’argomentazione centrale era che la pena detentiva concordata tra le parti era inferiore al limite di due anni di reclusione. Secondo il ricorrente, tale circostanza precludeva, per espressa previsione normativa, l’applicazione di qualsiasi pena accessoria.

L’Applicazione delle Pene Accessorie Fallimentari nel Patteggiamento

Il cuore della questione giuridica risiede nell’interpretazione dell’articolo 445 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, quando viene applicata una pena detentiva non superiore a due anni, la sentenza di patteggiamento non comporta l’applicazione di pene accessorie.

La Suprema Corte ha confermato questa lettura, definendo l’applicazione delle sanzioni accessorie nel caso di specie come un “trattamento sanzionatorio illegale”. Il ricorso contro una sentenza di patteggiamento è ammesso in casi limitati, ma tra questi rientra proprio l’ipotesi in cui sia stata applicata una pena non conforme alla legge, come previsto dall’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, annullando la sentenza impugnata senza rinvio, limitatamente alla parte relativa alle pene accessorie, che sono state così eliminate. I giudici hanno richiamato un proprio consolidato orientamento (in particolare la sentenza n. 10988 del 2019), secondo cui il patteggiamento con una pena detentiva non superiore a due anni preclude l’applicazione delle pene accessorie obbligatorie per legge, come quelle previste per il reato di bancarotta fraudolenta.

La norma (art. 445 c.p.p.) è chiara e non lascia spazio a interpretazioni discrezionali. Le uniche eccezioni a questa regola sono tassativamente elencate nel comma 1-ter dello stesso articolo, e tra queste non rientra il reato fallimentare contestato. Pertanto, l’aver disposto le sanzioni accessorie ha configurato una violazione di legge che doveva essere corretta.

Conclusioni

La decisione in esame rafforza un importante principio di garanzia nel sistema processuale penale. Il patteggiamento, pur essendo un accordo tra accusa e difesa, deve sempre muoversi entro i binari della legalità. La sentenza chiarisce in modo inequivocabile che il limite dei due anni di pena detentiva funge da spartiacque: al di sotto di tale soglia, l’imputato che accede al rito alternativo beneficia della non applicazione delle pene accessorie. Questa pronuncia rappresenta una tutela fondamentale per l’imputato, assicurando che i benefici premiali connessi alla scelta del rito non vengano vanificati da un’applicazione errata e illegale di sanzioni aggiuntive.

Con un patteggiamento a una pena inferiore ai due anni si applicano le pene accessorie fallimentari?
No. La sentenza chiarisce che, in base all’art. 445 del codice di procedura penale, la sentenza di patteggiamento con una pena detentiva inferiore ai due anni non comporta l’applicazione di pene accessorie, incluse quelle fallimentari.

È possibile impugnare una sentenza di patteggiamento per l’applicazione di una pena illegale?
Sì. Il ricorso contro una sentenza di applicazione della pena è consentito in casi limitati, tra cui rientra specificamente quello dell’applicazione di una pena illegale, come previsto dall’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, limitatamente alla parte in cui applicava le pene accessorie fallimentari, eliminandole. Ha ritenuto la loro applicazione un trattamento sanzionatorio illegale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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