Pena Sostitutiva: Quando il Ricorso è Inammissibile?
La recente ordinanza della Corte di Cassazione fornisce importanti chiarimenti sui criteri di valutazione per la concessione della pena sostitutiva, come la detenzione domiciliare. La Suprema Corte ha esaminato il caso di un ricorso giudicato manifestamente infondato, sottolineando come la condotta del reo e la sua pericolosità sociale siano elementi determinanti nella decisione del giudice. Analizziamo nel dettaglio la vicenda processuale e i principi affermati.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine dalla sentenza di una Corte d’Appello che, in sede di rinvio, aveva rideterminato la pena a carico di un imputato per diversi reati. La condanna finale ammontava a 3 anni e 6 mesi di reclusione, oltre a una multa. L’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando unicamente la mancata applicazione della pena sostitutiva della detenzione domiciliare.
Il ricorrente sosteneva che i giudici di merito avessero errato nel negargli tale beneficio. Tuttavia, il suo ricorso è stato considerato dalla Suprema Corte come una mera riproposizione di argomentazioni già esaminate e correttamente respinte nel grado precedente.
La Decisione della Corte sulla Pena Sostitutiva
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sulla correttezza e logicità delle argomentazioni della Corte d’Appello. Quest’ultima, infatti, aveva negato la pena sostitutiva sulla base di una valutazione complessiva della personalità e della condotta dell’imputato.
Secondo i giudici, il ricorso non presentava vizi di legittimità, ma si limitava a contrapporre una diversa valutazione dei fatti, operazione non consentita nel giudizio di Cassazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale in caso di inammissibilità.
Le Motivazioni
Le motivazioni alla base del rigetto della richiesta di pena sostitutiva sono state ritenute pertinenti e ben fondate. La Corte d’Appello aveva evidenziato diversi elementi ostativi:
1. Modalità delle condotte: I reati erano stati commessi con modalità insidiose, approfittando della vulnerabilità delle vittime, persone in età avanzata.
2. Precedenti penali: L’imputato risultava già gravato da un precedente specifico per un reato della stessa indole. Questo elemento è stato considerato un indicatore di una tendenza a delinquere persistente.
3. Prognosi negativa: Sulla base dei punti precedenti, i giudici hanno formulato una prognosi negativa sulla capacità del condannato di rispettare le prescrizioni che una misura come la detenzione domiciliare imporrebbe. In altre parole, è stato ritenuto alto il rischio di recidiva.
La Suprema Corte ha ribadito che queste considerazioni sono razionali e sorreggono adeguatamente la decisione impugnata. Le argomentazioni della difesa, al contrario, sono state qualificate come semplici apprezzamenti di merito, che esulano dal perimetro del giudizio di legittimità, il quale si concentra esclusivamente sulla corretta applicazione delle norme di diritto.
Conclusioni
Questa ordinanza conferma un principio consolidato: la concessione di una pena sostitutiva non è un diritto automatico, ma è subordinata a una valutazione discrezionale del giudice basata su elementi concreti. La pericolosità sociale del reo, desunta dalla gravità dei fatti, dalle modalità della condotta, dai precedenti penali e dalla personalità, gioca un ruolo cruciale. Un ricorso in Cassazione che si limiti a criticare questa valutazione di merito, senza individuare specifici vizi di legge nel ragionamento del giudice, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con le conseguenti sanzioni economiche per il ricorrente.
Perché è stata negata la pena sostitutiva in questo caso?
La pena sostitutiva è stata negata perché il giudice ha considerato le condotte illecite particolarmente insidiose, commesse ai danni di vittime anziane. A ciò si aggiungeva un precedente penale per un reato simile, elementi che hanno portato a una prognosi negativa sulla capacità del condannato di rispettare le prescrizioni della misura.
Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte di Cassazione non entra nel merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, come stabilito nel provvedimento.
La Corte di Cassazione può riesaminare i fatti del processo?
No. Come specificato nell’ordinanza, la Corte di Cassazione svolge un giudizio di legittimità, limitandosi a verificare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi inferiori. Non può sostituire la propria valutazione dei fatti a quella espressa nella sentenza impugnata.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 35708 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 35708 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 30/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a VELLETRI il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 21/10/2024 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Premesso che è stata impugnata la sentenza della Corte di appello di Torino del 21 ottob che, pronunciandosi a seguito della sentenza n. 17194 del 21 marzo 2023, con cui la Sezione di questa Corte aveva annullato la decisione della Corte di appello di Torino del 2022 limitatamente all’affermazione di responsabilità rispetto al reato di furto in contestato al capo 5), ha ridetermiNOME in anni 3, mesi 6 di reclusione ed euro 550 d pena irrogata a carico di NOME COGNOME per i residui reati di cui ai capi 3, 4 e 10, stato dichiarato irrevocabile il giudizio di colpevolezza operato dalla Corte di appello 2022, in riforma della pronuncia assolutoria resa dal Tribunale di Verbania il 15 giugno
Rilevato che l’unico motivo di ricorso, con il quale si contesta la mancata applicazione sostitutiva della detenzione domiciliare, è manifestamente infondato, in quanto riprod profili di censura già adeguatamente vagliati e disattesi con corretti argomenti giur sentenza impugnata; la Corte di appello, infatti, in senso ostativo all’applicazione sostitutiva invocata, ha sottolineato in modo pertinente (pag. 10 della sentenza impu modalità insidiose delle condotte illecite poste in essere in danno di vittime in età COGNOME, soggetto peraltro gravato da un precedente penale per un reato della stess giustificando ciò una prognosi negativa sul mancato rispetto delle prescrizioni da impor
Ritenuto che la motivazione della sentenza impugnata risulta sorretta da considerazioni ra cui la difesa contrappone differenti apprezzamenti di merito, che tuttavia esulano dal del giudizio di legittimità (cfr. Sez. 6, n. 5465 del 04/11/2020, dep. 2021, Rv. 280601
Considerato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile e rilevat declaratoria dell’inammissibilità consegue, a norma dell’art. 616 cod. proc. pen., pagamento delle spese del procedimento, nonché quello del versamento della somma, in fa della Cassa delle ammende, equitativamente fissata in tremila euro.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese proc della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma il 30 maggio 2025.