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Pena sostitutiva: si applica la legge più favorevole

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Procuratore Generale contro la sostituzione di una pena detentiva per rapina aggravata con la detenzione domiciliare. La Corte ha stabilito che deve essere applicata la normativa in vigore al momento del fatto, se più favorevole all’imputato, e non la successiva e più restrittiva ‘Riforma Cartabia’, in virtù del principio di irretroattività della norma penale sfavorevole. Di conseguenza, la concessione della pena sostitutiva è stata ritenuta legittima.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pena Sostitutiva e Riforma Cartabia: La Cassazione Sceglie la Legge Più Favorevole

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 12974 del 2024, riafferma un principio cardine del nostro ordinamento penale: il principio del favor rei, ovvero l’applicazione della legge più favorevole all’imputato in caso di successione di leggi nel tempo. Il caso in esame riguardava la possibilità di concedere una pena sostitutiva per un reato di rapina aggravata, questione diventata complessa a seguito delle modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia.

I Fatti del Processo

Il Tribunale di Bergamo aveva condannato un imputato per il reato di rapina aggravata alla pena di quattro anni di reclusione. Tuttavia, il Giudice per le Indagini Preliminari (G.I.P.) aveva deciso di sostituire la pena detentiva con la misura della detenzione domiciliare, applicando la disciplina delle pene sostitutive prevista dalla Legge n. 689/1981.

Contro questa decisione, il Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Brescia aveva proposto ricorso per Cassazione, sostenendo che la sostituzione della pena fosse illegittima. Secondo il ricorrente, la nuova normativa introdotta dalla Riforma Cartabia (D.Lgs. n. 150/2022) avrebbe precluso l’accesso alla pena sostitutiva per reati gravi come la rapina aggravata, inserendola di fatto nel novero dei cosiddetti ‘reati ostativi’.

L’impatto della Riforma Cartabia sulla pena sostitutiva

La Riforma Cartabia ha modificato l’art. 59 della Legge n. 689/1981, introducendo un esplicito divieto di sostituzione della pena per chi è imputato di uno dei reati elencati nell’art. 4-bis della legge sull’ordinamento penitenziario, tra cui figura proprio la rapina aggravata. Il Procuratore basava il suo ricorso su questa nuova formulazione, entrata in vigore il 30 dicembre 2022.

Tuttavia, il punto cruciale, evidenziato dalla difesa e accolto dalla Cassazione, era la data di commissione del reato: 9 giugno 2022. A quella data, la Riforma Cartabia non era ancora in vigore e la normativa all’epoca applicabile non prevedeva un divieto esplicito per la rapina aggravata.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza, basando la sua decisione sul principio di irretroattività della legge penale più sfavorevole, sancito dall’art. 2 del Codice Penale. I giudici hanno chiarito che, in caso di successione di leggi penali, si deve sempre applicare la disposizione più favorevole al reo.

Nel caso specifico, la norma in vigore al momento del commesso reato (9 giugno 2022) consentiva la sostituzione della pena, mentre la norma successiva (post-Riforma Cartabia) la escludeva. Quest’ultima, essendo più severa, non poteva essere applicata retroattivamente a un fatto avvenuto prima della sua entrata in vigore. La Corte ha quindi confermato che l’individuazione del regime di maggior favore deve essere operata in concreto, comparando le discipline succedutesi nel tempo. La decisione del G.I.P. di applicare la pena sostitutiva era, pertanto, pienamente legittima, in quanto basata sulla legge vigente al momento della commissione del reato.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un baluardo di civiltà giuridica: la certezza del diritto e la tutela dell’affidamento del cittadino nella legge vigente al momento della sua condotta. Le modifiche normative che inaspriscono il trattamento sanzionatorio possono valere solo per il futuro. La decisione ha un’importante implicazione pratica: per tutti i reati commessi prima del 30 dicembre 2022, la possibilità di accedere alle pene sostitutive deve essere valutata sulla base della normativa precedente alla Riforma Cartabia, anche se il processo si conclude successivamente. Questo garantisce che nessuno possa essere punito più severamente in base a una legge che non esisteva quando ha agito.

Perché la Cassazione ha respinto il ricorso del Procuratore Generale?
La Cassazione ha respinto il ricorso perché si basava su una legge (la Riforma Cartabia) entrata in vigore dopo la commissione del reato. È stato applicato il principio di irretroattività della legge penale sfavorevole, utilizzando la normativa precedente che era più vantaggiosa per l’imputato.

È possibile ottenere una pena sostitutiva per rapina aggravata?
Secondo questa sentenza, sì, ma solo se il reato è stato commesso prima del 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore della Riforma Cartabia. Per i fatti successivi, la nuova e più restrittiva normativa rende la rapina aggravata un reato ostativo alla concessione di tale beneficio.

Quale legge si applica se le norme sulle pene sostitutive cambiano nel tempo?
Si applica sempre la legge più favorevole all’imputato (principio del favor rei). Se una nuova legge introduce un trattamento più severo, questa non può essere applicata retroattivamente ai fatti commessi prima della sua entrata in vigore; si continuerà ad applicare la legge vigente al momento del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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