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Pena sostitutiva: ricorso generico e inammissibilità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5118/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro il diniego di applicazione di una pena sostitutiva. Il motivo è stato ritenuto assolutamente generico, in quanto non contestava specificamente le ragioni della Corte d’Appello, che aveva basato la sua decisione negativa sulla pericolosità sociale del condannato, desunta dai suoi numerosi precedenti penali. La Suprema Corte ha ribadito che la valutazione sulle prospettive di emendabilità dell’imputato è un giudizio di merito, non sindacabile in sede di legittimità se logicamente motivato.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pena Sostitutiva: Quando il Ricorso Generico Porta all’Inammissibilità

La recente ordinanza della Corte di Cassazione Penale offre un importante chiarimento sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi e sui limiti del sindacato di legittimità riguardo la concessione della pena sostitutiva. Con questa pronuncia, la Suprema Corte ha delineato con fermezza il principio secondo cui un ricorso, per essere esaminato nel merito, deve confrontarsi specificamente con le motivazioni della sentenza impugnata, specialmente quando queste riguardano valutazioni discrezionali del giudice.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Ancona. La difesa lamentava, come unico motivo, il mancato accoglimento della richiesta di applicazione di una pena pecuniaria sostitutiva alla detenzione, ai sensi dell’art. 20-bis del codice penale. Secondo il ricorrente, la Corte territoriale non aveva adeguatamente motivato il proprio diniego, limitandosi a una valutazione negativa generica.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione di tale drastica decisione risiede nella “genericità assoluta” del motivo di impugnazione. I giudici di legittimità hanno osservato che il ricorso non si era affatto confrontato con le argomentazioni specifiche addotte dalla Corte d’Appello per giustificare il diniego della pena sostitutiva.

Le Motivazioni sul Diniego della Pena Sostitutiva

La Corte ha evidenziato come i giudici d’appello avessero, in realtà, fornito una motivazione congrua e logica. La decisione di non applicare la sanzione sostitutiva era fondata su un giudizio prognostico negativo riguardo alle “prospettive di emendabilità del condannato”. Tale giudizio non era astratto, ma basato su elementi concreti: i numerosi precedenti penali dell’imputato, che facevano desumere un concreto pericolo di recidiva.

La Cassazione ha quindi ribadito un principio cardine del proprio ruolo: le valutazioni di merito, come quella sulla personalità dell’imputato e sul rischio che commetta nuovi reati, non sono sindacabili in sede di legittimità, a meno che non presentino vizi logici evidenti. In questo caso, la motivazione della Corte d’Appello era stata ritenuta coerente e immune da censure. Di conseguenza, il tentativo del ricorrente di ottenere una nuova e diversa valutazione dei medesimi fatti è stato giudicato inammissibile.

Le Conclusioni

La pronuncia consolida l’orientamento secondo cui non è sufficiente lamentare un presunto errore del giudice di merito, ma è necessario che il ricorso per cassazione demolisca, punto per punto, le argomentazioni della sentenza impugnata. In materia di pena sostitutiva, la cui concessione implica una valutazione discrezionale del giudice sulla idoneità della misura a prevenire la recidiva, l’onere della difesa di articolare una critica specifica e pertinente è ancora più stringente. La conseguenza dell’inammissibilità, come previsto dall’art. 616 c.p.p., è stata la condanna del ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende, a sanzione della temerarietà dell’impugnazione.

Quando un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per genericità?
Un ricorso è dichiarato inammissibile per genericità quando non si confronta specificamente con le motivazioni della sentenza impugnata, ma si limita a riproporre le stesse doglianze o a chiedere una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa alla Corte di Cassazione.

Per quali motivi un giudice può negare l’applicazione di una pena sostitutiva?
Un giudice può negare l’applicazione di una pena sostitutiva esprimendo un giudizio negativo sulle prospettive di emendabilità del condannato. Tale giudizio, come nel caso di specie, può essere basato su elementi concreti come i precedenti penali, che indicano un elevato pericolo di recidiva.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, il cui importo è determinato equitativamente dalla Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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