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Pena sostitutiva: quando si può chiedere in appello?

Un imputato, condannato per resistenza a pubblico ufficiale, ha richiesto in appello la conversione della detenzione in una pena sostitutiva. La Corte d’Appello ha ignorato l’istanza, ritenendola non depositata. La Cassazione ha annullato la sentenza, affermando che la richiesta di pena sostitutiva è valida anche se formulata nelle conclusioni scritte prima dell’udienza, e ha rinviato il caso per una nuova valutazione sul punto.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pena Sostitutiva: La Cassazione Chiarisce i Termini per la Richiesta

L’introduzione della pena sostitutiva ha rappresentato una delle novità più significative della recente riforma del processo penale. Con la sentenza n. 31168 del 2024, la Corte di Cassazione fornisce un chiarimento cruciale sulle modalità e i tempi per richiederne l’applicazione nel giudizio di appello, consolidando un orientamento a favore dell’imputato.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla condanna di un uomo, in primo e secondo grado, per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di armi. L’imputato era stato sorpreso in centro città, armato di coltello, mentre minacciava i passanti e, alla vista delle forze dell’ordine, aveva opposto resistenza tentando la fuga. La Corte di Appello di Bari aveva confermato la pena di sette mesi di reclusione.

La difesa dell’imputato, tuttavia, aveva presentato ricorso per cassazione lamentando un vizio procedurale fondamentale: l’omessa motivazione da parte della Corte d’Appello riguardo alla richiesta di sostituzione della pena detentiva con una pena pecuniaria. Tale istanza era stata formulata nelle conclusioni scritte depositate prima dell’udienza di appello. Sorprendentemente, la Corte territoriale aveva affermato che la difesa non avesse depositato alcun atto, ignorando di fatto la richiesta.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. I giudici di legittimità hanno annullato la sentenza impugnata, limitatamente al punto relativo alla pena sostitutiva, e hanno disposto il rinvio ad un’altra sezione della Corte di Appello di Bari per un nuovo giudizio.

Tempistiche e Modalità per la Richiesta di Pena Sostitutiva

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 545-bis del codice di procedura penale. La Cassazione, aderendo a un recente e autorevole orientamento giurisprudenziale (sentenza n. 4772/2024), ha stabilito che l’imputato può legittimamente richiedere l’applicazione di una pena sostitutiva non solo con l’atto di appello o con i motivi nuovi, ma anche in sede di formulazione delle conclusioni scritte o nella memoria di replica.

Questo principio garantisce all’imputato la massima ampiezza difensiva, consentendogli di formulare la richiesta fino a poco prima della discussione in udienza. Nel caso di specie, era stato accertato che le conclusioni della difesa, contenenti la specifica istanza, erano state regolarmente ricevute dalla cancelleria della Corte d’Appello. L’averle ignorate costituisce un errore di diritto che inficia la validità della sentenza.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che l’omessa valutazione di un’istanza tempestivamente e ritualmente proposta costituisce un vizio di motivazione. La Corte d’Appello, affermando erroneamente che la difesa non avesse depositato nulla, ha di fatto omesso di pronunciarsi su un punto decisivo per la determinazione della pena. La richiesta di sostituzione della pena detentiva avvia un subprocedimento specifico che il giudice ha l’obbligo di considerare, valutandone i presupposti e fornendo una risposta motivata, sia essa di accoglimento o di rigetto. L’orientamento seguito dalla Cassazione mira a dare piena attuazione alla finalità deflattiva e risocializzante delle pene sostitutive, introdotte per ridurre il ricorso a brevi pene detentive.

Le Conclusioni

La sentenza in commento consolida un importante principio procedurale a tutela del diritto di difesa. Stabilisce che la richiesta di pena sostitutiva può essere presentata in appello fino al momento delle conclusioni scritte, ampliando le facoltà dell’imputato. Di conseguenza, i giudici di merito sono tenuti a esaminare con attenzione tutte le istanze formalizzate negli atti depositati tempestivamente, pena l’annullamento della sentenza per vizio di motivazione. Questa decisione rafforza l’effettività delle riforme volte a umanizzare il sistema sanzionatorio penale, garantendo che le alternative al carcere siano concretamente accessibili e non frustrate da interpretazioni eccessivamente restrittive delle norme procedurali.

Quando può essere richiesta la pena sostitutiva nel giudizio d’appello?
Secondo la Corte di Cassazione, la richiesta può essere formulata non solo nell’atto di appello o nei motivi nuovi, ma anche nelle conclusioni scritte depositate prima dell’udienza o nella memoria di replica.

Cosa succede se il giudice d’appello ignora una richiesta di pena sostitutiva validamente presentata?
L’omessa valutazione di un’istanza di sostituzione della pena, ritualmente depositata, costituisce un vizio di motivazione che comporta l’annullamento della sentenza sul punto, con rinvio a un altro giudice per una nuova valutazione.

La richiesta di pena sostitutiva presentata nelle conclusioni scritte è considerata un ‘motivo nuovo’ d’appello?
No, la sentenza chiarisce che la richiesta può essere presentata nelle conclusioni scritte anche se queste non integrano motivi nuovi ai sensi dell’art. 585, comma 4, cod. proc. pen., rappresentando una facoltà autonoma dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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