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Pena sostitutiva: quando va richiesta in appello?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per spendita di monete false. La decisione si fonda principalmente sulla tardività della richiesta di applicazione di una pena sostitutiva, chiarendo che, secondo la Riforma Cartabia, tale istanza deve essere presentata al più tardi durante l’udienza di appello.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pena sostitutiva: la Cassazione fissa i termini per la richiesta in appello

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sui termini per la richiesta di applicazione di una pena sostitutiva nel giudizio di appello, alla luce della Riforma Cartabia. La pronuncia sottolinea come la mancata formulazione dell’istanza entro l’udienza di discussione comporti l’inammissibilità della stessa, precludendo al giudice la possibilità di valutarla. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un’imputata, condannata in primo e secondo grado per il reato di spendita di monete false, previsto dall’art. 453 del codice penale. La difesa aveva sollevato diversi motivi di ricorso davanti alla Corte di Cassazione, tra cui la contestazione sulla motivazione della responsabilità, la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), il diniego delle attenuanti generiche e, infine, la richiesta di concessione di una pena sostitutiva.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. Mentre i primi motivi sono stati respinti perché ritenuti generici, manifestamente infondati o volti a una rivalutazione dei fatti non consentita in sede di legittimità, il punto cruciale della decisione riguarda proprio la richiesta di applicazione di una pena sostitutiva.

Gli Ermellini hanno stabilito che tale richiesta, per poter essere esaminata dal giudice d’appello, doveva essere formulata dall’imputato. Citando un precedente specifico (Sez. 2, n. 12991 del 01/03/2024), la Corte ha ribadito che, secondo la disciplina transitoria della Riforma Cartabia, l’istanza non deve necessariamente essere presentata con l’atto di impugnazione, ma deve intervenire, al più tardi, nel corso dell’udienza di discussione del gravame. Poiché nel caso di specie tale richiesta non risultava essere mai stata formulata nel giudizio di appello, il motivo è stato dichiarato inammissibile.

Le Motivazioni: la richiesta di pena sostitutiva

La motivazione della Corte si concentra sull’onere processuale che grava sull’imputato. La Riforma Cartabia (D.Lgs. n. 150/2022) ha introdotto le pene sostitutive delle pene detentive brevi (art. 20-bis c.p.) come strumento per deflazionare il sistema carcerario. Tuttavia, l’accesso a tali benefici non è automatico.

L’onere della richiesta in Appello

La disciplina transitoria (art. 95 del D.Lgs. 150/2022) ha regolato l’applicabilità delle nuove norme ai procedimenti in corso. La giurisprudenza ha interpretato questa disciplina nel senso che l’imputato ha l’onere di attivarsi per richiedere la sanzione sostitutiva. La Corte di Cassazione, con questa ordinanza, consolida l’orientamento secondo cui il termine ultimo per avanzare tale richiesta è l’udienza di discussione in appello. Una richiesta formulata per la prima volta in Cassazione è, pertanto, tardiva e irricevibile.

Gli altri motivi di ricorso

La Corte ha anche rapidamente liquidato gli altri motivi. Ha ritenuto che la Corte d’Appello avesse motivato adeguatamente il diniego della particolare tenuità del fatto, valorizzando l’importo della somma detenuta e l’inserimento della ricorrente in contesti dediti alla falsificazione. Allo stesso modo, il diniego delle attenuanti generiche è stato giudicato immune da vizi logici, poiché il giudice di merito non è tenuto a esaminare ogni singolo elemento favorevole, ma solo quelli ritenuti decisivi.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre un’indicazione procedurale chiara e perentoria per la difesa. Chi intende beneficiare di una pena sostitutiva in un giudizio di appello pendente deve formulare una richiesta esplicita e tempestiva, al più tardi durante l’udienza di discussione. Attendere il giudizio di legittimità per sollevare la questione è una strategia processualmente errata e destinata all’insuccesso. La decisione ribadisce il principio secondo cui i benefici normativi, specialmente quelli introdotti da riforme recenti, richiedono un’attiva e corretta iniziativa processuale da parte dell’interessato.

Quando va richiesta l’applicazione di una pena sostitutiva in appello secondo la Riforma Cartabia?
La richiesta deve essere formulata dall’imputato al più tardi nel corso dell’udienza di discussione del gravame (appello).

Perché il motivo di ricorso relativo alla pena sostitutiva è stato dichiarato inammissibile?
Perché la richiesta di applicazione della pena sostitutiva non è stata formulata nel giudizio di appello, ma per la prima volta in Cassazione, risultando quindi tardiva.

Può la Corte di Cassazione valutare se le attenuanti generiche dovevano essere concesse?
No, la Corte di Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, ma può solo verificare se la motivazione fornita da quest’ultimo sia logica e non contraddittoria. In questo caso, la motivazione è stata ritenuta adeguata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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