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Pena sostitutiva: richiesta in appello è tempestiva

Un imputato, dopo un accordo con la Procura in appello, si è visto negare la conversione della detenzione in pena sostitutiva perché la richiesta è stata ritenuta tardiva. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che, per effetto della Riforma Cartabia, la richiesta di pena sostitutiva è tempestiva se presentata entro l’udienza di discussione. Inoltre, ha ribadito che l’accordo tra le parti vincola il giudice, che può solo accettarlo o rigettarlo in toto, senza modificarlo.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pena sostitutiva in Appello: la Cassazione fa chiarezza sui termini

La recente Riforma Cartabia ha introdotto significative novità nel sistema sanzionatorio, tra cui l’ampliamento della pena sostitutiva. Una questione cruciale, però, è rimasta aperta: fino a quando è possibile chiederne l’applicazione nel giudizio di appello? Con la sentenza n. 18347/2025, la Corte di Cassazione ha fornito un’interpretazione fondamentale, stabilendo che la richiesta è tempestiva se formulata al più tardi nel corso dell’udienza di discussione, anche nell’ambito di un accordo con la Procura.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna per bancarotta fraudolenta. In sede di appello, la difesa dell’imputato e la Procura Generale avevano raggiunto un accordo ai sensi dell’art. 599-bis del codice di procedura penale (c.d. “concordato in appello”). Tale accordo prevedeva una rideterminazione della pena detentiva e, punto cruciale, la sua conversione in detenzione domiciliare, una delle pene sostitutive previste dall’art. 20-bis del codice penale.

Tuttavia, la Corte d’Appello, pur accogliendo l’accordo sulla quantificazione della pena, rigettava la richiesta di sostituzione, ritenendola tardiva. Secondo i giudici di secondo grado, la domanda avrebbe dovuto essere presentata con l’atto di appello o con motivi nuovi, e non direttamente in udienza. Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione.

La Decisione della Cassazione sulla pena sostitutiva

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando la sentenza impugnata e chiarendo due principi di diritto di notevole importanza pratica.

La Tempestività della Richiesta di Pena Sostitutiva

Il primo e più importante chiarimento riguarda i termini per la richiesta di pena sostitutiva. La Cassazione ha stabilito che, alla luce della disciplina transitoria della Riforma Cartabia (art. 95, D.Lgs. 150/2022), la richiesta di applicazione di una sanzione sostitutiva può essere validamente presentata fino all’udienza di discussione del giudizio d’appello.

Questa interpretazione, secondo la Corte, è quella più conforme all’intenzione del legislatore di favorire la più ampia applicazione delle nuove pene. Pertanto, la decisione della Corte d’Appello di considerare tardiva la richiesta è stata giudicata illegittima, in quanto basata su un presupposto erroneo.

Il Vincolo del Concordato per il Giudice

Il secondo principio affermato riguarda la natura dell’accordo ex art. 599-bis c.p.p. La Corte ha ribadito che la richiesta concordata tra accusa e difesa in ordine alla misura finale della pena è vincolante per il giudice. Quest’ultimo, infatti, non può modificarla, ma ha solo due alternative: accoglierla integralmente o rigettarla nella sua totalità.

Nel caso di specie, la Corte d’Appello si è discostata illegittimamente dall’accordo, accogliendolo solo in parte (sulla misura della pena) e rigettandolo per la parte relativa alla pena sostitutiva. Così facendo, ha emesso una pronuncia con un contenuto difforme da quello pattuito, violando la logica e la funzione dell’istituto del concordato.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione fonda la sua decisione su una lettura coordinata della normativa introdotta dalla Riforma Cartabia e dei principi generali del processo penale. La disciplina transitoria, voluta per estendere i benefici delle nuove sanzioni anche ai processi in corso, non pone limiti temporali rigidi per la formulazione della richiesta in appello. L’orientamento prevalente della giurisprudenza di legittimità, a cui la Corte aderisce, sostiene che la richiesta può intervenire con l’atto di appello, con motivi nuovi o, al più tardi, nel corso della discussione orale. Ritenere il contrario svuoterebbe di significato la volontà del legislatore di promuovere misure alternative al carcere. Inoltre, la Cassazione sottolinea come l’accordo tra le parti rappresenti un “pacchetto” inscindibile. Il giudice non può sceglierne solo le parti che ritiene opportune, ma deve valutarlo nella sua interezza. Accettarlo parzialmente significa creare una pena ibrida, non voluta né dall’accusa né dalla difesa, tradendo la ratio stessa del concordato, che è quella di definire il processo in modo rapido e condiviso.

Le Conclusioni

La sentenza in esame ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, consolida il diritto degli imputati nei giudizi d’appello di chiedere l’applicazione di una pena sostitutiva fino alla fase della discussione, offrendo una finestra temporale più ampia rispetto a un’interpretazione restrittiva. In secondo luogo, rafforza il valore del concordato in appello, chiarendo che il giudice non ha potere di modifica sull’accordo raggiunto tra le parti. Questo garantisce maggiore certezza agli imputati e ai loro difensori che intraprendono la via della definizione concordata del processo, sapendo che l’esito non potrà essere alterato unilateralmente dal collegio giudicante.

Fino a quando si può chiedere una pena sostitutiva in appello secondo la Riforma Cartabia?
La richiesta di applicazione di una pena sostitutiva può essere presentata al più tardi nel corso dell’udienza di discussione del giudizio di appello. Non è necessario che sia formulata esclusivamente con l’atto di impugnazione o con motivi nuovi.

Il giudice d’appello può modificare un accordo (concordato) raggiunto tra imputato e Procura?
No. Secondo la Cassazione, l’accordo sulla pena finale è vincolante per il giudice, il quale può solo accettarlo nella sua interezza oppure rigettarlo, ma non può modificarlo emettendo una decisione con un contenuto diverso da quello concordato.

È possibile includere la richiesta di pena sostitutiva in un accordo in appello?
Sì, la sentenza conferma che le pene sostitutive possono essere oggetto dell’accordo tra le parti ex art. 599-bis cod. proc. pen., e tale accordo deve essere valutato dal giudice nel suo complesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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